Il Chin è un cane da compagnia di piccola taglia dalle origini molto antiche e a tratti misteriose. Alcuni credono che derivi da millenarie razze cinesi e tibetane, ma secondo quanto descritto nello standard ufficiale di Enci, furono i sovrani coreani, sotto la dinastia dei Silla (prima dell'anno 1000) a portarli per la prima volta presso la Corte del Giappone.
socialità
- Rapporto con la famiglia umana3
- Rapporto con altri umani2
- Rapporto con altri cani3
- Rapporto con altri animali in casa3
attività
- Attività fisica1
- Giocosità1
- Ricerca0
- Riporto0
- Guardia0
adattabilità
- Vita in città3
- Adatto come primo cane3
- Adattabilità ai viaggi3
- Tolleranza alle temperature calde0
- Tolleranza alle temperature fredde1
cure e salute
- Cura del pelo2
- Predisposizione alle malattie2
- Attenzione all'alimentazione0
motivazioni
- Epimeletica3
- Affiliativa3
- Comunicativa3
- Et epimeletica3
- Somestesica1
- Sociale1
- Protettiva3
- Territoriale0
- Possessiva0
- Competitiva0
- Perlustrativa1
- Predatoria1
- Sillegica1
- Esplorativa3
- Di ricerca0
- Cinestesica1
- Collaborativa3
Nonostante l'elegante mantello lucido e gli appena 25 centimetri di altezza, in questo cane si cela un'enorme personalità, cresciuta sempre più proprio grazie ai secoli trascorsi, a partire da quel momento, in grembo ai membri della dinastia imperiale.
In giapponese, infatti, oltre al termine Inu (cane), secondo quanto riportato dall'American Kennel Club, vi è un'altra parola per descrivere questa specie, ed è proprio chin, che fa riferimento ai discendenti di questi piccoli cani che scaldavano e tenevano compagnia alle donne che vivevano nei palazzi.
A differenza di altri cani appartenenti alla categoria delle razze da compagnia, i quali discendono da antichi cacciatori o combattenti, il Chin ha scritto nella sua storia il suo ruolo di compagno degli umani e non c'è quindi da stupirsi se, ogni volta che ne ha l'opportunità, torna a dedicare le attenzioni alle persone di cui si fida, che vuole proteggere e difendere dagli sconosciuti.
Origine
Giappone
Standard
N° 206 / 20.04.1998
Gruppo 9 Cani da compagnia
Sezione 8 Spaniel giapponesi e pechinesi
Aspetto
Cane di piccola taglia con il caratteristico muso largo e schiacciato tipico dei brachicefali. Il corpo è ricoperto da abbondante pelo ed ha una
corporatura elegante e aggraziata. Lo standard ufficiale non descrive il peso degli adulti (che si aggira intorno ai 4/5 chili), mentre l'altezza dei maschi raggiunge al massimo i 25 centimetri (le femmine sono leggermente più piccole).
Motivazioni
Affiliativa, esplorativa, comunicativa, protettiva, collaborativa, epimeletica, etepimeletica
Amante di
Trascorrere il proprio tempo insieme ai suoi umani, a cui dedica tutte le attenzioni possibili. Ama anche difenderli e proteggerli da qualunque avversità.
Salute, cura e mantenimento
Come tutti i cani brachicefali, potrebbe essere particolarmente soggetto alle patologie dell'apparato respiratorio e ai colpi di calore. Potrebbe inoltre soffrire di patologie degli occhi e cardiache.
Origine e storia
I progenitori dei Chin che conosciamo oggi furono donati nel 732 dai sovrani coreani alla corte del Giappone. Al tempo, in Corea regnava la dinastia dei Silla, il cui regno venne fondato dal sovrano Park Hyeokgeose nel 59 a. C. e fece parte a lungo della confederazione alleata alla Cina e denominata Samhan.
Secondo gli esperti, il motivo per cui la razza viene oggi considerata giapponese è legato al fatto che nei primi cento anni successivi all'arrivo del Chin in Giappone, vi fu subito un elevato apprezzamento. Il numero di soggetti importati fu da subito molto alto, fino a renderli addirittura più diffusi rispetto alla Cina, ovvero il luogo dove si crede che abbia avuto inizio la sua selezione.
