Il DL Agricoltura si appresta ad approdare in Parlamento per la conversione in Legge. Il deputato cacciatore e candidato alle prossime elezioni europee Francesco Bruzzone ha pubblicamente dichiarato di volere trasferire il contenuto della sua proposta di legge, ormai nota come Legge Sparatutto, attualmente bloccata in Commissione Agricoltura della Camera, nel testo del Decreto.
L’obiettivo di Bruzzone, la cui campagna elettorale è tutta incentrata sul promettere ai cacciatori di cancellare i principali limiti previsti dalla legge sulla caccia, compresa la possibilità di sparare persino ai lupi, è quello di aggirare le regole parlamentari e sfruttare l’iter accelerato previsto per la conversione dei DL, approvando misure che gli attivisti per i diritti dell'ambiente e degli animali ritengono «contrarie alla costituzione e alle norme a tutela della biodiversità, facendosi così beffa delle regole democratiche del nostro Paese».
A denunciare le misure del Dl Agricoltura sono le associazioni ancora una volta riunite per un obiettivo comune: «Mai avremmo potuto pensare che un parlamentare della Repubblica Italiana potesse promuovere un tale affronto contro il Parlamento, esautorato delle proprie prerogative sovrane e trasformato in uno strumento per beceri scambi elettorali al solo scopo di favorire l’interesse privato dei cacciatori, una risicata minoranza di cittadini. Il furore ideologico del Governo e della maggioranza che antepone logiche utilitaristiche ed egoiste alla tutela dei beni comuni, in primis dell'ambiente e della vita selvatica, ha prodotto anche questo paradosso, l’ennesimo dell’attuale legislatura». Lo dichiarano le associazioni ENPA, LAC, LAV. LEGAMBIENTE, LEIDAA, LIPU, OIPA, FEDERAZIONE NAZIONALE PRO NATURA, LNDC ANIMAL PROTECTION E WWF ITALIA.
«Gli emendamenti che Bruzzone vorrebbe integrare nel DL Agricoltura si riferiscono a provvedimenti di inaudita gravità – sottolineano le organizzazioni- come l’emanazione dei calendari venatori con legge e non con atto amministrativo, al solo scopo di evitare che le associazioni, possano impugnare i provvedimenti ritenuti illegittimi, la deregolamentazione dell’utilizzo degli uccelli come richiami vivi, legalizzando così uno dei traffici illegali più fiorenti in Italia». A questo si aggiunge la cancellazione del divieto di caccia nei valichi montani, luoghi di passaggio obbligato per gli uccelli migratori che diventerebbero trappole mortali e veri e propri luna park per i cacciatori.
«Se questo blitz dovesse andare in porto, aprirebbe la strada al bracconaggio legalizzato, determinando decine di contenziosi con l’Europa ma soprattutto causando danni irreparabili alla biodiversità che è patrimonio di tutti. Per fare favori a capricciosi cacciatori e armieri assetati di soldi, tutti i cittadini italiani saranno costretti a pagare le sanzioni di Bruxelles. Al Parlamento tutto – concludono le associazioni – chiediamo un sussulto di responsabilità, affinché non acconsenta a farsi esautorare da queste logiche perverse. Alle opposizioni chiediamo di fare fronte comune per evitare una nuova ferità, l’ennesima, alla nostra Carta costituzionale e alla Natura».