Il Dobermann ha origine in Germania e deve il nome al suo creatore, Friedrich Louis Dobermann. È apprezzato per la sua grande taglia, la corporatura agile e muscolosa, gli occhi vivissimi e il lucido manto focato, nero o marrone.
socialità
- Rapporto con la famiglia umana3
- Rapporto con altri umani0
- Rapporto con altri cani0
- Rapporto con altri animali in casa0
attività
- Attività fisica3
- Giocosità0
- Ricerca3
- Riporto0
- Guardia3
adattabilità
- Vita in città2
- Adatto come primo cane0
- Adattabilità ai viaggi3
- Tolleranza alle temperature calde2
- Tolleranza alle temperature fredde1
cure e salute
- Cura del pelo1
- Predisposizione alle malattie2
- Attenzione all'alimentazione1
motivazioni
- Epimeletica2
- Affiliativa3
- Comunicativa0
- Et epimeletica1
- Somestesica3
- Sociale0
- Protettiva3
- Territoriale3
- Possessiva3
- Competitiva3
- Perlustrativa3
- Predatoria3
- Sillegica2
- Esplorativa2
- Di ricerca3
- Cinestesica2
- Collaborativa3
Nato per essere un cane da difesa, ha sviluppato caratteristiche e motivazioni spesso “ingombranti” ma che, se comprese e ben indirizzate, possono rivelarsi un’autentica ricchezza. Dalla polizia alle famiglie, il Dobermann è un cane che va gestito con molta responsabilità e consapevolezza e che ha bisogno di tante cure e amore; conoscerne le motivazioni e le caratteristiche è fondamentale per assicurargli una vita serena e piena d’amore.
Da sempre compagno di forze dell’ordine ed esercito, coraggioso cane da guardia di proprietà ed instancabile cane da lavoro, il Dobermann è un cane dalla grande intelligenza e spiccata sensibilità. Nei film gli abbiamo rifilato il ruolo del “cattivo”, quando poi, probabilmente, gli unici “cattivi” della situazione siamo proprio noi.
Origine: Germania
Standard: N° 143 / 14.02.1994 Gruppo 2 Cani di tipo Pinscher e Schnauzer Molossoidi e cani da montagna e Bovari Svizzeri Sezione 1.1 Pinscher e Schnauzer
Aspetto: Il Dobermann è un cane di taglia grande, dalla costituzione elegante e muscolosa. Il corpo è agile, la testa è proporzionata e ben sviluppata con tartufo nero e occhi ovali e scuri, le orecchie sono attaccate alte, medie e ricadono sulle guance. Gli arti sono forti, paralleli e muscolosi e la coda è portata alta, sottile e di media lunghezza. Il pelo è raso e liscio, privo di sottopelo, nero focato o marrone focato. Le dimensioni sono di cm. 68/72 per kg. 40/45 per i maschi e cm. 63/68 per kg. 32/35 per le femmine.
Motivazioni: Predatoria, possessiva, competitiva, territoriale, protettiva, affiliativa, somestesica, collaborativa.
Amante di: Inseguire prede, fare la guardia, proteggere la famiglia e la casa, difendere oggetti e risorse, fare attività con i propri umani.
Alimentazione, cura e mantenimento: Il Dobermann è una razza piuttosto delicata che può soffrire di alcune patologie, anche genetiche. Tra queste troviamo la displasia dell’anca e del gomito, malattie oculari (cataratta, atrofia progressiva della retina, ipoplasia), cardiomiopatia e ipotiroidismo.
La razza è inoltre soggetta alla malattia di Von Willebrand, che causa problemi alla coagulazione del sangue, e la mielopatia degenerativa, che può portare alla paralisi. Il Dobermann necessita di fare attività fisica e di un’alimentazione equilibrata e adeguata al suo stile di vita.
Origine e storia
Le origini del Dobermann sono piuttosto recenti, la nascita della razza risale infatti alla fine del XIX secolo, tra il 1850 e il 1870. La creazione della razza si deve a Friedrich Louis Dobermann, abitante di Apolda, borgo dell’attuale Turingia, in Germania. All’epoca la cittadina era al centro degli scambi economici della regione grazie alle numerose industrie tessili e alle fabbriche di campane che resero famosa nel mondo Apolda come la “città delle campane”, inoltre divenne sede doganale ed importante nodo ferroviario.
