Il Comune di Pescara, in Abruzzo, si impegna a vietare lo sfruttamento di colombe e di altri animali per matrimoni, feste e fiere cittadine. Lo ha stabilito il consiglio comunale approvando un ordine del giorno proposto dal Movimento 5 Stelle in seguito a un episodio di cui si è discusso parecchio in città nei giorni scorsi.
La polemica è nata quando, al termine di un matrimonio, sette colombe bianche sono state liberate per celebrare gli sposi. Uccelli acquistati appositamente per l’occasione, nati e allevati in cattività e incapaci di sopravvivere in natura. Tanto che tre sono morte, uccise da predatori (gatti in particolare), mentre altre quattro sono state recuperate dagli operatori di Enpa Pescara e dalle guardie giurate volontarie WWF Abruzzo giorni dopo il matrimonio. Le colombe sono poi state affidate alle cure del Centro Recupero Animali Selvatici di Pescara, e quanto accaduto è arrivato in consiglio comunale.
«Abbiamo chiesto al sindaco un'apposita ordinanza per vietare il volo di colombe e ogni altro utilizzo improprio di animali in occasione di matrimoni, feste e fiere – ha detto Paolo Sala, primo firmatario dell’ordine del giorno e portavoce del Movimento 5 Stelle in Comune – Un segnale importante per iniziare a lavorare ad una vera e propria rivoluzione culturale, che parta da piccoli gesti di consapevolezza, dalla formazione e dall'informazione, partendo dalle scuole e dai bambini, per sviluppare empatia e sensibilità».
Sono ormai diversi i Comuni italiani che hanno adottato regolamenti per la tutela e il benessere degli animali con cui vietano lo sfruttamento o la vendita durante fiere o mercati cittadini. Non sempre però i regolamenti vengono rispettati o fatti rispettare con conseguenti sanzioni, e in alcuni casi le norme lasciano “zone grigie”. È quello, appunto, in quello delle “colombe nuziali”, comprare soltanto per adempiere al compito di “abbellire” la cerimonia e poi abbandonate al loro destino, condannate a morte praticamente certa una volta liberate.