Dopo oltre 20 anni di attività non sarà più la Lipu a gestire il Centro di recupero della Fauna Selvatica (Cras) di Villazzano di Trento. Dal primo gennaio del 2023, infatti, la Provincia Autonoma ha deciso di gestire direttamente il centro, sospendendo la convenzione che l'associazione animalista aveva stipulato con il Servizio provinciale Foreste e Fauna.
«La decisione è avvenuta circa due mesi fa ed è stata determinata dall'idea di realizzare un centro più grande che andrà a sostituire completamente l'attuale Cras – commenta Sergio Merz, Delegato della sezione trentina della LIPU – In Italia sono quasi sempre associazioni come la nostra ad occuparsi dei centri di recupero della fauna selvatica e, in genere, si fa forte affidamento sul volontariato. Evidentemente la Provincia Autonoma di Trento dispone di fondi sufficienti per gestire una struttura più grande, magari con l'ausilio di un maggiore numero di dipendenti. Non ci resta che attendere e scoprire se sarà effettivamente così».
«Perderemo decenni di esperienza sul campo»
La notizia era arrivata già lo scorso mese di maggio e Merz aveva immediatamente espresso le proprie preoccupazioni a riguardo, sostenendo che si trattasse di una decisione legata ad un interesse politico e non avesse a che fare con aspetti tecnici.
L'Ufficio Stampa provinciale aveva risposto alle parole del responsabile con una nota, in cui chiariva la posizione delle istituzioni locali: «Con la gestione diretta della Provincia, questo servizio sarà mantenuto, se non addirittura potenziato. Ricercheremo tutte le forme possibili di collaborazione e valorizzazione con il prezioso mondo delle associazioni di volontariato».
La notizia del passaggio di gestione, però, non ha convinto nemmeno le altre associazioni animaliste attive sul territorio e unite nel Coordinamento degli ambientalisti trentini, ovvero ENPA, LAC, LAV, Legambiente, PAN EPPAA, WWF, le quali pochi giorni fa, attraverso la pubblicazione di una lettera aperta, hanno richiesto un incontro con l'Assessore all'agricoltura, foreste, caccia e pesca, Giulia Zanotelli e con Raffaele De Col, Dirigente generale del dipartimento protezione civile, foreste e fauna della Provincia, con l'intento di discutere la decisione di sospendere la convenzione in atto.
«Ferma restando la nostra perplessità sulla validità di una decisione che azzera decenni di esperienze sul campo, sempre in accordo e supporto all'Ente pubblico, siamo preoccupati per il vulnus che si verrà a realizzare nel passaggio fra la gestione attuale, consolidata nelle procedure e snella, veloce e accurata negli interventi, e quella "nuova", di cui ancora non sono noti ambiti di competenza, procedimenti o risultati attesi – scrivono le associazioni nella lettera – Le conoscenze ed esperienze acquisite in questi 20 anni, grazie alle quali abbiamo visto un incremento sempre più importante di soggetti soccorsi positivamente, recuperati e ricollocati in natura, sono un patrimonio che potrebbe venire a mancare agli animali destinatari delle attività a loro salvaguardia».
Enpa Trentino: «Siamo estremamente preoccupati per questo cambiamento»
«Pur non essendo coinvolti direttamente nella gestione del Cras, siamo estremamente preoccupati per questo cambiamento – spiega a Kodami Ivana Sandri, presidentessa della sezione trentina di Enpa (Ente Nazionale Protezione Animale), una delle associazioni firmatarie – La fauna selvatica è un patrimonio indisponibile dello Stato e rappresenta un valore che nessuna istituzione può permettersi di ignorare e calpestare. I cittadini si rivolgono a noi per capire chi chiamare in caso di necessità, per questo vogliamo fortemente che sia garantita un'adeguata attività di soccorso e reimmissione sul territorio».
Un'ulteriore preoccupazione dell'associazione animalista è legata alla possibilità che la struttura di Villazzano segua lo stesso destino del recinto del Casteller, il centro di recupero della fauna, non molto distante dal Cras, divenuto famoso anche al di fuori dal territorio provinciale perché destinato prevalentemente alla reclusione degli orsi considerati potenzialmente pericolosi.
«Il centro faunistico di Trento Sud è oggi gestito dall'associazione cacciatori – conclude Sandri – La maggior parte dei recinti al suo interno, costruiti per accogliere i selvatici feriti, sono desolatamente vuoti e inutilizzati, nonostante l'enorme numero di animali investiti ogni anno sulle strade del Trentino. I cittadini che si preoccupano di soccorrere gli animali selvatici in difficoltà, e sono moltissimi, devono sapere che il soccorso e la cura della fauna selvatica ferita non pare occupare i pensieri delle istituzioni che dovrebbero esserne responsabili».