Ed è proprio qui che Dobermann svolse molteplici compiti, tra cui l’esattore delle tasse ed il messo comunale, lavori all’epoca particolarmente pericolosi e rischiosi, in quanto ruoli non particolarmente apprezzati dagli abitanti della città. È importante ricordare inoltre che l’uomo svolgeva anche il brutale compito di accalappiacani che lo portava costantemente a contatto con molti cani di diverso tipo e provenienza.
Dobermann, che era inoltre molto amante dei cani e delle esposizioni cinofile, ebbe perciò l’idea di creare una razza dalle spiccate qualità che potesse affiancarlo ed accompagnarlo durante le sue giornate lavorative. Iniziò a selezionare diverse razze che possedevano le caratteristiche idonee: partì dal Pinscher (piccolo cane molto somigliante al Dobermann), introducendo poi lo “Stoppelhopser” (antenato dell’attuale Pastore Tedesco), il Rottweiler, il Greyhound, il Beauceron, l’Alano blu e il Weimaraner; questo “mix” coniugava alla perfezione guardia e difesa, reattività, collaboratività e velocità nei movimenti.
Ci vollero diversi anni prima che la razza raggiunse il giusto equilibrio fisico e comportamentale (nel lungo processo di selezione intervennero altri allevatori), fino al 1898 quando venne riconosciuta, ben 4 anni dopo la morte del suo primo creatore.
Il primo albero genealogico ufficiale del Dobermann si deve ad Otto Göller, giudice di esposizione cinofile, grande estimatore e studioso della razza, che iniziò ad allevare i primi esemplari che entrarono a far parte del libro delle origini tedesco. Ben presto questa razza fu apprezzata particolarmente come da lavoro e da difesa; nei primi anni del 1900 si diffuse in Russia, dove fu impiegata come supporto alla polizia sovietica che apprezzava il Dobermann per la grande forza e lo spirito di adattabilità alle condizioni climatiche estreme dell’inverno russo.
Anche in Germania i Dobermann erano presenti all’interno delle forze dell’ordine e dell’esercito e, durante la Prima Guerra Mondiale, vennero impiegati come staffette, per recuperare dispersi e feriti e per fare la guardia ai depositi di armi e ai prigionieri.
Successivamente, il Dobermann si diffuse in tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti dove fu ampiamente impiegato nelle forze di polizia, accanto ai Pastori Tedeschi e ai Malinois, per la ricerca di persone, come cani antidroga e per sorvegliare le strade cittadine. Anche nel resto del mondo questa razza prese piede come ausilio della polizia e delle vigilanze private; il suo carattere deciso, coraggioso e molto indipendente, unito alla grande intelligenza, lo hanno reso uno dei cani più ambiti per il lavoro sul campo, dagli USA al Cile, dall’India all’Inghilterra. E proprio quest’ultima, nel 1966, ha deciso di rinunciare al Dobermann, dichiarando che: “Questo cane pensa più velocemente di ogni altra razza e agisce quasi all’istante. Ha bisogno di un conduttore realmente esperto”, scherzosamente alcuni quotidiani inglesi titolarono “Dobermans Too Smart For British Police” (I Dobermann sono troppo furbi per la polizia inglese), questo può far intuire quanto non sia semplice avere a che fare con questa razza.
Attualmente svolge ancora il compito come cane di alcune forze dell’ordine (i marines americani lo chiamavano “devil dog” per via dell’aspetto che assume in seguito al terribile taglio delle orecchie -ricordiamo che in Italia è una pratica assolutamente illegale), anche se viene sempre più apprezzato come cane da famiglia.
Motivazioni (desideri e bisogni)
Il Dobermann è stato letteralmente creato per essere un protettore perfetto, un guardiano coraggioso, un compagno fidato ed un temibile nemico per chiunque osi minare la sua stabilità e tranquillità. Non è difficile dunque immaginare che questa razza porta con sé un ventaglio ricchissimo di motivazioni, molto spesso “scomode” ed impegnative.
