Il fumo passivo non fa male solo agli umani: é molto dannoso anche per i nostri cani. È questo il risultato di una nuova ricerca dell’Università Statale di Milano che ha approfondito i rischi sanitari e ambientali ai quali sono esposti i cani di pet mate fumatori.
«Lo studio è parte di un progetto inerente la valutazione degli effetti ambientali sulla fertilità canina», spiega a Kodami Debora Groppetti, docente di Clinica Ostetrica e Ginecologia Veterinaria del dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali. «Tutto è nato dalla convinzione che l’ambiente in cui viviamo, la scarsa attenzione agli inquinanti e alle sostanze chimiche che fanno ormai parte del nostro quotidiano, possano avere effetti nocivi sulla salute, non solo dell’uomo. L’obiettivo, pertanto, è stato quello di indagare l’esposizione al fumo di sigaretta dei cani conviventi con proprietari fumatori, come primo passo verso una sua correlazione con condizioni patologiche in questa specie. Abbiamo ipotizzato che il fumo possa essere coinvolto in alcune delle malattie emergenti in campo veterinario. Finora il cane, infatti, è stato utilizzato come “modello” di studio per le possibili implicazioni del fumo sulla salute dell’uomo. A noi interessava la prospettiva opposta, ovvero stabilire il rischio rappresentato dal proprietario fumatore per i pet».
Cosa avete riscontrato di eclatante che non vi aspettavate?
«Non ci hanno sorpreso le elevate concentrazioni di cotinina (un biomarcatore per la quantificazione dell'esposizione al fumo attivo e passivo di tabacco) nei cani conviventi con proprietari fumatori, a conferma del ruolo della cotinina come marker per discriminare tra soggetti esposti al fumo e non, anche in questa specie. Non ci aspettavamo, invece, una differenza di cotinina legata al genere, con una maggiore sensibilità nelle femmine rispetto ai maschi. Questo aspetto pone l’accento sul rischio specifico del fumo durante fasi delicate della vita come la gravidanza».
In che modo i cani vengono a contatto maggiormente con il fumo passivo, oltre che respirandolo?
«I cani, come neonati e bambini ma più degli adulti, sono esposti al fumo prodotto dalla sigaretta accesa e a quello espirato da un fumatore, oltre che all’assorbimento cutaneo delle particelle residue che si depositano sulle superfici e sul pelo, e che possono anche essere ingerite, ad esempio durante il grooming (quando i cani si leccano per pulirsi o tra loro)».
Che effetti specifici provoca nei cani rispetto agli esseri umani?
«Il nostro studio è da considerarsi propedeutico a future ricerche volte in questa direzione che ci auguriamo possano rispondere a questa domanda».
I cani che convivono con un pet mate fumatore hanno più probabilità di sviluppare quali malattie?
«Nell’uomo, in cui questo aspetto è studiato da tempo, è noto che il fumo aumenti l’incidenza di malattie cardiovascolari, respiratorie, tumorali, nervose, endocrine, immunitarie. Condividendo strettamente lo stile di vita dell'umano, è presumibile che i pet siano esposti agli stessi rischi per la salute».
Come proteggerli dal fumo passivo?
«Banalmente bisognerebbe smettere di fumare, almeno nel contesto domestico. Infatti, non è sufficiente limitarsi a non fumare in loro presenza, perché sostanze derivanti dalla combustione della sigaretta possono depositarsi nell’ambiente. Ancora una volta la prevenzione è la risposta più efficace».
Quali sono le cose più importanti da sapere?
«Il fumo di sigaretta, attivo e passivo, è causa di malattia e morte nell’uomo. Gli effetti dannosi del fumo possono coinvolgere anche gli animali che vivono a stretto contatto con noi. Ad oggi, sembra esserci poca consapevolezza da parte dei proprietari dei rischi per i propri pets. Modificare le abitudini nocive può contribuire ad una convivenza più sana».
I risultati pubblicati rappresentano la prima parte di uno studio più ampio, ho letto: che cosa comprende la parte che seguirà?
«Purtroppo non posso essere più precisa in merito perché i risultati completi del progetto sono in via di pubblicazione. Tuttavia abbiamo valutato l’impatto del fumo passivo su specifici aspetti riproduttivi, nel cane maschio, nella femmina e nel neonato».