Il carro cerimoniale di Civita Giuliana, rinvenuto a nord dell’antica città di Pompei, è tornato all'antico splendore. Il carro fu trovato all'interno della grande stalla di una villa suburbana insieme ai resti di 3 cavalli, di cui uno ancora bardato, di cui è stato possibile realizzare il primo calco in assoluto.
La presenza del pilentum, cioè del veicolo usato nel mondo romano dalle èlites per cerimonie e in particolare per accompagnare la sposa nella nuova casa, e del cavallo finemente bardato, lasciano presagire che al momento dell'eruzione del 79 d. C. che ha sigillato Pompei, le nozze della proprietaria della villa fossero imminenti.
Ancora una volta, attraverso i reperti archeologici scopriamo che ad accompagnare le persone nei momenti più importanti e significativi della loro vita sono gli animali. Kodami aveva già indagato la stretta relazione che unisce noi e gli altri animali in un videoreportage che ha dato voce proprio agli esperti e ai restauratori del Parco archeologico di Pompei.
Oggi il carro ricostruito nelle sue parti mancanti è finalmente percepibile nelle sue reali forme e dimensioni e sarà fruibile nell’ambito della mostra “L’istante e l’eternità. Tra noi e gli Antichi”, in programma dal 4 maggio al 30 luglio 2023 al Museo Nazionale Romano.
Le parti mancanti sono state ricostruite attraverso la tecnica del calco, ideata alla fine dell'Ottocento da Giuseppe Fiorelli, all'epoca direttore degli Scavi archeologici di Pompei. Gli addetti incontravano di frequente aree vuote dovute alla decomposizione di materiale organico: corpi umani e ovviamente anche di animali. Fiorelli decise quindi di inserire in queste cavità del gesso liquido che, una volta induritosi, restituiva la forma di ciò che c’era dentro. Un processo che si è dimostrato anche per ottenere le forme in legno del carro.
Si tratta di un vero e proprio unicum in Italia non solo per il livello di conservazione, in quanto sono emerse le singole decorazioni di natura erotica, e l’intera struttura del veicolo, ma anche perché non si configurava come semplice carro da trasporto per i prodotti agricoli o per le attività della vita quotidiana, già attestati sia a Pompei che a Stabia.
«Questa è un’autentica perla che dimostra ancor più, ove ve ne fosse bisogno, l'unicità del nostro patrimonio – ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – Il restauro e l’esposizione non rappresentano solo la restituzione di un reperto eccezionale ai cittadini e agli studiosi, ma anche il coronamento di uno sforzo che, in questo caso, ha visto operare insieme Parco archeologico di Pompei, Procura della Repubblica di Torre Annunziata e Carabinieri del TPC. Tutto ciò ci spinge a lavorare con sempre maggior impegno, consapevoli del valore del nostro patrimonio, eredità di un grande passato ma anche opportunità di crescita civile e socioeconomica per il futuro».
Un reperto unico e fragile per le sue delicate condizioni di conservazione e rinvenimento, che nel suo percorso di recupero, restauro, ricostruzione e restituzione alla fruizione del pubblico. La villa suburbana di Civita Giuliana era infatti già stata indagata agli inizi del Novecento e purtroppo era arrivata all’attenzione per gli scavi clandestini condotti da tombaroli.
Nel 2017, però, la collaborazione tra la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e il Parco archeologico di Pompei ha permesso di arrestare l’attività illecita dei clandestini e il depredamento del patrimonio archeologico di quell’area.
Da questa sinergia è stato avviato nel 2019 a un Protocollo d’intesa per la legalità tra le istituzioni rivolto al contrasto delle operazioni illecite nel territorio vesuviano, come ha fatto notare il direttore generale dei Musei, Massimo Osanna, sotto la cui Direzione del Parco di Pompei nel 2018 si sono avviate tutte le attività del protocollo d’Intesa con la Procura. «La scoperta all’epoca dello scavo fu eccezionale per le informazioni che rivelava per la tipologia di veicoli di trasporto, di tipo cerimoniale, che non trovava confronti in Italia con simili reperti. Un carro simile era stato ritrovato anni fa in Grecia, nei luoghi dell'antica Tracia, in una tomba appartenuta a una famiglia di alto rango, ma lasciato in situ. Questa è invece la prima volta al mondo che un pilentum viene ricostruito e studiato».