Rabbia, tristezza e indignazione. Sono i sentimenti che nelle ultime ore hanno accomunato i residenti di Pecol, frazione di San Tomaso Agordino, piccolo borgo delle Dolomiti, dopo l’uccisione da parte di un cacciatore di 23 anni del cervo Bambotto, diventato negli ultimi anni la mascotte del paese e il beniamino della comunità.
Bambotto era infatti un cervo confidente, che non aveva alcun timore ad avvicinarsi alla case e che è stato più volte ripreso mentre, affacciandosi alle finestre delle abitazioni, riceveva cibo e carezze. Un comportamento in realtà molto pericoloso per la sua incolumità: trattandosi di un animale selvatico, come tale avrebbe dovuto essere approcciato, e non avrebbe dovuto sviluppare alcuna familiarità con l’ambiente urbano. E purtroppo, stando a quanto ricostruito nelle ultime ore, a uccidere Bambotto è stato proprio qualcuno di cui lui si fidava: un cacciatore di 23 anni, che gli ha puntato il fucile contro e ha fatto fuoco approfittando della totale assenza di paura da parte del cervo.
L’intera comunità di San Tommaso Agordino ha reagito con rabbia all’uccisione di Bambotto. Anche l’onorevole Michela Vittoria Brambilla è intervenuta sull’accaduto con un post sulla sua pagina Facebook in cui ha ricordato che Bambotto «era nato 7 anni fa a Pecol ed era stato adottato da tutta la popolazione del paese. Viveva sereno insieme a loro, finché un cacciatore senza cuore di 23 anni lo ha ammazzato per divertimento, protetto dalla legge che permette l'attività venatoria. Quanto coraggio ci vuole ad uccidere una creatura che ti mangia dalle mani e dorme sullo zerbino delle case? Ti senti grande forse, ma sei solo un assassino. Togliere la vita a meravigliose creature viventi, come passatempo per persone senza empatia né pietà, è un atto vile e crudele. Bambotto si fidava di quella che è la bestia più cattiva del pianeta, l'uomo. Tutti noi che amiamo gli animali siamo disgustati».
Duro anche il consigliere regionale del PD Veneto, Andrea Zanoni, che ha fermamente condannato l’accaduto, chiamando anche lui in causa la legge sulla caccia: «Questo cervo è stato ucciso da un cacciatore di 23 anni a norma di legge – ha scritto su Facebook pubblicando diverse foto di Bambotto tra i residenti – La legge attuale sulla caccia e il calendario venatorio della Regione del Veneto hanno consentito a questo ragazzino di uccidere un animale amico degli abitanti, dei turisti e di tutti i bambini. Invito chi ama gli animali e la natura a farsi parte attiva per la loro tutela, ad impegnarsi anche in politica, solo con un impegno di tutti un giorno potremmo arrivare ad ottenere leggi che considerino gli animali esseri da tutelare e difendere, patrimonio di tutta la collettività, e non oggetto di divertimento di persone senza empatia e rispetto per gli animali e la natura».
Nelle ultime ore la rabbia per l’uccisione di Bambotto, intanto, ha continuato a crescere, così come il ricordo commosso di chi lo conosceva. Tra questi anche un residente di Pecol che ne ha raccontato la storia: «Da subito la sua mamma Minerva lo aveva portato sullo zerbino di Giorgio, affidandolo a noi abitanti e fidandosi come aveva fatto lei per tutta la sua vita – si legge sui social – Da allora è diventato il nostro amatissimo cervo. Era diventato bellissimo e maestoso e credo che siano davvero pochi quelli che non lo conoscano. Lo potevi incrociare per strada mentre raggiungeva tutte le frazioni limitrofe e si fermava a mangiare ovunque da chi lo amava come noi. Spesso mi entrava in casa e poi era un’impresa farlo uscire perché i suoi palchi erano immensi. Ho trascorso anni stupendi e mi teneva tanta compagnia perché se decideva di restare si addormentava su per le scale o davanti alla porta di ingresso mi seguiva ovunque docilmente».
Gli animalisti dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente Aidaa hanno confermato l'intenzione di depositare un esposto alla procura per chiedere indagini approfondite sull'uccisione del cervo: «Abbiamo deciso di presentare un esposto nonostante l'uccisione del cervo sia stata consentita dalla legge e dal calendario venatorio – scrivono gli animalisti – ma per chiedere approfondimenti sia sulla ricostruzione esatta di tutta la vicenda e sul rispetto delle regoleda parte del giovane uccisore di Bambotto. Torniamo a chiedere l'abolizione della caccia e nel caso specifico modifiche profonde e sostanziali della legge e del regolamento di caccia in tutta Italia»