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4 Ottobre 2024
20:00

Il gatto può dare la zampa?

"Dai la zampa" è un comando diventato familiare nell'ambito della relazione uomo-cane. Diverso è il discorso nel rapporto uomo-gatto, anche alla luce dell'indole di questi animali e della loro unicità.

Validato da Sonia Campa
Membro del comitato scientifico di Kodami
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“Seduto” e “Dai la zampa” sono le frasi che i pet mate pronunciano con più frequenza quando impartiscono istruzioni agli animali domestici, soprattutto ai cani. Il rapporto millenario che si è instaurato con gli esseri umani, infatti, ha portato alla propensione da parte dei cani a comprendere le nostre richieste e seguire determinate istruzioni, e dare la zampa è una di quelle diventate ormai familiari. Ma il gatto può dare la zampa?

Si può insegnare al gatto a dare la zampa?

Come è noto, infatti, i gatti hanno un’indole decisamente più autonoma e indipendente rispetto ai cani. I gatti tendono a non obbedire a comandi e intimazioni umane perché nel loro retaggio comportamentale non è previsto coordinarsi con altri né prendere “ordini” o istruzioni per raggiungere un obiettivo comune. Sono predatori solitari, e non sono “programmati” per agire in modo collaborativo. In estrema sintesi, è possibile insegnare loro a dare la zampa esclusivamente sulla base di un comando vocale, ma non mostreranno quella prontezza a rispondere tipica di un cane.

Questo non significa però che non sia possibile addestrare un gatto a patto di tenere conto delle caratteristiche di specie, sempre ricordandosi che ogni interazione dovrebbe essere finalizzata più a far crescere la relazione che a vederlo obbedire a un nostro comando.

Come insegnare al gatto a dare la zampa?

Usare metodi coercitivi, insomma, non è soltanto sbagliato, ma anche controproducente. Non serve a nulla punirlo se non obbedisce: si può invece provare ad associare al gesto di dare la zampa una routine di cui beneficia sia il gatto sia il pet mate, come per esempio dargli la pappa o un premietto. Se il gatto associa una determinata azione a un risultato a lui gradito può infatti sviluppare un’abitudine a ripetere quella specifica azione per ottenerla.

I gatti potrebbero dunque essere addestrati – fermo restando l’interesse alla base di questo processo – ma i risultati sono spesso meno duraturi, meno affidabili e meno vari di quelli che si possono ottenere addestrando specie più intrinsecamente collaborative. Se il gatto invece associa al dare la zampa qualcosa di utile, produttivo e di interesse per lui, è facile che si possa instaurare una routine: per il cibo, come detto, o ancora per le coccole o per il gioco.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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