Si immobilizza e inizia a fissare il vuoto, con gli occhi sgranati e le orecchie spalancate in avanti. Eppure a noi, guardando nella medesima direzione e ascoltando con attenzione non sembra di vedere nulla. Cosa sta accadendo al gatto che si fa sorprendere in questo curioso comportamento e cosa sta ad indicare?
La percezione è quel processo mentale che permette agli esseri viventi di percepire gli stimoli, elaborarli e agire di conseguenza. Potremmo dire che vediamo, tocchiamo, sentiamo, gustiamo il mondo per come lo percepiamo, più che per quello che è.
I miracoli della percezione
Lo studio della percezione è sempre stato un ambito scientifico piuttosto florido e ha riguardato sia le abilità umane che quelle delle altre specie. Nella seconda metà del 1800 gli scienziati hanno capito che la percezione dipende strettamente dagli organi sensoriali che vengono stimolati. Questo significa che la stimolazione di un occhio produrrà come risultato una percezione di tipo visivo, anche se lo stimolo sarà rappresentato da un colpo (di fatto si “vedrà” un lampo o un bagliore) oppure da una scarica elettrica.
Ad ogni specie le sue abilità
Un altro risultato importante XIX secolo, è stato realizzare che la percezione è specie-specifica. Se è vero che ogni fenomeno percettivo dipende dagli organi coinvolti e considerando che ogni specie ha evoluto i propri organi di senso lungo un percorso dell'albero di Darwin unico e differente rispetto a tutte le altre specie, va da sé che anche la percezione del mondo è specie-specifica, cioè si realizza dentro il perimetro delle caratteristiche di specie.
L'occhio del gatto
Gatti ed esseri umani, allora, hanno una percezione visiva tanto diversa perché diversi sono i loro occhi, non solo diversi strutturalmente (ad esempio, noi abbiamo pupille circolari, quelle dei gatti sono verticali), ma anche sul piano evolutivo.
L'occhio del gatto si è andato perfezionando e modificando per accompagnare l'attività notturna e crepuscolare di un animale che cacciava nella penombra, che si interessava a prede di piccole dimensioni, non sempre percepibili visivamente e spesso nascoste in tane o altri tipi di ostacoli ambientali. Questo ha prodotto almeno due tipi di conseguenze: i gatti distinguono pochi colori (non è molto utile poterlo fare in penombra) ma hanno una ottima detezione del movimento, capace di rilevarlo anche in presenza di spostamenti minimi. L'essere umano ha sviluppato caratteristiche praticamente opposte, perché si è evoluto come frugivoro e poi raccoglitore: è dotato di recettori in grado di fargli percepire una gran varietà di colori utili a distinguere bacche e semi, mentre è meno sensibile al movimento, a meno che non si tratti di grossi animali sull'orizzonte.
Perché il gatto fissa il vuoto
Da queste differenze anatomiche, che sono poi anche percettive, cognitive e di azione sul mondo, si spiegano tutte le volte in cui il gatto sembra bloccarsi all'improvviso per fissare il vuoto, un punto indefinito sul muro o nello spazio davanti a sé: seguiamo la sua linea visiva ma non vediamo niente.
Fissa nel vuoto perché vede dettagli per noi invisibili
Il punto non è che non c'è niente ma che noi non siamo in grado di vedere quello che il gatto, col suo occhio sensibilissimo, sta percependo. Potrebbe essere lo spostamento di un animale, un'ombra, un gioco di luci che ha attirato la sua attenzione e che noi non siamo stati in grado di cogliere.
Fissa nel vuoto per ascoltare meglio
Ma potrebbe anche essere stato un suono, perché tutto quanto detto è applicabile anche ad altri sensi, e all'udito in particolar modo. Il gatto percepisce frequenze che sono inaccessibili a noi esseri umani: di conseguenza, sente suoni laddove per noi governa il più totale silenzio.
Fissa nel vuoto perché è diverso da noi
Di conseguenza, la prossima volta che vedremo il gatto “meditare” nel vuoto, teniamo presente la sua innata, incredibile sensibilità sensoriale e lasciamoci meravigliare dalle incredibili cose del mondo che probabilmente ignoriamo perché non siamo in grado di percepirle ma che il gatto è in grado, con il suo mistero e la sua magia, di lasciarci immaginare.