Il 18 dicembre 2020, Mariangela Zaffino, una donna di 74 anni, è stata ritrovata morta nella sua casa a Grugliasco, un comune alle porte di Torino. Nell'appartamento, insieme a lei si trovavano cinque esemplari di Cane Lupo Cecoslovacco di proprietà della figlia Simona Spataro, che proprio in questi giorni è stata rinviata a giudizio con l'accusa di omicidio colposo in quanto secondo la ricostruzione elaborata dagli inquirenti, Zaffino è morta in seguito alle lesioni provocatele dagli animali.
Con l'obiettivo di capire cosa stia accadendo ora ai 5 cani, chiamati Ares, Aragon, Alex, Apache e Artù, e quali siano le condizioni in cui vivono, abbiamo parlato con gli avvocati che stanno seguendo l'indagine, consapevoli del fatto che si tratti di una situazione estremamente delicata e che il processo (ancora in corso) impedisce alle parti in causa di sbilanciarsi riguardo il destino degli animali.
Il trasferimento a Macerata: «La struttura che li ospita assicura il loro benessere»
Fin dai giorni successivi al tragico incidente i cani erano stati presi in custodia dall'Ospedale Veterinario Universitario di Grugliasco, ma in seguito ad una consulenza della Procura della Repubblica di Torino, lo scorso novembre era stato richiesto un trasferimento al di fuori del Piemonte per raggiungere un luogo in cui potessero seguire un percorso rieducativo con persone esperte del settore e della razza.
Il luogo individuato dalla magistratura è il Centro cinofilo Arnaldo, una struttura situata a Sant'Egidio, in Provincia di Macerata, che secondo gli avvocati è in grado di tutelare il benessere degli animali. «Lo spazio che hanno a disposizione è in linea con quanto richiesto dalla legge e la struttura viene gestita da personale specializzato che conosce bene questa tipologia di razze e sono inoltre esperti nella gestione di situazioni complesse – spiega a Kodami Dante Libbra, il legale che insieme al collega Luca Polita sta seguendo le indagini – So per certo che i cani vengono tenuti rigorosamente separati tra loro e si trovano all'interno di box adatti alla loro dimensione, all'interno di spazi che permettono di garantire la sicurezza loro e del personale che se ne occupa quotidianamente. Mi sento di dire che ogni dettaglio della loro gestione segue quanto dettato dalla magistratura».
Cosa aspettarsi per il loro futuro: «Il fatto che siano stati separati è un'ottima notizia»
Al contrario di quanto avvenuto con il gruppo di cani coinvolti nella tragedia di Satriano, i quali si trovano ancora chiusi in canile, i Lupi Cecoslovacchi di Grugliasco sono stati quindi affidati a una struttura adeguata, ma gli istruttori del centro al momento preferiscono non rilasciare dichiarazioni e attendere il termine del processo per parlare di quali sono gli obiettivi che si prefiggono nel percorso di riabilitazione.
«In seguito al tragico evento di cronaca, e come spesso accade quando si tratta di animali, è sorta molta attenzione da parte della popolazione. Il rischio ora è quello di sviluppare un eccesso di emotività ed una polarizzazione delle opinioni – spiega Libbra – Si tratta di una situazione complicata e al momento non è possibile prevedere l'evolversi della loro condizione. Per questo motivo preferiamo non esprimerci».
Chiarita la qualità degli spazi all'interno della struttura, è naturale augurarsi però che ai cani non venga assicurato unicamente il benessere in fatto di sicurezza e dimensioni degli ambienti, ma che il percorso che svolgeranno possa realmente favorire la possibilità di trovare un nuovo equilibrio, grazie al quale forse in futuro potranno tornare ad aprirsi per loro le porte dei box.
«Il motivo per cui è plausibile immaginarsi un futuro in cui questi cani potranno avere una seconda chance è che molto probabilmente le cause dell'incidente sono state dettate dalla condizione in cui vivevano precedentemente – afferma David Morettini, istruttore cinofilo e componente del comitato scientifico di Kodami – Il fatto che al momento siano stati sistemati in box separati è un'ottima notizia, perché ciò permetterà loro di venire valutati dagli esperti in maniera individuale e di conseguenza trovare forse adozioni all'interno di famiglie distinte, consapevoli e ovviamente adeguatamente preparate, senza tornare a sviluppare i problemi che hanno generato il tragico incidente».
Secondo l'istruttore cinofilo infatti, sebbene la dinamica dei fatti sia impossibile da ricostruire, le condizioni ambientali e familiari all'interno delle quali vivevano i cinque cani hanno probabilmente aumentato le possibilità che potesse realizzarsi un evento drammatico di questo tipo.
«Il Cane Lupo Cecoslovacco non è un cane pericoloso, piuttosto si tratta di una razza che dà molta importanza al ruolo e al rango di ogni individuo appartenente al suo gruppo e inoltre ha la predisposizione all'organizzazione sociale sulla base di questi indizi sociali – spiega l'esperto – Cinque individui di questa razza facilmente richiedono da parte degli umani che se ne occupano grandi doti di coerenza, determinazione e capacità di creare un chiaro posizionamento sociale, soprattutto se come in questo caso, restano all'interno dell'abitazione con una donna anziana e in assenza della pet mate che si occupava in maniera costante di loro. Se ora, invece, vivono separati, in un certo senso si disinnesca il contesto che probabilmente ha portato all'aggressione».