Prima fra tutte la possessiva, quella su cui il Dobermann regola la sua vita e misura i rapporti, insieme a quella competitiva. Questa razza è molto intelligente, per garantire una convivenza serena la cosa importante da fare è comprenderla e non mettersi in competizione o in eccessivo controllo: il Dobermann è infatti maestro nel gestire le risorse e gli spazi, trova estrema soddisfazione nel prendere oggetti e magari nasconderli tra i cuscini del divano per poi non fare sedere nessuno, seppellire o lasciare in giro gustosi masticativi sorvegliandoli e impedendo a chiunque di passarci accanto oppure controllando uno dei suoi umani, marcandolo stretto e tenendo lontano tutti quelli che osano avvicinarsi attraverso ringhi eloquenti e posture rigide. Se vi trovate in questa situazione non fate l’errore di togliere tutto ciò che è alla portata del Dobermann: troverà qualcosa comunque su cui esercitare possesso e si sentirà frustrato e privato. Ricordate che ha il diritto di disporre di oggetti e risorse che vanno gestiti con responsabilità.
Anche le motivazioni territoriale e protettiva sono alte: creato per difendere e proteggere merci e persone, ancora oggi non esiterà a fermare ogni “intruso” che prova ad oltrepassare la soglia di casa; di tendenza diffidente, per lui chi non appartiene al suo nucleo familiare rappresenta una potenziale minaccia. È molto importante dunque istruire i vostri ospiti su come comportarsi con il cane e, se necessario, addirittura creare uno spazio tranquillo in casa in cui il Dobermann può riposare lontano dai visitatori. Teniamo sempre a mente che non amano affatto il contatto e si irritano se vengono manipolati o accarezzati, soprattutto da persone sconosciute: la motivazione somestesica li rende molto irritabili in queste circostanze.
Le motivazioni collaborativa e affiliativa rendono il Dobermann un fedele e innamorato compagno di vita: ama fare attività e passare tempo con la sua famiglia e odia essere lasciato solo o isolato, la noia e la solitudine sono condizioni che lo distruggono e aprono la porta a depressioni e comportamenti autolesivi. Non è senz’altro semplice vivere accanto a questo impavido difensore ma, se saprete prenderlo dal verso giusto, avrete la certezza di vivere a fianco di un vero e proprio angelo custode.
Con i bambini la convivenza è possibile, perché si lega tanto ai suoi umani, insomma alla sua famiglia. Ma i momenti di gioco andrebbero sempre supervisionati -vale per tutti i cani questo, più che altro perché i bambini non sempre hanno il senso del limite.
Aspetto Fisico
Il Dobermann è un cane di taglia grande, elegante e con muscolature ben sviluppata. Il corpo è armonioso e proporzionato e si inscrivere nel quadrato (ovvero, visto di profilo, la sua figura rientra all’interno della figura immaginaria di un quadrato). La testa è allungata, con tartufo nero piuttosto largo, occhi scuri dalla forma ovale e orecchie di media grandezza, che ricadono sulle guance. Il pelo è raso e liscio, privo di sottopelo; i colori sono nero o marrone, con focature ruggine sul muso, sul petto, sulle zampe e nei posteriori. Tutti gli altri colori non sono da ritenersi nello standard. Le dimensioni variano in base al sesso e sono: per i maschi altezza dai 68 ai 72 cm per kg. 40/45 di peso, per le femmine altezza dai 63 ai 68 cm per kg. 32/35 di peso. Gli arti sono agili, forti e paralleli, la coda è piuttosto lunga e portata con l’estremità leggermente incurvata all’insù.
