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25 Aprile 2022
12:01

Il cimitero degli animali più antico d’Italia all’asta: tempi stretti a Vigevano per salvarlo

Il cimitero degli animali "Caronte" di Vigevano rischia di scomparire per sempre. Questo luogo di sepoltura che accoglie circa 500 tombe è stato pignorato e messo all’asta. L’associazione che lo gestisce in comodato d’uso gratuito, ha avviato una raccolta di fondi per partecipare, ma il tempo è davvero pochissimo.

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Il cimitero degli animali "Caronte" di Vigevano rischia di scomparire per sempre. Questo luogo di sepoltura che accoglie circa 500 tombe ed è il più antico d’Italia, infatti, è stato pignorato al proprietario dalle banche che lo hanno messo all’asta.

L’associazione Caronte, che lo gestisce in comodato d’uso gratuito, ha avviato una raccolta di fondi per partecipare, ma il tempo è davvero pochissimo.

Non si conoscono i particolari della vendita, ovvero chi abbia intenzione di comprarlo e di come possa essere trasformato. Certo è che la preoccupazione è molta, anche da parte di tutti quei pet mate che in quel terreno hanno sepolto i loro cani e gatti, ma anche conigli e porcellini d’India, e ancora dopo anni li vanno a salutare.

Adesso il pericolo è che tutto venga cancellato e che le salme delle bestiole vengano perse per sempre. Con la raccolta fondi tra soci e simpatizzanti dell’associazione finora sono stati racimolati oltre 26 mila euro, ma il tempo stringe anche se, grazie all’asta dello scorso 25 marzo andata deserta, si è riusciti a guadagnare del tempo in più.

I partecipanti, infatti, sono stati informati degli accertamenti che il Comune aveva cominciato a fare e per questo, a loro tutela, sono stati invitati a ritirare le offerte. Cosa che hanno fatto.

La vicenda nasce a causa di alcune questioni burocratiche non risolte nel tempo. Infatti, dalle carte del bando d’asta, è stato scoperto che il terreno non ha una destinazione commerciale, ma agricola e, quindi, è totalmente incompatibile con i servizi cimiteriali.

In 45 anni, però, nessuno se ne era accorto e quindi nessuno aveva mai presentato un esposto o si era lamentato. Dal momento però che questo elemento è saltato fuori, il cimitero ha dovuto interrompere la sua attività. E, infatti, da fine marzo, non è stata più accettata nessuna sepoltura.

Nel frattempo i tecnici comunali di Vigevano stanno cercando di ricostruire e verificare tutti i vari passaggi: dall’utilizzo originale all’attuale destinazione d’uso, compreso qualche atto di allora che ne concedesse l’autorizzazione. Un lavoro complesso, dato che interessa un periodo storico in cui i luoghi di sepoltura per animali d’affezione non erano ancora stati regolamentati, ma quasi neanche immaginati. Purtroppo, per ora, però, non è stato trovato nulla.

Le ipotesi valutate dall’amministrazione potrebbero includere la possibilità di un trasloco, anche se nulla potrebbe fare il Comune per cambiare la destinazione d’uso da agricola a commerciale. Cosa su cui l’associazione Caronte invece sperava, viste le molto più significative complessità di un trasferimento vero e proprio, soprattutto se fatto in tempi stretti.

Cosa diversa se, invece, il Comune mettesse a disposizione una superficie, concedendo procedure più lunghe: se ci fosse la possibilità di disporre di almeno una decina d’anni, il tempo che serve per la mineralizzazione dei corpi degli animali, allora l’abbandono delle sede attuale avverrebbe sicuramente con meno traumi.

Di fatto, secondo l’associazione Caronte, che non si è presentata all’asta, per evitare che un’eventuale ordinanza di richiesta di bonifica potesse far schizzare i costi a centinaia di migliaia di euro, tutto dipende dal Comune. Al momento quindi la situazione rimane in stallo.

Il regolamento per la sepoltura degli animali d’affezione in Lombardia con gli articoli 29 e 30 stabilisce che «nell’ambito degli strumenti urbanistici, i Comuni possono autorizzare, secondo le indicazioni tecniche dell’Ats e dell’Arpa, la costruzione e l’uso di aree e spazi per la sepoltura di spoglie di animali d’affezione a sistema sia di inumazione sia di tumulazione».

Il problema è che tale regolamento è stato approvato nel 2004, quindi ben 28 anni dopo la nascita del cimitero vigevanese.  Per questo il Comune, pur ritenendo che si tratti di un servizio molto importante per la comunità, ha già dichiarato che o si trovano negli archivi gli atti che concedevano i permessi per stare dov’è adesso, o non esistono alternative allo spostamento.

Tutto questo sperando che quando verrà bandita la seconda asta, al momento non c’è data,  qualche privato non decida di acquistare l’area prima e usarla per altri scopi.

Per chi volesse aiutare l’Associazione Caronte esiste un conto corrente postale per fare un’offerta Iban IT65C 07601 11300 000017921271 con la causale "Salviamo Caronte".

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Simona Sirianni
Giornalista
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