Prima si avvicina con aria incuriosita alla videotrappola, poi prova ad “assaggiarla”. Quando capisce che non è nulla di commestibile si allontana, seguito dai fratelli, e si perde nel bosco. La sequenza ha come protagonista un cucciolo di lupo ed è stata ripresa dall’attrezzatura di Chiara Alessandrini, collaboratrice dell’associazione “Io non ho paura del lupo”: una testimonianza preziosissima, oltre che buffa e tenera, del comportamento di questi predatori, troppo spesso purtroppo vittime dei pregiudizi.
Le immagini arrivano dalla pianura parmense, e ritraggono un gruppo di giovani lupi che fanno parte di un branco che l’associazione sta seguendo e monitorando dal 2021. Il periodo è quello autunnale, e nel video è evidente come i lupetti stiano prendendo confidenza con l’ambiente che sta loro intorno: «Il gioco è uno strumento fondamentale durante lo sviluppo dei cuccioli – ha spiegato l’associazione diffondendo il video – sia quello "sociale" condiviso con gli altri individui della cucciolata, sia le interazioni con l'ambiente circostante, che permettono agli individui di apprendere tramite l'osservazione, contribuendo così a sviluppare quella flessibilità di comportamenti individuali che diventa la capacità di generalizzare le azioni da un contesto all’altro, base del successo del lupo nell’adattarsi agli ambienti più svariati».
I cuccioli, come detto, appartengono a un branco di pianura che l’associazione monitora ormai da due anni e che vive non troppo lontano dalla città di Parma. Nel periodo compreso fra la primavera 2021 e la primavera 2023 sono stati raccolti oltre 300 video: «Una famiglia di lupi di pianura, ma perché? – racconta Chiara Alessandrini – Perché la Pianura Padana è stata l’ultima zona che i lupi, nel loro percorso di ricolonizzazione della nostra penisola, hanno scelto di rioccupare. Con un paesaggio oggigiorno quasi completamente modificato dall’uomo e reso artificiale, che lascia pochissimi spazi di naturalità residua, e con una diffusione capillare di insediamenti umani, ai loro sensi non doveva apparire molto invitante. Eppure proprio in quel “quasi” (ma non completamente) e in quel “pochissimi” (ma pur sempre qualcuno) hanno saputo ritrovare il loro spazio in quella che un tempo era una foresta fitta e buia, abitata anche da loro, come è testimoniato sia dai toponimi che dai resti fossili. Un ulteriore elemento della preziosa biodiversità che ancora resiste».
Nel corso del monitoraggio, Alessandrini ha avuto modo di osservare il branco, pur con qualche difficoltà derivante dal disturbo antropico: dopo un primo avvistamento nel 2021 la femmina dominante e i giovani adulti che erano con lei sono spariti, ricomparendo poi a febbraio 2022. Grazie alle videotrappole, alle fatte e alle tracce di predazione, gli esperti dell’associazione nel corso dei mesi hanno individuato il maschio dominante, ribattezzato Rufus, e la femmina dominante, compagna di Rufus, soprannominata Macchia per via della mascherina facciale disgiunta, con i pomelli bianchi sulle guance. Le immagini hanno consentito di accertare, a fine 2023, che il branco contava su almeno 4 individui adulti oltre a due cuccioli infestati dalla rogna.
«Nel primo trimestre 2023 riprendiamo il branco con regolarità, con Rufus e Macchia che appaiono sempre insieme da fine gennaio a metà marzo – prosegue il report di Alessandrini – Rufus inizia a manifestare i primi sintomi di rogna a fine marzo mentre alcuni individui presentano i segni di postumi. In particolare in questo arco di tempo riprendiamo una giovane che mostra una crescita palesemente ridotta. Quindi almeno due cucciole sono riuscite a superare la grave infestazione che le aveva colpite a fine estate ed a sopravvivere fino alla primavera».
I cuccioli che si sono divertiti a “sgranocchiare” le videotrappole sono dunque i nuovi arrivati in questo branco della pianura padana, nati con tutta probabilità in primavera e “usciti allo scoperto” in autunno, per iniziare a prendere confidenza con l’ambiente circostante. Il monitoraggio continuerà anche nel nuovo anno, sia per proseguire nella raccolta di dati sia per capire come evolveranno i destini di questi cuccioli, che da poco si sono affacciati alla vita in natura.