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20 Maggio 2022
11:18

Il futuro non sembra roseo per il piccione rosa salvato dall’estinzione

Il piccione rosa è un uccello endemico di Mauritius salvato dall'estinzione grazie all'allevamento in cattività. Tuttavia, nonostante il notevole recupero, secondo un nuovo studio la bassissima diversità genetica minaccia la conservazione della specie.

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Nel 1991 erano rimasti appena 10 piccioni rosa (Nesoenas mayeri) nelle foreste della piccola isola di Mauritius, al largo del Madagascar. L'ultimo columbide endemico dell'isola che un tempo fu del dodo era ormai a un passo dall'estinzione, ma fortunatamente a partire dagli anni 70 e 80 erano già stati prelevati 12 individui per stabilire una popolazione in cattività. Grazie agli sforzi della Mauritian Wildlife Foundation e del Durrell Wildlife Conservation Trust i discendenti di quei 12 individui ripopolarono rapidamente l'isola, che ora conta una popolazione di 400-480 esemplari.

Il piccione rosa o colomba rosata è stato letteralmente salvato dal baratro e rappresenta uno dei più grandi successi per il mondo della conservazione, tuttavia il pericolo non è affatto scampato. Nonostante il notevole recupero, la specie soffre per la bassissima variabilità genetica e, secondo un nuovo studio sul DNA pubblicato su Conservation Biology, si porta dietro un pericoloso carico di mutazione dannose che ne minacciano ancora la sopravvivenza.

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Il piccione rosa di Mauritius era sull’orlo dell’estinzione ma è stato salvato grazie all’allevamento in cattività

Un team internazionale di ricercatori ha studiato l'impatto del "collo di bottiglia" subito dalla popolazione analizzando il DNA di 175 uccelli campionati in quasi 20 anni di allevamento in cattività. Utilizzando tecniche genomiche all'avanguardia e sofisticati modelli al computer, i ricercatori hanno scoperto che negli anni la specie ha, purtroppo, continuato a perdere diversità genetica nonostante l'aumento numerico degli individui.

Questa "erosione genetica" dipende dal fatto che la popolazione in cattività di partenza, appena 12 individui, era troppo esigua. A causa degli inevitabili incroci tra consanguinei, tutti i piccioni rosa di oggi si portano dietro un numero troppo alto di mutazioni pericolose che, per esempio, potrebbero essere collegate a una riduzione del numero di uova che si schiudono o nel numero di giovani che riescono a involarsi con successo.

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Un esemplare ospitato allo zoo di San Diego. Foto da Wikimedia Commons

Le simulazioni al computer prevedono che la deriva genetica continuerà ad aggravare questa situazione e, senza azioni continue di conservazione, è probabile che il piccione rosa si estinguerà in natura entro 100 anni. Ciò che emerge da questo studio è che, per scongiurare l'estinzione del piccione rosa, si dovrebbe continuare a reintrodurre individui allevati ancora oggi negli zoo. La popolazione in cattività possiede una diversità genetica molto più alta di quella in natura e il suo apporto potrebbe aiutare a ridurre gli effetti negativi della consaguineità.

Il rapido aumento del numero di piccioni rosa è stato a lungo considerato uno dei più grandi successi nell'ambito della conservazione, tant'è che nella Lista Rossa IUCN la specie è passata in pochi anni dalla categoria In pericolo critico, quella immediatamente precedente all'estinzione, a Vulnerabile, la meno rischiosa. Tuttavia, l'aumento del numero di individui non basta, questo studio dimostra che serve anche un "salvataggio genetico".

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La bassa variabilità genetica minaccia ancora la specie nonostante il notevole recupero numerico della popolazione

La conservazione, molto semplicemente, non può fermarsi dopo che una popolazione si è ripresa notevolmente, ma grazie a studi di questo tipo si potranno migliorare le azioni di tutela, anche per molte altre specie. I dati che sta raccogliendo il progetto Earth Biogenome saranno perciò fondamentali per identificare le specie a maggiore rischio estinzione. Il progetto punta a sequenziare circa due milioni di specie nel giro di una decina d'anni e questi dati non solo aiuteranno valutare meglio lo stato della biodiversità, ma potranno anche essere utilizzati per progettare le future azioni di conservazione.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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