Nel Vermont, uno Stato del nord-est degli Stati Uniti, vivono all'interno di una grotta tanti piccoli pipistrelli color cioccolato che purtroppo hanno a che fare un un nemico invisibile e letale: il fungo responsabile sindrome del naso bianco. Ci sono però buone notizie per queste piccole creature: degli scienziati hanno individuato alcuni esemplari malati, ma comunque in buona salute, a dimostrazione del fatto che forse è in atto un fenomeno di adattamento da parte dei pipistrelli nei confronti della malattia.
In natura sono noti diversi casi di funghi-parassita che prendono il controllo della mante dei loro ospiti. Ne è un esempio Ophiocordyceps unilateralis conosciuto anche come "fungo delle formiche zombie" che prende possesso del corpo della sfortunata formica costringendola a spostarsi verso il luogo ideale per la crescita dell' "ospite" per poi essere uccisa e divorata.
La sindrome del naso bianco è altrettanto spietata. Individuata per la prima volta nel 2006 in una grotta nello Stato di New York, causa l'interruzione del letargo dei pipistrelli che vengono esposti all'aria gelida dell'inverno alla ricerca di cibo. I poveri malcapitati, così, muoiono a causa delle basse temperature o di fame poichè le popolazioni di insetti sono troppo scarse per sostentarli in quel periodo dell'anno.
Le vittime di questo killer spietato sono dei pipistrelli minuscoli, più piccoli addirittura di un topo e pesanti quanto tre penny. Ne esistono diverse specie che vivono in colonie nella grotta di Dorset, Vermont, dove per riscaldarsi passano il tempo gli uni vicini agli altri. Sono esserini molto fragili, ma la nuova scoperta suggerisce che alcune specie si stanno adattando al fungo che ha ucciso milioni di loro in tutto il Nord America.
«E' un dato davvero significativo, perché sembra esserci un sito in cui i pipistrelli riescono a sopravvivere e diffondersi in tutto il New England in estate», ha affermato Alyssa Bennett, biologa di piccoli mammiferi del Dipartimento di pesci e fauna selvatica del Vermont.
Le femmine partoriscono un solo cucciolo ogni anno e soltanto il 60-70% dei nuovi nati riesce a superare i primi 12 mesi di vita. Per non parlare della grande diminuzione di esemplari che ha causato la presenza del fungo: gli scienziati stimano che attualmente vadano in letargo tra 70.000 e 90.000 individui nella grotta del Dorset, la più grande concentrazione nel New England. Il loro numero, però, è diminuito da una popolazione invernale stimata di 300.000 a 350.000 o più negli anni 60, l'ultima volta che il luogo è stato esaminato prima che si infiltrasse il naso bianco. Destino simile, ma ancor più tragico, è quello di altre specie che purtroppo attualmente non sono più state avvistate.
La domanda è: cosa distingue i pipistrelli che vivono in questa grotta e che stanno resistendo al fungo dalle altre specie che non sono riuscite a sopravvivere? «C'è qualcosa di speciale in quei soggetti», afferma Bennett. «Non possiamo dire esattamente cosa sia, ma una ricerca genetica su cui abbiamo lavorato che suggerisce che possiedono fattori legati al letargo e alla risposta immunitaria che consentono loro di tollerare la malattia e trasmettere quelle caratteristiche ai loro piccoli».
Le popolazioni di questi piccoli mammiferi si stanno ristabilizzando in differenti siti. Gli scienziati sono ottimisti, ma ricordano che c'è ancora molta strada da fare prima di poter affermare con certezza che i pipistrelli siano fuori pericolo. L'intenzione è quella di continuare a studiare questi animali per poter salvaguardare non solo gli abitanti della grotta, ma quelli del mondo intero.