«Pronto parlo con il canile The Dog Park? Chiamo per avere maggiori informazioni sulla possibilità di adottare uno dei vostri cani ricevendo un contributo di mille euro».
«Ma quali contributi? Ah sì… Abbiamo letto la notizia sui giornali, ma noi non ne sappiamo nulla».
Ha del surreale la vicenda avvenuta a Gragnano, in provincia di Napoli. Qui l’amministrazione comunale ha dato la possibilità di adottare un animale del canile riconoscendo alla famiglia un contributo di mille euro. L’iniziativa ha subito generato un forte interesse nella popolazione, tuttavia, il personale di The Dog Park – la struttura convenzionata indicata sul sito del Comune – non sa nulla del progetto. Peggio ancora, il referente indicato sul portale dell’amministrazione di Gragnano non è più in vita.
Insomma, di questa notizia che ha avuto una grandissima risonanza mediatica molte cose non tornano. Per provare a fare chiarezza Kodami ha raggiunto il sindaco di Gragnano, Nello D’Auria. «Quella diffusa dai media è il contenuto di una delibera comunale che ha lo scopo di tracciare una road map dell’iniziativa. Si tratta di un documento rivolto agli addetti ai lavori, ecco perché la struttura non ne è ancora a conoscenza».
Una mancata comunicazione, quindi, e sicuramente tanta confusione per i cittadini che cercando maggiori informazioni sul progetto "Adotta un amico a quattro zampe" trovano invece come primo riferimento il personale disorientato del canile e l'impossibilità di parlare con la persona indicata perché: «Pasquale Perna non è più tra noi».
Inoltre, pur essendo state annunciate sulla pagina del progetto mancano anche l’album con le foto e le specifiche anagrafiche dei cani adottabili con il contributo. «Avevamo immaginato di mettere le foto degli animali per incentivare le adozioni – chiarisce il Sindaco – Quando l’iniziativa partirà davvero, speriamo già alla fine di questo gennaio 2022, le informazioni sul sito del Comune saranno più complete».
«Il contributo c'è ma solo per chi adotta i cani del Comune che sono nel canile convenzionato»
Ma è vero che chi adotta un cane del canile di Gragnano riceverà mille euro? ««Beh, non proprio – fa sapere il Primo cittadino -Abbiamo individuato The Dog Park perché è il vincitore dell’appalto del Comune. Non avevamo bisogno di informarli perché il progetto riguarda i 59 cani accalappiati sul territorio di Gragnano e non gli altri della loro struttura».
Tutto questo può sembrare assurdo ma bisogna precisare una cosa: Gragnano si appoggia al canile che si trova in un altro Comune, a Boscoreale, non avendo una struttura dedicata sul loro territorio. I cani di Gragnano attualmente presenti nel canile The Dog Park costano all'amministrazione circa 60mila euro l'anno e con questo progetto l'amministrazione potrebbe tagliare la spesa arrivando a pagare solo 24mila euro. Un risparmio considerevole e che fa comprendere perché il contributo viene riservato solo a quei cani e non a tutti quelli presenti nel canile.
Come si ottengono i soldi? In che modo e con che tempi?
Chi adotta uno dei cani che sono intestati al Sindaco di Gragnano, dunque, non riceverà mille euro in contanti, bensì un contributo spalmato su quattro anni. La somma non sarà erogata in forma diretta al momento dell'adozione ma attraverso sconti nei locali commerciali che aderiranno al progetto.
Il Consiglio comunale ha attraverso una delibera, così, messo in atto quello che è il "Regolamento per l'adozione ed il sostegno dei cani randagi ritrovati nel territorio comunale". «La finalità – chiarisce D'Auria – è incentivare l’adozione allo scopo di far decrescere il numero degli animali nel canile: ogni cane presente nella struttura ci costa circa mille euro in un anno. Un peso non indifferente per le casse comunali ma anche per gli animali rinchiusi e privi di famiglia. Abbiamo quindi pensato a un meccanismo incentivante partendo da un’analisi dei costi».
Nel Regolamento è chiarito che il primo anno il contributo erogato alle famiglie per ogni cane adottato sarà pari a 400 euro, invece dei mille previsti per gli animali in canile. Il contributo andrà poi a decrescere di anno in anno: 300 euro per il secondo anno; 200 euro per il terzo anno e 100 euro per il quarto e ultimo anno.
