Nel 1991 erano rimasti appena 10 piccioni rosa (Nesoenas mayeri) nelle foreste della piccola isola di Mauritius, al largo del Madagascar. L'ultimo columbide endemico dell'isola che un tempo fu del dodo era ormai a un passo dall'estinzione, ma fortunatamente a partire dagli anni 70 e 80 erano già stati prelevati 12 individui per stabilire una popolazione in cattività. Grazie agli sforzi della Mauritian Wildlife Foundation e del Durrell Wildlife Conservation Trust i discendenti di quei 12 individui ripopolarono rapidamente l'isola, che ora conta una popolazione di 400-480 esemplari.
Il piccione rosa o colomba rosata è stato letteralmente salvato dal baratro e rappresenta uno dei più grandi successi per il mondo della conservazione, tuttavia il pericolo non è affatto scampato. Nonostante il notevole recupero, la specie soffre per la bassissima variabilità genetica e, secondo un nuovo studio sul DNA pubblicato su Conservation Biology, si porta dietro un pericoloso carico di mutazione dannose che ne minacciano ancora la sopravvivenza.
Un team internazionale di ricercatori ha studiato l'impatto del "collo di bottiglia" subito dalla popolazione analizzando il DNA di 175 uccelli campionati in quasi 20 anni di allevamento in cattività. Utilizzando tecniche genomiche all'avanguardia e sofisticati modelli al computer, i ricercatori hanno scoperto che negli anni la specie ha, purtroppo, continuato a perdere diversità genetica nonostante l'aumento numerico degli individui.
Questa "erosione genetica" dipende dal fatto che la popolazione in cattività di partenza, appena 12 individui, era troppo esigua. A causa degli inevitabili incroci tra consanguinei, tutti i piccioni rosa di oggi si portano dietro un numero troppo alto di mutazioni pericolose che, per esempio, potrebbero essere collegate a una riduzione del numero di uova che si schiudono o nel numero di giovani che riescono a involarsi con successo.
Le simulazioni al computer prevedono che la deriva genetica continuerà ad aggravare questa situazione e, senza azioni continue di conservazione, è probabile che il piccione rosa si estinguerà in natura entro 100 anni. Ciò che emerge da questo studio è che, per scongiurare l'estinzione del piccione rosa, si dovrebbe continuare a reintrodurre individui allevati ancora oggi negli zoo. La popolazione in cattività possiede una diversità genetica molto più alta di quella in natura e il suo apporto potrebbe aiutare a ridurre gli effetti negativi della consaguineità.
Il rapido aumento del numero di piccioni rosa è stato a lungo considerato uno dei più grandi successi nell'ambito della conservazione, tant'è che nella Lista Rossa IUCN la specie è passata in pochi anni dalla categoria In pericolo critico, quella immediatamente precedente all'estinzione, a Vulnerabile, la meno rischiosa. Tuttavia, l'aumento del numero di individui non basta, questo studio dimostra che serve anche un "salvataggio genetico".
La conservazione, molto semplicemente, non può fermarsi dopo che una popolazione si è ripresa notevolmente, ma grazie a studi di questo tipo si potranno migliorare le azioni di tutela, anche per molte altre specie. I dati che sta raccogliendo il progetto Earth Biogenome saranno perciò fondamentali per identificare le specie a maggiore rischio estinzione. Il progetto punta a sequenziare circa due milioni di specie nel giro di una decina d'anni e questi dati non solo aiuteranno valutare meglio lo stato della biodiversità, ma potranno anche essere utilizzati per progettare le future azioni di conservazione.