I cambiamenti climatici potrebbero stravolgere completamente il numero e la diversità delle specie animali che siamo abituati a vedere in ambiente urbano. O almeno è quello che potrebbe succedere nelle città nordamericane nel prossimo futuro secondo uno studio pubblicato su PLOS One, attraverso cui i ricercatori hanno messo insieme prove di un imminente grande cambiamento urbano, con migliaia di specie animali che scompariranno e tante altre che invece si trasferiranno favorite dal clima che cambia.
Lo hanno chiamato great urban shift, "il grande ricambio urbano", e potrebbe accadere già entro in 2100 nella maggior parte delle città statunitensi e canadesi. I ricercatori della University of Toronto Mississauga e di Apex Resource Management Solutions, specializzata nell'analisi dei big data per produrre previsioni ecologiche future, hanno studiato l'impatto dei cambiamenti climatici causati dall'uomo su oltre 2.000 specie animali che vivono abitualmente nelle 60 città nordamericane più popolose, realizzando così modelli previsionali su cosa accadrà in futuro.
In primo luogo, i ricercatori hanno utilizzato i database online sulle distribuzioni delle specie generate da iniziative di citizen science, per avere così un quadro completo sulla reale presenza degli animali in ogni città. Successivamente, hanno utilizzato il machine learning e l'intelligenza artificiale per predire le condizioni più favorevoli per ogni specie, basandosi su tre differenti scenari di emissioni che potrebbero realizzarsi entro la fine del secolo. I risultati hanno prodotto modelli previsionali che indicano che ci sarà un enorme cambiamento della biodiversità urbana in quasi tutte le città studiate.
Le città che ospitano già un'alto numero di specie subiranno le perdite maggiori, così come quelle più calde e con alti livelli di precipitazioni (come la costa della California). Le città invece più fresche e umide (come Omaha e Kansas City) potrebbero accogliere al contrario tantissime nuove specie animali, con Québec, Ottawa e Winnipeg che vedrebbero quasi raddoppiare il numero di animali che oggi ospitano. Gli ambienti urbani più secchi e aridi del sud-ovest, come Phoenix e Albuquerque, non dovrebbero subire grosse variazioni, probabilmente a causa dei loro ecosistemi particolarmente resilienti.
Per quanto riguarda gli animali, 54 tra le specie studiate e oggi comuni potrebbero scomparire completamente in tutte le 60 città analizzate. Prendendo in considerazione i gruppi animali, oltre il 95% delle specie di uccelli e insetti subiranno grandi stravolgimenti numerici e di distribuzione. Gli animali che subiranno invece l'impatto peggiore sono soprattutto gli anfibi come tritoni e salamandre, gli uccelli acquatici come gli svassi, alcuni gruppi di insetti e i canidi come lupi, volpi e coyote. Altre specie, invece, diventeranno nel complesso più comuni, come i rospi, le testuggini, i roditori o i pellicani.
Gli autori di questo studio prevedono quindi un grande stravolgimento delle comunità animali in città, con tantissime specie oggi comuni che diminuiranno, tante altre che si aggiungeranno trasferendosi in ambiente urbano o che le rimpiazzeranno e altre, invece, che semplicemente spariranno. Si tratta chiaramente di uno studio modellistico, ovvero di previsioni basate soprattutto sugli effetti dei cambiamenti climatici e che dovranno essere approfondite con ulteriori analisi ecologiche e prendendo in considerazioni anche altre variabili.
Tuttavia, scenari del genere potrebbe stravolgere completamente gli ecosistemi urbani per come li conosciamo oggi, andando ad impattare anche sulle vite dei cittadini. Per le persone che vivono nelle città, gli animali che abitano nei giardini e negli spazi verdi pubblici, possono avere un valore culturale, economico e sociale forse fin troppo sottovalutato. Pensiamo anche solamente al canto degli uccelli che ascoltiamo durante una passeggiata, oppure all'effetto che potrebbe avere l'arrivo di nuove specie sul traffico urbano e la gestione dei rifiuti.
Nuovi animali in città significherebbe inoltre anche potenziali nuovi parassiti o patogeni oggi assenti, tutti cambiamenti che porteranno necessariamente anche a nuovi modi con di gestire o interagire con i nuovi arrivi. Secondo gli autori, nei prossimi decenni, specie a noi familiari lasceranno la città e tante altre arriveranno per la prima volta, cambiando per sempre le comunità degli animali urbani e il nostro rapporto con essi. Per i ricercatori, queste proiezioni future dipendono dalla capacità della società di frenare le emissioni di gas serra e servono a incoraggiare maggiori sforzi per mitigare gli effetti della crisi climatica e proteggere la biodiversità.