Stesso coraggio, stessa voglia di diffondere l’amore per la natura, l’australiano Robert Irwin, conservazionista, fotografo naturalista esattamente come il papà Steve, morto nel 2006 durante una immersione a causa della puntura in pieno petto dell'aculeo velenoso di una pastinaca, ha chiarito più volte che non ha paura di scendere in campo quando si tratta di benessere degli animali.
Sui social, dove Robert è una celebrità anche per la sua carriera di personaggio televisivo, ha postato un nuovo video dove lo si vede allattare artificialmente con una siringa un minuscolo ospite dell'ospedale per gli animali selvatici infagottato in quello che sembra essere un berretto lavorato a maglia. Il ragazzo non ci fa sapere esattamente la specie, ma a guardare l'aspetto dell'animale sembra proprio essere un piccolo di quoll, marsupiali originari dell'Australia e della Nuova Guinea.
«Uno dei nostri pazienti più adorabili dell'Australia Zoo Wildlife Hospital che attualmente abbiamo in cura», ha scritto a corredo del video che, come c’era da aspettarsi, ha fortemente emozionato i follower i quali hanno lasciato decine di commenti: «Sei una delle anime più pure del pianeta», «i tuoi contenuti sono sempre fantastici», «grazie per tutto quello che tu e la tua famiglia fate per il regno animale», «questa è l'eredità della famiglia Irwin e noi tutti sosteniamo quanto siete meravigliosi».
Erede di una dinastia dedita all’interesse della fauna selvatica, a partire dai nonni da cui tutto è nato, l’evoluzione della famiglia in quanto a consapevolezza sul significato di benessere animale è decisamente cresciuta col cambio delle generazioni che hanno portato quello che era l’originario zoo, 700 acri nello stato del Queensland costruito appunto dai nonni Bob e Lyn Irwin nel 1970 e reso famoso dalla serie di documentari sulla fauna selvatica The Crocodile Hunter, a diventare tutt’altra cosa.
Steve Irwin iniziò ad aiutare i genitori da subito dedicandosi alla cura dei coccodrilli e dei rettili ospitati. Nel 1982 il parco raddoppiò in dimensioni e quando le redini passarono a Steve e alla sorella Terri cambiarono il nome in Australia Zoo e tutto il denaro guadagnato con i documentari di Steve venne investito in progetti di conservazione e nella costruzione di nuove aree.
Nel 2004, viene aperto in un'area accanto al parco l'Australian Animal Hospital per la cura e la riabilitazione degli animali feriti o in difficoltà. Oggi il parco ospita 1.200 animali tra uccelli, mammiferi e rettili e, purtroppo, non avendo perso del tutto la sua anima di “attrazione turistica”, ospita anche l’arena "Mount Franklin Crocoseum" che con una capienza di 5mila posti viene ancora utilizzato principalmente per spettacoli con animali. Un vero peccato per un parco naturale che fa comunque molto per la fauna del luogo.