Ogni giorno attraversa i 5 chilometri quadrati dell’isola di Linosa in su e in giù. La batte palmo a palmo, per incontrare i suoi gatti, sia che siano residenti sia che popolino una delle tante colonie che affollano l’isola che, non a caso, è chiamata proprio “l’isola dei gatti”. Dall’incontro nasce una corposa scheda: nome e segni di riconoscimento, caratteristiche fisiche e qualsiasi altra cosa serva a identificarli e a classificarli. Il periodo d’oro, per questo censimento, è proprio inizio di ottobre perché antecedente al calore.
E per questo Martina Cecchetti, umbra d’origine ma sempre in giro per i suoi studi di biologia, è tornata ancora una volta sull’isola siciliana. «La prima volta è stata nel 2014. Ero arrivata per la mia tesi magistrale sulle berte maggiori che nidificano a Linosa. Ma la passione per i gatti ha preso il sopravvento e mi sono ritrovata ad inaugurare questo progetto che ha come obiettivo il censimento e la sterilizzazione continuativa come metodi per tenere sotto controllo la popolazione felina dell’isola e, conseguentemente, limitare la minaccia che rappresentano per la sopravvivenza delle berte e degli altri uccelli migratori».
Censire e sterilizzare i gatti per salvare le berte maggiori
Martina Cecchetti, ricercatrice all’università di Torino ed Exeter, è vice presidente di Berta Maris l’associazione fondata da Giacomo Dell’Omo prevalentemente dedita al monitoraggio e alla protezione delle berte maggiori che nidificano a Linosa. Martina è però la responsabile del “progetto gatti di Linosa”: «L’obiettivo del progetto – spiega Martina – è riportare il numero dei gatti ad un livello più̀ facilmente gestibile, aumentare il loro benessere e ridurre la predazione sugli uccelli. Per farlo, nel 2015 abbiamo iniziato dei cicli di sterilizzazione in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Palermo, in quanto a Linosa non c’è un veterinario. E con loro sono stati sterilizzati 157 gatti».
È proprio in quell’occasione che Martina inaugura il primo censimento dei gatti dell’isola, fondamentale per verificare gli effetti della sterilizzazione. e il pericolo c rappresentato per le berte dalla presenza di tanti gatti. «Abbiamo censito 299 gatti sull’isola e riscontrato che la dieta di alcuni gatti includeva berte adulte e in diverse occasioni sono stati riscontrati eventi di predazione di pulcini. Nella loro dieta erano presenti anche numerose specie di uccelli migratori e numerosi eventi di predazione su di essi vengono segnalati ogni anno dai birdwatchers. I gatti dell’isola predano anche la lucertola endemica linosana e il grillo testa grossa».
I gatti di Linosa, infatti, vivono fondamentalmente liberi. Hanno a disposizione i cinque chilometri quadrati di questa splendida isola che costituisce un unico comune con Lampedusa al centro del Mediterraneo. Alcuni vengono accuditi come animali da compagnia dagli isolani, gli altri si raggruppano in colonie. «In entrambe i casi sono spesso sfamati con gli avanzi, pasta e riso soprattutto, e l’eccesso di carboidrati, a lungo andare, ne ha accentuato la tendenza predatoria» spiega Martina.
Qui ovviamente entrano in gioco le berte maggiori e gli uccelli migratori che attraversano i cieli dal nord al sud del mondo ogni anno. «Le berte sono le abitanti originali dell’isola: erano qui molto prima degli uomini. Si sono evolute per migliaia di anni in assenza di predatori e questo le rende, ormai, molto più indifese. Gli uccelli migratori, invece, trovano in Linosa il luogo perfetto per le soste nei loro lunghi viaggi. Ma al loro arrivo, stanchi e esausti, si trasformano in prede davvero facili da catturare». I gatti, introdotti dall’uomo e ormai felicemente “padroni” dell’isola, hanno trovato un habitat perfetto e cibo in abbondanza. E hanno cominciato a moltiplicarsi.
A marzo dello scorso anno 382 i gatti registrati, 40 quelli sterilizzati
Dopo il primo censimento e la prima sterilizzazione del 2015, lo scorso anno Martina, che nel frattempo ha continuato a studiare comportamenti animali con un dottorato di ricerca in Inghilterra, ha dato il via ad una seconda fase del progetto «Nel 2021, a marzo, ho effettuato un secondo censimento, contando 382 gatti in quattro settimane di lavoro». Grazie al supporto di Paolo Santanera, un veterinario di Torino che a novembre 2021 ha cominciato a collaborare con Berta Maris prestando gratuitamente il suo intervento, sono stati sterilizzati 44 gatti in pochissimi giorni.
In più, lo scorso febbraio, ha preso parte al progetto anche la giornalista Silvia Amodio, grazie alla quale la nostra associazione ha ottenuto un contributo da Action Project (APA), risultato di un’attività charity di COOP Lombardia. E grazie a questo contributo riusciremo a continuare la campagna di sterilizzazione nel 2022 e nel 2023».
L'impatto della popolazione felina sulla fauna dell'isola
Martina, nel frattempo è riuscita a catalizzare il focus del nuovo dottorato inglese ancora una volta sui suoi gatti di Linosa. «Grazie ad una borsa di studio promossa da L’Oréal, avrò a disposizione dieci mesi per continuare a studiare l’alimentazione dei gatti. In particolare, quanto dipendono dal cibo che riescono a cacciarsi da soli e quanto invece dipendono dal cibo che gli viene offerto. Questo permetterà di capire che impatto ha la loro presenza sulle nuove generazioni delle possibili prede, quindi le berte, gli uccelli migratori e anche i roditori dell’isola».
In che modo vengono raccolti i dati? «Sicuramente studiando le loro feci ma anche analizzando i loro baffi. La presenza di carbonio e azoto che indica in che maniera si sono alimentarti. Un metodo inglese che imparato grazie al mio dottorato». Il contenimento dei gatti sull’isola, quindi, diventerà così legato al loro conteggio costante. «Una volta certi dei numeri si potrà procedere anche con interventi dissuasori che tengano lontano le berte dai gatti: i collarini colorati, ad esempio, che rendono i gatti riconoscibili e, conseguentemente, mettono in fuga le berte e gli altri uccelli che potrebbero essere predati».