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12 Novembre 2023
12:00

Il coccodrillo del Nilo (Crocodylus niloticus)

Il coccodrillo del Nilo è un rettile carnivoro che può raggiungere i 6 metri di lunghezza. Abita gli ambienti umidi dell'Africa centro meridionale e il suo morso è estremamente potente.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il coccodrillo del Nilo (Crocodylus niloticus) è un rettile acquatico appartenente all'ordine Crocodylia. Vive in Africa orientale e meridionale ed è caratterizzato da dimensioni piuttosto importanti (sebbene non sia il più grande del mondo) e da un morso estremamente potente e pericoloso anche per l'uomo, come riportato in uno studio della Florida State University, che mette in relazione la forza del morso delle specie appartenenti alle famiglie Crocodylidae e Alligatoridae in base alle dimensioni che possono raggiungere gli individui adulti.

Come è fatto il coccodrillo del Nilo

Il coccodrillo del Nilo è un rettile il cui corpo ricorda la forma di una grande lucertola. La coda è particolarmente muscolosa e la pelle è ruvida e squamata. I giovani hanno colori che possono variare dal verde oliva al marrone, con bande incrociate più scure sulla coda e sul corpo. Gli adulti, invece, sono uniformemente più scuri, con bande trasversali di colori simili anche sulla coda.

Raggiungono mediamente i 5 metri e i 220/230 chili, ma in alcuni casi possono arrivare a 6 metri di lunghezza, quindi la specie non raggiunge la dimensione del coccodrillo marino (Crocodylus porosus)che supera mediamente i 7 metri e viene considerato il più grande del mondo.

Habitat e distribuzione

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Il coccodrillo del Nilo si trova in un'ampia gamma di habitat diffusi in 26 paesi dell'Africa centrale e meridionale. Può vivere nei pressi di corpi idrici come fiumi, laghi ed estuari dei fiumi, ma anche nelle oasi del deserto e nei bacini artificiali. Le nazioni in cui, secondo un report del 2019 della IUCN, è stata segnalata la presenza della specie sono l'Angola, il Botswana, il Burundi, il Camerun, il Congo. Verso la zona orientale del continente, invece, è presente in Egitto, Sud Sudan, Eritrea, Etiopia, Guinea Equatoriale, Gabon, Kenya e Madagascar. A Sud, infine, può essere osservato in Malawi, Mozambico, Namibia, Ruanda, Somalia, Sud Africa, Tanzania, Uganda, Zambia e Zimbabwe.

Alimentazione

Lo Zoo di San Diego nella Wildlife Alliance Library descrive l'alimentazione di questa specie, la quale cambia con il passare del tempo. La dieta degli individui giovani, infatti, è composta prevalentemente da piccoli vertebrati come granchi d'acqua dolce, rospi, tartarughe, roditori e uccelli.

Gli adulti, invece, uccidono e mangiano più o meno qualunque preda disponibile, a partire dai pesci, ma anche impala, antilopi, giraffe e, se possibile, bufali, ippopotami, iene, cani selvatici e istrici. In un solo pasto il coccodrillo del Nilo può arrivare a ingerire fino al 20% della propria massa corporea ed è noto per predare anche esseri umani.

Comportamento e riproduzione

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I coccodrilli del Nilo raggiungono la maturità sessuale ad un'età variabile che dipende dalle dimensioni, le quali dipendono a loro volta dall'alimentazione durante la fase dello sviluppo. Generalmente, le femmine sono mature sessualmente quando misurano circa 2 metri, ovvero intorno ai 10 anni.

Tendono a riprodursi durante la stagione secca, mentre le uova si schiudono durante la stagione delle piogge. Durante il periodo dell'accoppiamento i maschi sono particolarmente aggressivi nei confronti dei propri simili e, quando possibile, si accoppiano con più femmine, le quali depongono poi da 25 a 100 uova caratterizzate da un guscio molle.

Il sesso dei piccoli è determinato dal calore del nido riscaldato dal sole e, mentre le temperature più basse producono principalmente femmine, quelle più elevate producono una maggioranza di maschi. Secondo una descrizione contenuta nel database delle specie alloctone americane (NAS), i piccoli rischiano di morire se madre non è presente al momento della schiusa. Nella prima fase della vita, infatti, vi è una cura parentale piuttosto intensa, durante la quale le femmine (e talvolta anche un maschio) si occupano del trasporto dei giovani coccodrilli verso l'acqua e della protezione della covata.

Attacchi all'uomo

Uno studio pubblicato nel 2010 e condotto presso il Royal Adelaide Hospital, in Australia descrive gli attacchi all'uomo da parte di diverse specie di coccodrilli e li definisce: «eventi che avvengono all'improvviso, con una combinazione di furtività, sorpresa ed elevata velocità». La maggior parte delle vittime che hanno subito questi attacchi, infatti, riferisce di non essere stata a conoscenza della presenza dell'animale prima dell'evento.

Uno studio pubblicato sul Russian Journal of Herpetology, inoltre, ha analizzato 23 casi di attacchi agli esseri umani da parte di coccodrilli del Nilo, avvenuti tra il 2018 e il 2020 in Sud Sudan, rilevando una mortalità pari al 100%.

Il coccodrillo Gustave

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Gustave era un coccodrillo del Nilo divenuto noto alla stampa di tutto il mondo come il "mangiatore di uomini". La sua storia è stata raccontata da molti magazine e, tra questi vi è anche il Science Times, che descrive la vita di questo individuo vissuto in Burundi tra il 1987 e il 2001, dove è stato incolpato di aver ucciso oltre 100 uomini: «Gustave trascorre la maggior parte delle sue giornate su un'isola del Lago Tanganica, il secondo lago più grande della regione orientale dell'Africa. Viaggia lungo il fiume Ruzizi durante la stagione degli amori e proprio in questo momento è quando è più pericoloso. Mentre Gustave si reca a Rumonge e Minago, divora pescatori e bagnanti».

La storia di questo famoso coccodrillo non è stata però approfondita da studi scientifici e nel momento della stesura di questo articolo non vi è alcun dato certo riguardo la condizione attuale di Gustave: per lungo tempo è stato considerato morto, ma le vicende che lo riguardano si stanno sempre più frequentemente confondendo con la leggenda. Di tanto in tanto torna la notizia di un avvistamento, la cui certezza, però è davvero difficile da ottenere.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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