Secondo molte testimonianze storiche, il Chin venne poi introdotto di nuovo in Cina (sotto la dinastia Tung, che andò dal 618 al 910 d.C.). Lo stesso accadde anche grazie all'opera di alcuni diplomatici che reimportarono dei cani nella zona settentrionale della Penisola di Corea (con la dinastia Po H’ai, che andò dal 698 al 926). Durante il regno del giapponese Shogun Tsunayoshi Tokugawa, che durò dal 1680-1709, la razza fu allevata appositamente per diventare il cane definito "da salotto", nel castello d’Edo, nell'attuale città di Tokyo.
Nel 1613, invece, il capitano inglese Searles, introdusse un Chin in Europa, mentre negli Stati Uniti la razza arrivò grazie ai militari nel 1953.
In Italia è relativamente poco conosciuto e secondo Enci, nel 2022 sono stati meno di 100 i nuovi soggetti registrati. Sebbene sia piuttosto raro, prima di adottare un cane appartenente a questa razza, può essere utile rivolgersi a una associazione rescue che si occupi di cani da compagnia, la quale potrà aiutare nelle fasi preadottive a individuare soggetti vittime di abbandoni o maltrattamenti.
Motivazioni (desideri e bisogni)
Il Chin è un cane la cui selezione ha sviluppato ovviamente una forte motivazione affiliativa che lo porta ad amare il tempo trascorso accanto ai suoi umani di riferimento. Ama proteggerli, difenderli e non si crea scrupolo ad allontanare gli sconosciuti (con cui si pone in modo piuttosto diffidente), anche grazie alla sua motivazione comunicativa, che si manifesta con l'abbaio.
La sua motivazione collaborativa è piuttosto spiccata, ma solo nei confronti delle persone e dei (rari) cani che considera alla sua altezza. Un trucco per risultare interessante ai suoi occhi è quello di trattarlo come un compagno di avventure, degno di tutto il rispetto di un cane vero e proprio e non di un eterno cucciolo in miniatura.
Non ci si può illudere che si tratti solo di un amante delle coccole e delle borsette, perché il Chin in realtà è anche molto altro: lasciatelo quindi mettere in atto la sua motivazione esplorativa e quella collaborativa e scoprirete che non gli manca affatto la dignità.
Aspetto Fisico
Il Chin è cene di piccola taglia con un aspetto grazioso e una corporatura solida, non pesante, ma elegante. La sua testa è ampia e rotonda, con lo stop profondo e rientrato. Un tratto, questo, tipico dei brachicefali.
Il muso è corto e largo, con un tartufo nero o color carne e narici aperte. Gli occhi sono larghi, rotondi e di colore nero brillante, mentre le orecchie sono lunghe, triangolari e pendenti, coperte da un lungo pelo liscio. Il corpo del Chin ha proporzioni armoniose e la coda è coperta da un pelo lungo e viene portata con grazia sopra il dorso.
Le zampe sono dritte e hanno una ossatura sottile coperta da frange nella parte posteriore del gomito. I piedi sono piccoli e spesso hanno ciuffi di pelo lungo e frangiato.
L'andatura del Chin è elegante, il mantello, diritto, setoso e lungo a coprire tutto il corpo tranne il muso. Il colore è principalmente bianco con macchie nere o rosse simmetricamente distribuite attorno agli occhi, sopra le orecchie e su altre parti del corpo. Spesso ha una stella bianca sul muso che arriva fino alla sommità del capo. La taglia considerata ideale per i maschi è di circa 25 cm, mentre le femmine sono leggermente più piccole, ma il peso (che generalmente raggiunge i 5 chili) non viene definito nello standard ufficiale.
Cura e salute
Il Chin è un cane brachicefalo e, quindi, rischia di soffrire di patologie legate all'apparato respiratorio, come ad esempio la Boas (Brachycephalic Obstructive Airway Syndrome) causata dalla conformazione cranio-facciale particolarmente corta. Proprio per questo aspetto morfologico, soprattutto nei climi caldi, è importante lasciare loro a disposizione acqua fresca e ombra.
Anche la displasia dell'anca (una condizione in cui l'articolazione dell'anca si sviluppa in modo anormale) può causargli dolore e difficoltà nel movimento. È una malattia ereditaria che può essere gestita con interventi chirurgici o trattamenti medici.
I Chin sono inoltre predisposti a diverse malattie oculari, tra cui la distichiasi (ciglia che crescono sulla superficie dell'occhio), il glaucoma e le ulcere corneali. Possono infine essere soggetti a malattie cardiache, come ad esempio la stenosi delle valvole mitrali.
