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31 Dicembre 2023
15:00

Il cranio di un plesiosauro, un cucciolo di gorgosauro e le altre scoperte paleontologiche più importanti del 2023

Il 2023 è stato un anno molto importante per la paleontologia, che si è resa protagonista delle ricerca tramite nuovi progetti e importanti scoperte.

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Il 2023 è stato un anno molto ricco di scoperte scientifiche, che hanno interessato anche le ricerche paleontologiche. Fra grossi dinosauri e ritrovamenti eccezionali relativi ai nostri antenati, passando per il sequenziamento genetico di alcune antiche specie estinte tramite l'analisi del DNA antico, gli ultimi 12 mesi sono stati particolarmente ricchi di sorprese.

È grazie al contributo di paleontologi e ricercatori, i quali hanno esplorato i luoghi più sperduti del globo alla ricerca dei fossili più eccezionali e meglio conservati, che è stato possibile realizzare queste ricerche e a cui dedichiamo la realizzazione di questo articolo, che presenta una breve lista delle migliori scoperte compiute quest'anno.

Il cranio di Pliosauro meglio conservato mai scoperto

Forse la recente scoperta di un grosso cranio di Pliosauro, fra le scogliere della Jurassic Coast inglese, verrà ricordata come uno uno dei ritrovamenti più eccezionali degli ultimi anni, visto che ha permesso agli scienziati di osservare la maestosità di un animale che incuteva enorme paura in tutte le altre specie di rettili marini, che nuotavano al largo dell'oceano Atlantico, 150 milioni di anni fa.

Il reperto è stato presentato in pompa magna dalla rete nazionale inglese – la BBC – e mostrato in tutta la sua terrificante bellezza a Sir David Attenborough, che durante la notte del prossimo primo dell'anno presenterà una puntata speciale del suo programma, dedicata al suo ritrovamento.

Questo fossile è importante anche perché fornisce uno degli esemplari più completi di rettile marino che la storia della paleontologia ricordi e nel corso delle passate settimane i paleontologi non hanno fatto altro che ripetere come molto probabilmente questo esemplare disponesse uno dei morsi più potenti mai apparsi sulla Terra.

Paragonato al più noto T. rex, la specie di questo ritrovamento deve essere ancora identificata e parte dei resti dell'animale devono essere ancora recuperati dalle coste inglesi.

I Neanderthal erano degli ottimi cacciatori

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Sono state molteplici anche le scoperte inerenti i nostri antichi cugini neandertaliani, che quest'anno si sono resi protagonisti di un gran numero di studi. Per esempio, dopo un dibattito durato oltre cento anni, le ultime ricerche hanno confermato come la loro specie avesse evoluto straordinarie tecniche di caccia, in grado di abbattere anche enormi prede come gli elefanti dalle zanne dritte e leoni delle caverne. 

Si è anche scoperto che i Neanderthal erano in grado di cacciare formando grandi gruppi di cacciatori e che collezionavano talvolta teschi animali, come è successo in una popolazione della Spagna meridionale. In Italia inoltre si è anche definitivamente stabilito, grazie a delle analisi genetiche, che gli esemplari ritrovati all'interno di alcune grotte del Circeo appartenevano a individui ibridi, metà sapiens e metà Neanderthal.

Cucciolo di gorgosauro con una preda all'interno dello stomaco

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Immagine proveniente dallo studio

Una delle scoperte più eccezionali compiute quest'anno, in ambito dei dinosauri, è stato il ritrovamento di un piccolo di Gorgosaurus, parente del più noto T. rex, che presentava uno stomaco ancora colmo dei resti della sua ultima preda. Questa è stata infatti la prima volta che i paleontologi hanno trovato un fossile di tirannosauride con queste caratteristiche, che hanno permesso tra l'altro anche di capire quale fosse la dieta degli esemplari giovanili.

Fino a quest'anno, infatti, gli scienziati brancolavano nel buio riflettendo su cosa dovessero mangiare i cuccioli di questi predatori, una volta troppo cresciuti per essere ancora protetti all'interno del nido. Alcune teorie avevano ipotizzato che questi animali potessero procacciarsi proteine, mangiando animali già morti, scovati in giro o alimentandosi con prede di piccole dimensioni, ma il nuovo reperto ha finalmente risolto il mistero: a differenza di quanto è stato ritenuto probabile per decenni, lo stomaco di questo piccolo predatore non dispone dei resti di mammiferi o di piccole lucertole, ma le zampe di due giovani dinosauri simili a uccelli, chiamati CitipesQuesto comporta che appena dopo essere abbandonati dai loro genitori, i piccoli tirannosauridi erano già in grado di eseguire complessi comportamenti di caccia.

