Verona anche quest’anno si aggiunge ai Comuni che festeggeranno la notte di Capodanno senza petardi e fuochi di artificio. Con la campagna “Botti? Verona dice: no grazie!”, l’Amministrazione della città veneta prosegue l’impegno di sensibilizzazione della cittadinanza sui danni che questa tradizione causa ogni anno in bambini e persone fragili, e ancor di più sugli animali.
Con questa iniziativa il Comune, nel nome del consigliere comunale con delega alla Tutela e Benessere degli animali e promotore della campagna Giuseppe Rea, insieme al presidente dell’ENPA Romano Giovannoni e al vice comandante Guardie Zoofile OIPA Verona Federico Zanini, invita i cittadini a rispettare le sensibilità e fragilità di tutti festeggiando la fine del 2023 senza ricorrere all’uso di questi materiali.
Non che sia una novità: la città veneta già vieta di usare materiale pirotecnico quando si è vicini a persone o ad animali e quando si è vicini a luoghi sensibili come ospedali, case di riposo e aree faunistiche, ma evidenziare l’esistenza della norma diventa particolarmente importante in prossimità del Capodanno. L'obiettivo è, infatti, garantire nel momento dell’anno in cui questa usanza viene fortemente sentita, la salvaguardia delle categorie più fragili ed evitare i pericoli che tali attività comportano nei confronti degli animali che spesso restano traumatizzati dai rumori e possono scappare dai giardini, rischiando di essere investiti e subire gravi conseguenze, o causarne a chi si trova alla guida.
Ed è proprio per tenere alta l'attenzione su questo importante tema, che necessita però di ancor maggiore consapevolezza, che il Comune di Verona ha rilanciato il suo richiamo sia ai cittadini sia ai pet mate affinché garantiscano l'incolumità dei propri amici, monitorandoli e tenendoli al sicuro in casa. Il divieto di utilizzo materiali esplodenti e pirotecnici, quella che viene definita da Rea una «pratica arcaica», come si diceva è vietata sul territorio comunale dal 2018, ed è normata da un preciso articolo del Regolamento di Polizia locale, il 30 bis, che prevede sanzioni pari a 200 euro per chi non lo rispetta. La decisione ha interrotto una consuetudine del passato con l’obiettivo di iniziare un nuovo percorso che va nella direzione di un cambio culturale su questo tema sempre più sentito.