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1 Febbraio 2024
9:00

Il freddo fa ammalare i gatti?

Il freddo non fa ammalare i gatti, tuttavia gli sbalzi di temperatura e il gelo possono causare problemi a particolari razze, categorie o individui malati e particolarmente sensibili.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il freddo non fa ammalare i gatti: le basse temperature non sono le dirette responsabili di malattie come la rinotracheite o la congiuntivite, che sono invece provocate da virus. Sbalzi di temperatura molto forti o condizioni ambientali in cui le temperature esterne sono molto basse, però, potrebbero abbassare le normali difese dell'organismo, soprattutto in un gatto anziano, un cucciolo, un gatto con patologie o malnutrito.

Questo non vuol dire che il gatto non possa stare all'esterno se fa anche molto freddo, semplicemente bisogna assicuragli un adeguato riparo e un'alimentazione corretta, oltre a eventuali cure, se necessarie. Ci sono poi delle razze delicate, come gli Sphinx che, non avendo il mantello, fanno eccezione e non possono assolutamente essere esposte a basse temperature, se non adeguatamente coperte.

Cosa succede se il gatto prende freddo

Il concetto di ammalarsi perché si prende freddo è di per sé sbagliato, umani e altri animali hanno sempre vissuto in climi freddi. Il problema del freddo è legato piuttosto a un cambio repentino della temperatura, che crea un piccolo choc termico nell'organismo e lo rende più suscettibile all'azione di virus e batteri circolanti.

Quello a cui bisogna fare attenzione, ad esempio, è evitare che il gatto esca in giardino, magari con neve o pioggia, dopo essere stato in casa accoccolato accanto alla stufa. In casi come questo genere, non essendo il suo organismo "abituato", è probabile che il micio quando rientrerà a casa qualche malanno lo avrà.

Il discorso vale ancora di più per tutti quei gatti brachicefali, come il Persiano o il British, che avendo per specifiche di razza una canna nasale corta e di solito problemi respiratori, possono rallentare la normale cleareance mucociliare di polmoni e trachea, a causa del freddo intenso e degli sbalzi termici, favorendo lo sviluppo di patologie respiratorie.

Particolare attenzione bisogna averla anche verso i gatti anziani e con patologie, il cui stato di salute potrebbe peggiorare con un freddo improvviso.

Infine, altra categoria molto delicata sono i gattini sotto i due mesi: hanno poca capacità di termoregolarsi e inoltre hanno poche riserve di grasso, quindi se esposti al freddo intenso senza riparo possono andare incontro a ipotermia e morte.

Come proteggere i gatti dal freddo

Per i gatti indoor non bisogna avere particolari accortezze, se non quella di evitare gli sbalzi termici. Questo cosa significa? Che se il micio è dentro al caldo prima di farlo uscire è bene metterlo in una stanza a media temperatura, in modo da evitare un cambio drastico della sua temperatura corpore,a dal caldo di casa al freddo dell'esterno, soprattutto se le temperature sono vicine allo 0.

È sconsigliato l'uso di cappottini e vestitini, che il gatto tollera poco, anche perché il felino è furbo: se l'esterno non è di suo gradimento, siate certi che vorrà rientrare subito! Se invece fuori è una bella giornata di sole e le temperature sono intorno ai 10-15 gradi, qualche ora di gioco all'esterno non crea nessun problema.

Una piccola attenzione va però riservata ai gatti "nudi": non vanno mai esposti alle temperature sotto i 20 gradi ed è opportuno vestirli con dei cappottini se escono all'esterno con il freddo.

Per i gatti outdoor – sia domestici sia parte di colonie feline – possiamo lasciare a loro disposizione delle cucce in cui ripararsi. Potete anche farle in modo autonomo e poco dispendioso usando del legno o, alternativa meno eco-friedly ma che almeno serve per riciclare, usando delle scatole di polistirolo. In entrambi i modi basterà creare un cubo o rettangolo chiuso su tutti i lati e con una piccola porticina per l'ingresso.

All'interno della cuccia potete mettere delle vecchie coperte o delle vecchie maglie calde di lana o pile, in modo da creare un giaciglio accogliente. Lasciate sempre del cibo a disposizione e, se potete, integrate per qualche mese l'alimentazione con antiossidanti come vitamine E e C, o ancora lisina e lattoferrina, curcuma e echinacea. Per scegliere il prodotto migliore, potete chiedere consiglio al vostro veterinario.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Eva Fonti
Medico Veterinario
Ho conseguito la laurea specialistica in Medicina Veterinaria nel 2009 presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II con una tesi sperimentale in chirurgia oftalmica, nel 2010 ho conseguito il perfezionamento in Radiologia Veterinaria. Nel 2013 ho inaugurato il mio ambulatorio in Minturno sul lungomare di Scauri.
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