A quattro anni dalla chiusura della precedente struttura, Bolzano potrà nuovamente contare sulla presenza di un centro di recupero animali selvatici. A diffondere la notizia è stata l'Assessora all'ambiente del capoluogo suditirolese, Chiara Rabini, al termine della seduta della giunta comunale di lunedì 6 marzo.
L'area destinata al centro, nominato Crab, si trova sulla collina di Castel Firmiano, poco a Sud di Bolzano e le attività potranno essere portate avanti anche grazie al sostegno diretto della Provincia Autonoma.
«Avevamo questo obiettivo da tempo e, in collaborazione con Lav, Wwf e con i precedenti gestori del centro, abbiamo lavorato intensamente per riuscire a trovare finalmente una soluzione a questa carenza – commenta a Kodami Chiara Rabini – Ora daremo il via ai dettagli burocratici ma, secondo le previsioni, entro la fine dell'anno potremo finalmente tornare ad avere un luogo dove accogliere e curare gli animali feriti».
La chiusura nel 2019, la lunga ricerca di un luogo adatto e poi la soluzione
Nel 2019 la struttura, situata allora in Via Rio Molino, a Bolzano, aveva dovuto chiudere a causa di alcune inadeguatezze che la avevano resa inagibile. «A partire da quel momento gli animali sono stati soccorsi dalla Lav, dal Wwf e dai cittadini, i quali si sono mossi a titolo volontario – spiega l'Assessora – Le cure, invece, sono state affidate al medico veterinario Vincenzo Mulé, il quale riceveva poi i rimborsi da parte della Provincia Autonoma».
Dopo quattro anni di stallo, la vicenda ha visto una rapida accelerazione negli ultimi mesi, anche grazie al contributo dello stesso Vincenzo Mulé, che ha presentato la propria posizione a riguardo di fronte alla giunta comunale. Si è aggiunto, poi, il supporto di Lav e, in particolare, di Wwf Italia che, la scorsa settimana, ha inviato una lettera alla giunta, firmata da Karol Tabarelli de Fatis, delegato regionale dell'organizzazione, in cui sottolinea anche l'utilità del Crab dal punto di vista del monitoraggio faunistico.
«Come accade per altre Regioni e Province, il centro diventerebbe un insostituibile punto di riferimento per la raccolta di statistiche dei fenomeni e le cause dei ricoveri, ma soprattutto di approfondimento clinico di alcune malattie riscontrate nell’avifauna cittadina e di monitoraggio epidemiologico. Si tratta di due funzioni fondamentali per poter dare una risposta immediata a problematiche emergenti che verrebbero ovviamente svolte in stretta collaborazione con gli organismi preposti, come l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, la Provincia Autonoma di Bolzano ed il Comune di Bolzano».
A Kodami, Tabarelli de Fatis ha commentato la notizia con soddisfazione: «Quanto deliberato nel corso della riunione di giunta del 6 Marzo è un'ottima notizia per la fauna selvatica e al tempo stesso per la cittadinanza e aggiunge – Mi sento di dire che è anche un lodevole esempio di come le pubbliche Amministrazioni possano interagire tra loro per un fine comune».
La proposta di Castel Firmiano è stata accolta con piacere
Le associazioni avevano puntato a lungo sulla riapertura della struttura di Via Molini, ma la proposta della giunta riguarda, invece, un terreno recentemente bonificato, situato a Sud del capoluogo nei pressi di Castel Firmiano.
«La nuova proposta è stata accolta con piacere da tutti gli interessati, perché si tratta di una zona raggiungibile agilmente dalla città ma, allo stesso tempo, indipendente e adeguata alla presenza di specie selvatiche – spiega Rabini – L'ambiente circostante è a sua volta ricco di biodiversità e nel progetto che verrà presentato in Provincia nelle prossime settimane, è presente anche la creazione di specchi d'acqua».
L'obiettivo del Comune e delle associazioni, secondo quanto dichiarato da Rabini, è quello di riuscire a renderlo anche un luogo di incontro con la comunità: «Lo immaginiamo come un polo di educazione al rispetto dell'ambiente, dove accogliere e sensibilizzare i cittadini alla tutela della biodiversità – afferma l'Assessora all'ambiente – Ritengo che si tratti di un tassello importante, in particolare per una città come Bolzano, dove le specie selvatiche che vivono negli ambienti urbani sono numerosissime».
L'associazione culturale Crab è ora chiamata a presentare entro il 30 marzo il proprio Progetto alla Provincia Autonoma, che si è impegnata a coprire il 90% delle spese, mentre il restante 10% proverrà da fondi privati.
«Quando ottenuto è un elemento importante anche nell'ambito del Green City Accord, a cui ho aderito personalmente per la città di Bolzano». Il progetto a cui fa riferimento l'Assessora è un movimento a cui le amministrazioni delle città europee possono aderire con l'obiettivo di costruire un nuovo futuro per le zone urbane entro il 2030, definendo le proprie strategie di tutela dell'ambiente per i successivi 5 anni, pianificando le proprie politiche a riguardo e, ogni tre anni, a presentando una relazione sull'avanzamento dei progetti.
«Uno dei punti più importanti di questo accordo è quello legato alla realizzazione di progressi significativi nella conservazione e nella promozione della biodiversità urbana e nel contrasto alla perdita della biodiversità all'interno delle città. Ritengo quindi che la riapertura del Crab rappresenti anche un importante tassello di fronte ai patti con l'Unione Europea», conclude Rabini.
«Il mio auspicio e che ora, individuati gli spazi ed in attesa dei progetti definitivi, si possa andare a definire un protocollo di gestione della fauna selvatica in difficoltà concordato e condiviso tra tutte le realtà che in Alto Adige hanno a che fare con questo mondo – conclude invece Tabarelli de Fatis – In particolare speriamo che il luogo individuato per l'associazione che si occupa da due decenni della cura e riabilitazione di uccelli e piccoli mammiferi, sia finalmente un luogo decoroso in cui operare».