«In caso di decesso, smarrimento, cessione e/o rinuncia della proprietà del cane adottato – si legge – i contributi saranno riconosciuti in forma parziale, in relazione ai giorni di affido, in alternativa all’adozione di un altro cane». Un meccanismo nato per evitare che i "furbetti" adottino i cani, spinti da motivi economici, per poi abbandonarli dopo aver ricevuto i soldi.
Se l'iniziativa dovesse avere successo, anche solo per il primo anno, il Comune avrà risparmiato circa 600 euro per ogni cane adottato, anche se questi dovesse poi essere riconsegnato al canile. Inoltre, i soldi saranno elargiti alle famiglie adottanti in maniera indiretta, attraverso buoni da consegnare ai negozi aderenti. Ma quali sono? Il Comune ancora non lo sa.
«A breve partiremo con la manifestazione di interesse per i negozi interessati a incassare i buoni del contributo – spiega D'Auria – come già avvenuto durante l’emergenza pandemica, anche in questo caso chiediamo il supporto dei commercianti. Sicuramente avremo riscontro positivo, non abbiamo alcun timore in merito, anzi sono loro stessi a sollecitare l'avvio del progetto».
Per il momento però non è ancora possibile procedere con le adozioni. «Non siamo ancora pronti per partire, stiamo ancora ultimando le procedure – chiarisce il Sindaco – La pandemia sta mettendo a dura prova tutte le amministrazioni, compresa la nostra».
Il Primo cittadino non nasconde che questa iniziativa parte da un’analisi dei costi e dei benefici per la comunità umana, ma ha lo scopo di creare maggiore attenzione nei confronti degli animali dei canili, spesso dimenticati: «Lo scopo dei consiglieri che hanno proposto in Consiglio l'approvazione del progetto e del relativo Regolamento è quello di creare maggiore sensibilizzazione nei confronti dei cani dei rifugi».
Ma la via per l'inferno è spesso lastricata di buone intenzioni: dare un riconoscimento economico a chi adotta un cane apre a pericolosi scenari proprio per il benessere di questi animali.
Avere un cane non è un diritto
L'operazione del Comune di Gragnano è ricca di insidie, soprattutto per i cani. Dare un contributo economico, anche se indiretto, può creare un "effetto rebound" sul problema degli abbandoni, una delle cause del sovraffollamento dei canili. «È disincentivando gli abbandoni che si può influire sui numeri degli animali in canile, non attraverso nuove adozioni favorite da un corrispettivo in denaro», spiega Luca Spennacchio, membro del comitato scientifico di Kodami ed istruttore cinofilo.
«Non è così che si svuotano i canili – aggiunge Spennacchio – il motivo per cui queste strutture sono piene di animali sono proprio gli effetti di politiche poco ponderate, messe in atto senza consapevolezza dei fenomeni che stanno alla base di abbandoni e randagismo. Il problema riguarda le continue entrate, non le scarse adozioni».
«In questi due anni di pandemia, una delle fonti dei nuovi ingressi sono state le adozioni poco consapevoli, spinte dalla voglia degli umani di avere un compagno durante le lunghe settimane di smart working, e che poi al termine dei lockdown più duri lo ha abbandonato». Un vero e proprio patto tradito tra uomo e cane che ha portato sulle strade, e nei canili, migliaia di animali.
«A ciò – continua Spennacchio – si aggiungono anche gli abbandoni da parte di chi si è ritrovato in ristrettezze a causa della crisi economica innescata dalla pandemia. Se si guardasse maggiormente al benessere animale si potrebbero prevedere aiuti per chi un cane lo ha già ma non ha più la capacità di mantenerlo».
I cani, con i loro medicinali e il loro cibo, sono valutati dallo Stato come beni di lusso, e per questo soggetti a una tassazione elevata. Questi costi spesso inibiscono chi vuole adottare, ma sono anche parte di una realtà – e di un problema – che non si può ignorare se si vuole accogliere in casa un animale: «Un cane, in un solo anno, costa molto di più di mille euro. È una nuova voce sul bilancio familiare che va tenuta in grande considerazione», fa notare Spennacchio
Per l'educatore cinofilo, prima di ogni azione economica bisogna «Lavorare a livello culturale e incidere sulla consapevolezza dei cittadini. Dare soldi prima di questa fase, non trasmette un buon messaggio, e sul lungo periodo non è utile al Comune stesso se lo scopo è davvero quello di incentivare adozioni che vadano a buon fine».
«Il lato positivo – rileva Spennacchio – è che questa notizia accenderà un riflettore sui cani dei canili, almeno per un po’. L'importante contestualmente è ricordare che avere un cane non è un diritto».