È importante sottolineare che una dieta sana ed equilibrata è fondamentale per il benessere del Chin, che non deve essere obbligato a un'esistenza eccessivamente sedentaria.
Cosa fare con un Chin
Con lui si può trascorrere tutta la giornata con serenità, a patto di prendere alcuni accorgimenti. Prima di tutto non bisogna trattarlo come un eterno cucciolo, perché il Chin è un cane come tutti gli altri, degno di rispetto e riconoscimento dei suoi talenti. Il conflitto che nasce spesso nella convivenza tra gli umani e i cani da compagnia, infatti, è proprio quello che scaturisce dalla mancata conoscenza delle loro abilità.
Per dimostrargli che lo si tratta come un vero cane, si possono organizzare semplici problem solving, che lo aiutino a sfruttare le sue abilità motorie e cognitive, in modo da offrirgli quanta più autonomia possibile e anche la conseguente autostima.
Provate anche a portarlo al parco e, quando possibile, offrirgli momenti di libertà. Fortunatamente il Chin tende a non allontanarsi molto, ma apprezza comunque il fatto di avere a disposizione occasioni in cui muoversi in autonomia.
Relazione e contesto ideale
Il Chin è un cane adatto a convivere con una famiglia che non lo tratti come un oggetto, bensì gli riconosca la dignità e il rispetto che merita, prestando anche la sufficiente attenzione al fatto che la sua sicurezza in fatto di difesa e protezione del gruppo non prenda il sopravvento. Quando il Chin si convince di poter abbaiare a qualunque cosa, infatti, la vita si complica per tutti i membri della famiglia.
La profonda relazione che instaura con i suoi umani di riferimento fa si che possa sviluppare problemi legati all'ansia da separazione, quindi è importante abituarlo gradualmente alla solitudine.
Può convivere con la sua famiglia all'interno degli appartamenti, a patto di avere quotidianamente l'opportunità di uscire. I gatti, di solito, non rappresentano un grave problema, perché la sua motivazione predatoria è ridotta al minimo. L'unico conflitto che potrebbe nascere tra loro riguarda lo spazio sulle vostre gambe mentre voi guardate una serie tv.
Con i bambini generalmente non instaura rapporti conflittuali, a patto che ogni membro della famiglia abbia ben chiare le necessità e i desideri altrui, sapendo di dover rispettare tempi e spazi degli altri. La relazione con i più piccoli, inoltre, va sempre sorvegliata dagli adulti.
Una giornata con un Chin
Vi svegliate e il vostro Chin è esattamente dove lo avete visto addormentarsi la sera prima. Quando vi alzate per andare a preparare la colazione, lui si stende sul letto ancora più di prima e continua a dormire come un principe. Si alza solo quando si svegliano anche i bambini, ma solo perché non vuole perdersi nulla di ciò che accade in casa. È un po' impiccione, infatti, ma questo suo aspetto vi diverte.
Il più grande dei vostri figli si occupa di mettergli la pettorina e, appena è pronto, inizia a fare una passeggiata come gli avete insegnato con pazienza in questi anni, poi arrivate anche voi insieme agli altri membri della famiglia e salite in macchina per andare verso la scuola. Il vostro Chin osserva attento tutto ciò che passa fuori dai finestrini, pronto ad abbaiare per dire ciò che pensa dei pedoni che si avvicinano troppo mentre sostate al semaforo.
Quando i bambini entrano a scuola voi cercate un bar dove poter lavorare per qualche ora da remoto e il vostro cane occupa orgogliosamente lo spazio sotto ai vostri piedi. Avete fatto attenzione a scegliere un posto lontano dall'entrata, in modo che non si convinca di dover fare il guardiano di tutto il locale.
I vostri figli tornano da scuola e, insieme al vostro cane, andate verso casa. Mangiate tutti contemporaneamente e poi si esce di nuovo per andare all'allenamento del più piccolo. Mentre lui si prepara, voi fate un'altra passeggiata con il vostro cane, che poi si sdraia soddisfatto accanto a voi, consapevole del fatto che tra un'oretta, appena i bambini finiscono di correre, avrà nuovamente a disposizione il suo amato posto sul divano di casa.
Ed è proprio così, perché quando entrate dalla porta lui si piazza felice sulla sua copertina che si trova sull'angolo del divano e attende con ostinazione la sua cena, poi mangia e comincia a sonnecchiare, ma tiene sempre un'orecchio attento ai suoni che provengono da fuori, perché non accetterebbe che vi succeda qualcosa proprio quando è disattento.