I Dobermann nascono con la coda lunga e leggermente curva, portata alta, e le orecchie, attaccate alte, sono pendenti e aderenti alle guance. La “spiegazione” più gettonata del taglio delle orecchie è che servisse alle razze usate nei combattimenti, per offrire meno "punti deboli" agli avversari. Stessa cosa per la coda, con l’aggiunta della “scusa” – valida per i cani da caccia – che fosse utile a evitargli di restare impigliati da qualche parte, o ancora a ferirsi con rovi e cose del genere. Scavando indietro nel tempo, c’è anche un’altra storia: lo scrittore Columella, nel 50 d.C., sosteneva che tagliare la coda ai cuccioli avrebbe estirpato i "vermi" che si annidavano al suo interno, e che erano responsabili della rabbia. Col tempo si è scoperto che quei "vermi" altro non erano che i tendini della coda e che quindi tagliarla non apportava alcun beneficio, anzi.
In conclusione, restano solo le ragioni estetiche: in pratica l’amputazione viene fatta per alimentare il mito del “fascino del male”. In Italia tutto ciò è vietato dal 2011: si rischiano multe fino a 30 mila euro e 18 mesi di reclusione in virtù di una normativa firmata dagli Stati Europei nell’87. Pensate però quanto ci abbiamo messo per metterla in pratica! In America invece il taglio di orecchie e coda non solo è ancora ammesso: è scritto proprio nello standard.
Cura e salute
A causa della manipolazione umana che ha subito, il Dobermann è una razza piuttosto delicata e soggetta a diverse patologie, di natura anche genetica. Tra queste ci sono la displasia dell’anca e del gomito, malformazioni (a carattere ereditario o ambientale) delle articolazioni che possono essere più o meno gravi e devono essere trattate con fisioterapia, terapia farmacologica o con intervento chirurgico.
Il Dobermann può soffrire anche di malattie oculari (come la cataratta, l’atrofia progressiva della retina e l’ipoplasia), di cardiomiopatia dilatativa, che porta aritmie ventricolari e disfunzioni sistoliche, e ipotiroidismo. La razza è inoltre soggetta alla malattia di Von Willwbrand, una patologia genetica che colpisce il fattore di coagulazione del sangue e può provocare emorragie, talvolta così gravi e prolungate da risultare fatali.
Anche la mielopatia degenerativa è una malattia che può colpire il Dobermann, si tratta in questo caso di una patologia che colpisce il midollo spinale causando debolezza degli arti posteriori, problemi di deambulazione e paralisi.
Il Dobermann non necessita di spazzolate frequenti ma soffre il caldo ed il freddo eccessivi, seppur adattabile, è bene fare attenzione a non sottoporlo a condizioni estreme. Ha bisogno, inoltre, di svolgere una buona attività fisica e di un’alimentazione adeguata.
È importante inoltre fare menzione della vecchia e assurda credenza per cui i Dobermann dopo una certa età “impazzissero” perché il loro cervello cresceva all’interno della scatola cranica. Chiaramente questo è impossibile, questa razza, come tutti gli esseri viventi non ha un cervello “espandibile” né tantomeno una predisposizione alla follia.
Questa leggenda metropolitana potrebbe derivare dal fatto che il Dobermann è un cane estremamente nevrile e sensibile e ha bisogno di una gestione attenta e corretta e, se i suoi bisogni vengono inascoltati, lui può presentare comportamenti “inusuali”, quali stereotipie, leccamenti, eccessive vocalizzazioni o “pinzate” apparentemente casuali: probabilmente, quando gli studi sul comportamento del cane erano pressoché inesistenti, la pazzia fu l’unica, assurda e irrazionale, spiegazione.
Poi c'è da dire un'altra cosa, la più importante: il cervello di un cane non cresce in maniera incontrollata e pure se ci fosse una malattia rara che fa crescere senza sosta la materia grigia, l'aggressività sarebbe l'ultimo dei problemi, perché il cane farebbe fatica a muoversi, a mangiare, a respirare.
Cosa fare con un Dobermann
Se avrete l’ardire di scegliere un Dobermann come compagno, avrete anche una vastissima scelta su cosa poter fare insieme a lui: l’importante è essere dinamici, mettersi in gioco e avere tanta, tantissima consapevolezza.
