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29 Agosto 2024
16:13

Il coyote di Central Park non è più single: avvistato con una compagna

Il coyote arrivato a Central Park nel 2019 ha sempre vagato in solitaria. Da un anno, però, sembra avere trovato una femmina con cui fare coppia.

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Un coyote a Central Park – credit Central Park Conservacy

Con i suoi 340 ettari di vegetazione, Central Park non è soltanto il parco pubblico più grande e importante di New York, ma è anche una sorta di “bosco” cittadino che ospita una vasta gamma di animali selvatici tipici dello Stato di New York. Compresi i coyote, animali presenti nella Grande Mela fin dagli anni '30, avvistati in aree interne come la cosiddetta “Ramble” e North Woods, sorta di “sotto quartieri” del gigantesco Central Park.

I coyote sono presenze accertate (e rispettate) nel parco, principalmente perché trattandosi di animali territoriali è difficile trovarne più di uno, o di una coppia, all'interno dei comprensori. Da qualche anno uno in particolare ha attirato l’attenzione dei visitatori: un maschio che sino a qualche tempo fa si aggirava per Central Park in solitaria, e che adesso ha trovato una compagna. A confermarlo al sito Gothamist sono stati i ricercatori del Gotham Coyote Project, che si occupano del monitoraggio dei coyote a Central Park, e che hanno ipotizzato che il maschio e la femmina si siano incontrati circa un anno fa e da lì sia nata l’unione.

«Aspettiamo a dare l’ufficialità, perché i coyote sono molto elusivi e bisogna analizzare a fondo i filmati delle fototrappole – hanno spiegato – Ma ne siamo piuttosto certi. La loro presenza dimostra che questo carnivoro urbano sta espandendo il suo areale nei parchi cittadini, basta dare loro il tempo di farlo».

Il coyote maschio è arrivato a Central Park nel 2019, e sino a oggi era l’unico a occupare questo territorio. La compagna ha probabilmente seguito il suo stesso percorso, finendo per incontrarlo. A oggi l’unione non ha dato vita a cuccioli, ma non è escluso che possa accadere in futuro: la stagione degli amori inizia a fine inverno (gennaio-marzo) e le femmine partoriscono circa due mesi dopo.

«Un coyote solitario può scavare una tana nella speranza di incontrare una compagna, ma non la usa davvero a meno che non abbia i cuccioli – ha detto Chris Nagy, cofondatore del progetto Gotham – Dormiranno sotto un cespuglio o in un tronco. È possibile che la vita in città abbia impedito alla coppia di stabilirsi e diventare genitori. A Central Park ci sono tantissime persone, non vedo un modo per loro di nascondere una tana e riprodursi in tranquillità».

Come detto, a New York i coyote sono una presenza ormai assodata da anni. Il loro territorio  si è espanso nella Grande Mela per oltre un ventennio, principalmente tramite Westchester, ma l’urbanizzazione li ha costretti a migrare attraverso i parchi del Bronx al confine con la città, nei distretti circostanti e a Long Island. Nagy e il team di ricercatori li monitorano dal 2010 utilizzando anche il dna, e sono riusciti ad accertare che tutti gli esemplari cittadini, da Central Park al Queens a Long Island, sono tutti imparentati tra loro.

Il coyote è un canide endemico del Nord America, più piccolo del lupo e, rispetto ai cani, ha zampe più lunghe, muso più appuntito e profilo più snello. Sono predatori opportunisti, il che significa che si ciba di ciò che riesce a trovare ed è disponibile: roditori, uccelli, vegetazione, insetti e anche carogne. Central Park si è quindi impegnato a sensibilizzare i visitatori e i frequentatori sull’importanza di non dare cibo ai coyote e di non lasciare rifiuti o avanzi in giro. La loro presenza però è tollerata e rispettata: come si legge sul sito ufficiale del parco, «i coyote sono animali timidi e sono molto bravi a evitare gli umani. Tuttavia, se un coyote si sente minacciato, cercherà di difendersi. La cosa migliore da fare se si avvista un coyote nel parco è mantenere la calma e stare a distanza, e tenere i cani al guinzaglio».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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