È tornato di nuovo libero il fenicottero rosa (Phoenicopterus roseus) che è stato soccorso nei giorni scorsi a Porto Taverna, all'interno dell'Area Marina Protetta Tavolara Punta Coda Cavallo, in provincia di Sassari. L'uccello, ribattezzato Sirio, era stato trovato aggrovigliato in una lenza da pesca che impediva completamente i suoi movimenti. Dopo la segnalazione agli uffici dell'AMP, erano intervenuti sul posto i biologi e il veterinario Salvatore Amadori per soccorrere e recuperare l'animale.
La lenza avvolgeva sia le zampe che il collo e così, dopo averlo liberato, il fenicottero è stato tenuto in osservazione in ambulatorio per poterne accertare le condizioni di salute. Fortunatamente stava bene e adesso è finalmente tornato libero assieme al resto del suo gruppo, cosa che purtroppo non sempre accade in questi casi.
Quello delle lenze da pesca è infatti un problema molto diffuso e decisamente sottovalutato, soprattutto per gli uccelli. Il filo di nylon utilizzato dai pescatori è quasi invisibile e spesso viene tagliato o perduto accidentalmente sulle spiagge, lungo fiumi e laghi o nelle aree portuali. Gli uccelli acquatici, soprattutto i gabbiani, i trampolieri e i piccoli limicoli camminando tra scogli e battigia finiscono per aggrovigliarsi con le zampe nel filo invisibile che pian piano si stringe sempre più intorno agli arti.
Gli animali intrappolati fanno fatica a muoversi e spesso muoiono tra atroci sofferenze a causa di infezioni, lesioni e fame oppure finiscono per essere catturati più facilmente dai predatori. Sono centinaia solamente in Italia gli uccelli che perdono la vita ogni anno a causa di lenze e ami da pesca abbandonati e chiunque abbia mai praticato birdwatching in zone umide costiere sa bene quanto sia diffuso questo problema.
Quando si osservano grossi stormi di gabbiani, piovanelli, corrieri e altri uccelli acquatici è quasi scontato vedere individui con zampe avvolte dalle lenze o addirittura completamente amputate dal graduale stritolamento del filo di nylon. Il più delle volte i birdwatcher e gli ornitologi non possono far altro che osservare inermi perché, sebbene in difficoltà e condannati a morte certa, gli uccelli sono ancora in grado di volare ed è praticamente impossibile avvicinarli per soccorrerli.
Ma a essere minacciate sono anche le tartarughe marine o i cetacei che finiscono spesso per ingerire ami e lenze. Più volte ne abbiamo parlato su Kodami, anche assieme alla dottoressa Sandra Hochscheid del Centro Ricerche Tartarughe Marine della Stazione Zoologica Anton Dohrn. Fortunatamente Sirio il fenicottero è riuscito a tornare natura ma ami, lenze e reti da pesca minacciano e uccidono in tutto il mondo tantissimi uccelli e altri animali acquatici. È qualcosa che istituzioni e pescatori dovrebbero affrontare con maggior decisione.