Innanzitutto, con un Dobermann potete andare a fare lunghe camminate, escursioni in montagna, accidentati sentieri nel bosco: lui vi seguirà con entusiasmo, osservando con estrema attenzione tutto ciò che accade intorno a voi. Un’accortezza: occhio agli animali selvatici e ad eventuali incontri, la sua reattività è difficile da prevedere e, soprattutto, da fermare.
Con lui potete anche cimentarvi in attività da fare insieme, come l’agility e la mobility ma anche con la ricerca di persone o le piste nel bosco. La versatilità del Dobermann vi stupirà anche se gli proponete complessi giochi di attivazione mentale o l’apprendimento di qualche esercizio. È davvero un cane con un gran voglia di fare, ma non proponetegli la passeggiata di shopping o l’aperitivo in centro: reattivo com’è, sarebbe davvero sovrastimolato e si creerebbero potenziali situazioni di disagio. Dedicategli però anche tanto tempo di relax e coccole, dietro quell’aspetto austero si nasconde un cuore tenero che batte forte per voi.
Relazione e contesto ideale
Il Dobermann è un cane piuttosto impegnativo dal punto di vista della gestione e soprattutto per riuscire a garantirgli benessere. È chiaro quindi che le persone che optano per adottare questo cane devono essere consapevoli, responsabili, con la voglia e l’intenzione di conoscere a fondo la razza e le sue caratteristiche.
Il contesto ideale del Dobermann è senz’altro una famiglia giovane, dinamica e con un carattere sicuro ma non autoritario, che abbia voglia di condividere la vita con un compagno a quattrozampe in un rapporto “alla pari”, tenendo presente inoltre che è un cane che mal sopporta la solitudine e che quindi ha bisogno di presenza quasi costante.
Non ama molto i bambini né gli altri cani, sarebbe preferibile che fosse figlio unico; nel caso in cui ci fossero piccoli umani è di fondamentale importanza istruirli bene su come comportarsi con il Dobermann, sul rispetto degli spazi e delle risorse e preferibilmente tenere sempre sotto osservazione le interazioni tra loro e il cane, anche quelle di gioco.
Può vivere in città ma è necessario garantirgli la giusta dose di movimento e natura, le persone adatte a lui devono avere sufficiente tempo libero per dedicarsi a questo.
Una giornata con un Dobermann
Suona la sveglia, vi svegliate e vedete due occhi scurissimi e brillanti che vi osservano nella penombra, è il vostro Dobermann, già attivo, pronto a scortarvi in cucina. Fate una colazione veloce, vi preparate, mettete la pettorina al vostro cane e uscite.
Abitate poco fuori città, in un quartiere tranquillo ma preferite comunque la mattina presto per la passeggiata, l’aria è più fresca, c’è poca gente in giro e meno stimoli che sfrecciano accanto al vostro Dobermann, che si sta godendo i primi raggi di sole della giornata.
Arrivati al parco, assicurandovi che non c’è ancora nessuno, liberato il Dobermann in una zona verde recintata, dove lui può perlustrare ogni angolo, correre dietro a qualche piccolo insetto ed inseguire una pallina lasciata da un precedente ospite.
Dopo circa un’ora tornate a casa, è il momento di lavorare. Avete scelto il Dobermann perché consapevoli di poter portare anche lui con voi, senza lasciarlo da solo per molto tempo: avendo una piccola attività potete tenerlo con voi durante il giorno, sistemandolo in un accogliente angolino creato per lui con un bel cuscino e tutte le sue comodità, dove può riposare indisturbato.
La giornata trascorre tranquilla e arriva il momento di uscire! Raggiungete il vostro partner e partite tutti e 3 verso la campagna: seguite un divertente corso di ricerca olfattiva presso un centro cinofilo e ne approfittate anche per fare una bella camminata insieme. Sono ore davvero piacevoli che vi danno la grande opportunità di conoscere più a fondo il vostro cane e di migliorare la relazione.
La sera rientrate a casa per cena e dopo vi sistemate sul divano; dopo un bel film è ora di andare a letto, con il vostro Dobermann che dorme sereno ai vostri piedi, sempre pronto ad amarvi e difendervi incondizionatamente.