Il coquì comune (Eleutherodactylus coqui) è una delle creature più emblematiche ed iconiche di Porto Rico. Come altre specie di anfibi per comunicare emette delle vocalizzazioni che però, secondo uno studio, stanno cambiando per colpa degli effetti delle crisi climatica.
La natura è ricca di suoni e gli anfibi amano farsi sentire. Esistono migliaia di specie, ognuna delle quali emette il proprio richiamo riconoscitivo. Il coquì comune non è da meno e anzi prende il nome proprio dal suo caratteristico canto composto esclusivamente da due note che fanno più o meno così: "co-qui".
Questa specie vive nella foresta pluviale dell'arcipelago ed è possibile trovarla passeggiando di notte tra la vegetazione a diverse altezze dal suolo a seconda della pianta sulla quale ha deciso di passare la nottata. Considerando le sue minuscole dimensioni, non è più grande di 4 cm, per comunicare usa proprio la vocalizzazione. In particolare a cantare a squarciagola sono i maschi che emettono suoni per segnalare la loro presenza ad altri individui e scoraggiare eventuali rivali dall'avvicinarsi al proprio territorio. In particolare, la nota “co” mette in guardia gli altri maschi e la nota “qui” invita le femmine a riprodursi.
Il cambiamento climatico danneggia i parassiti, ma questo non è un bene
A quanto pare, però, queste iconiche melodie sono anche utilissime per comprendere meglio l'impatto del cambiamento climatico su questi piccoli anfibi.
Ne sa qualcosa il dottor Peter Narins dell'Università della California di Los Angeles che oltre due decenni fa ha registrato i suoni di questa specie lungo le pendici del picco El Yunque di Porto Rico, la montagna più famosa del paese. Il suo team ha scoperto che le "chiamate" cambiavano in base alla posizione degli individui. Come tutti gli anfibi, il coquì comune è molto sensibile ai cambiamenti di temperatura: sulle cime montuose e fredde, le rane raggiungono dimensioni maggiori rispetto a quelle che vivono nelle valli più calde e questa discrepanza di dimensioni si riflette nei loro richiami. «Gli esemplari che producevano richiami brevi, acuti e frequenti vivevano vicino alla base della montagna mentre i canti degli animali presenti nei pressi della cima erano più lunghi, più bassi e ripetuti meno costantemente», ha spiegato Narins.
Dopo vent'anni l'esperto, insieme al collega Sebastiaan Meenderink, è tornato a El Yunque Peak e ha ripercorso le sue orme per ascoltare nuovamente i canti delle rane. Così hanno scoperto che le vocalizzazioni erano cresciute di tono e che gli esemplari dalla base della montagna si erano spostati più in alto. «Per registrare un richiamo siamo arrivati a un'altitudine leggermente superiore – ha chiarito Meenderink – Era come se tutti gli animali si fossero spostati su per la montagna».
Ma quale motivazione si cela dietro questo comportamento? La causa, purtroppo, è dovuta appunto ad una delle più impellenti emergenze globali della nostra epoca: il cambiamento climatico. A seguito dell'aumento delle temperature, le rane per sfuggire dal caldo hanno compiuto una mini-migrazione verso altitudini maggiori. Si prefigura, quindi, un futuro in cui questi animali continueranno a ritirarsi su per la montagna finché non esauriranno lo spazio e non sapranno più dove rifugiarsi. «Per ora, le conseguenze non sono disastrose. Tuttavia, se non ostacolato, l'aumento della temperatura alla fine causerà un collasso della popolazione di coquì comune che sarà catastrofico per l'ecosistema portoricano», ha concluso Meenderink.