Nuove informazioni sulla storia paleontologica dell'Africa mesozoica

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Diversi ricerche hanno anche permesso di scoprire com'era l'Africa continentale durante l'epoca dei dinosauri, uno dei territori meno battuto dai paleontologi di tutto il mondo. Per anni considerato infatti un territorio ostile in cui fare ricerca, negli ultimi 12 mesi il continente africano è stato fonte di diverse sorprese, dimostrando ai ricercatori che è possibile ottenere importanti scoperte anche nei posti più improbabili del pianeta.

Uno studio, per esempio, ha dimostrato che l'Africa subsahariana era abitata da numerose specie di dinosauri di piccole e medie dimensioni, che hanno lasciato alcune impronte nel Lesotho. Altri team invece hanno scoperto che sulla costa atlantica dell'Africa centrale e settentrionale numerosi grandi predatori lottavano per il predominio del territorio, formando un complesso ecosistema terrestre pochi milioni di anni prima la grande estinzione.

L'Africa si è dimostrata dunque un importante frontiera della paleontologia moderna e secondo alcuni esperti potrebbe porsi subito sotto la Cina, per quanto riguarda l'importanza dei futuri ritrovamenti.

Nuove specie, nuovi indizi, ulteriori conferme

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Anche quest'anno sono state numerose le nuove specie estinte ritrovate fra i giacimenti fossili del pianeta, ma tra le centinaia di creature scoperte ce ne sono alcune che si sono contraddistinte per la loro relativa importanza. Fra questi c'è Fujianvenator prodigiosus, un dinosauro aviano che è stato trovato nel nord della Cina. Esso presenta delle morfologie ibride che consentono agli scienziati di confermare la "teoria teropoda" dell'origine degli uccelli e ha permesso anche di capire che la comparsa dei primi dinosauri pennuti avvenne molto prima del previsto.

Molto importante è stato anche il ritrovamento del Venetoraptor gassenae, imparentato con gli pterosauri e di un gigantesco sauropode in Spagna, che ha dimostrato come anche l'Europa fosse abitata da dei veri giganti. Il ritrovamento poi di 256 uova di titanosauri in India ha svelato nuovi dettagli sulla loro riproduzione, che rimane uno dei grandi enigmi irrisolti della paleontologia moderna.

Scoperti alcuni antenati dei primati che vivevano nell’Artico

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Il ritrovamento di alcuni nostri antenati presso l'isola di Ellesmere, all'interno del circolo polare artico, ha concesso ai paleontologi di scoprire la storia di una particolare specie del genere Ignacius, che visse durante l'Eocene all'interno di una foresta ormai scomparsa, sostituita dalle banchine di ghiaccio. Questi animali, a differenza della nostra specie, erano perfettamente adattati a vivere all'interno delle foreste ed erano più simili alle marmotte che alle scimmie.

L'alta qualità dei ritrovamenti ha inoltre permesso agli esperti di conoscere meglio la loro dieta e il loro comportamento, molto simile a quella dei mammiferi antecedenti. La loro scoperta ha poi anche concesso ai geologi di confermare la relativa assenza di ghiaccio ai poli, nell'epoche successive la grande estinzione dei dinosauri. Il Paleocene e l'Eocene furono infatti dei momenti relativamente più caldi, per il pianeta, che era quasi del tutto ricoperto da folte foreste.

Scoperta l’origine degli antichi babbuini egiziani mummificati

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Uno studio archeologico che ha usato le moderne tecniche di sequenziamento genico con DNA antico ha anche permesso quest'anno di risolvere uno dei quesiti storici più importanti, rimasti irrisolti: da dove provenivano i babbuini allevati e venerati nei templi egizi? Questi animali venivano infatti venduti agli antichi sacerdoti egiziani da dei mercanti esteri, per soddisfare l'enorme richiesta di esemplari che finivano dentro i circuiti dei nobili più facoltosi.

Migliaia di babbuini mummificati sono stati inoltre trovati in diverse tombe egizie, un indizio del fatto che questa specie veniva molto rispettata dagli antichi. E dai risultati dello studio, compiuto sfruttando diversi esemplari conservati nei musei egiziani ed europei, gli archeologi hanno finalmente stabilito che la maggioranza delle scimmie ritrovate in Egitto provenivano dal Corno d'Africa.

Nuove scoperte compiute sull'estinto tilacino

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Tilacino o tigre della Tasmania

Diversi altri studi si sono infine concentrati sul tilacino, un marsupiale estinto, anche noto come tigre della Tasmania, attraverso il sequenziamento del suo RNA e l‘analisi dei vetrini che contenevano sezioni del suo cervello. Il tilacino è anche uno dei principali candidati per un tentativo di "risurrezione genetica", insieme al Mammut, ma probabilmente dovranno passare ancora diversi anni affinché un team di ricerca tenti realmente di compiere questa impresa.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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