Non sono solo gli esseri umani a patire il caldo. Le temperature record di questi giorni, provocano grandi problemi anche agli animali. Nello specifico le mucche, che stressate dall’afa stanno producendo fino al 10% di latte in meno.
Non per niente, questi animali hanno bisogno di vivere fra i 22 e i 24 gradi. Oltre questo limite mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Per questo nelle stalle sono già scattate le contromisure anti-afa per proteggere gli animali dal caldo, con gli abbeveratoi che lavorano a pieno ritmo, visto che ogni singolo animale è arrivato a bere fino a 140 litri di acqua al giorno, contro i 70 dei periodi meno caldi.
Nelle stalle, inoltre, sono in funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per far sopportare meglio la calura e i pasti vengono rimodulati per aiutare le mucche a nutrirsi al meglio senza appesantirsi.
La Coldiretti Lombardia sottolinea la situazione drammatica delle campagne e non nasconde una forte preoccupazione anche per il calo delle rese produttive, dall'orzo al frumento fino ai foraggi, con mais e riso osservati speciali.
La siccità «è diventata la calamità più rilevante per l'agricoltura italiana» continua l’associazione «con danni stimati quest'anno pari a circa 2 miliardi di euro a livello nazionale». A essere colpito è l’intero territorio italiano, ma particolarmente grave è la situazione nella pianura padana dove la mancanza di acqua minaccia oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell'allevamento.
Che le bovine temano il caldo e reagiscano riducendo l’apporto di alimenti con un conseguente calo della produzione di latte, non è una novità. Il livello di stress raggiunto dipende dalla combinazione di due fattori: temperatura e umidità che determinano un indice bioclimatico definito THI, Temperature and Humidity index. I livelli vanno da no stress (con una temperatura non superiore ai 26 gradi e un tasso di umidità entro il 30%) a letale (con temperature oltre i 38 gradi e umidità al 90 – 100%).
L’impatto dello stress da caldo sul benessere e sulla salute dell’animale si ripercuote ovviamente anche sulle loro attività e sulla loro produttività. Tra gli effetti principali c’è una sensibile riduzione della ruminazione che provoca un calo nell’assorbimento dei nutrienti, la cui conseguenza maggiore è un calo fino al 50% nella produzione di latte e un abbassamento dei livelli di grasso e proteine.
Inoltre, il caldo porta la vacca ad aumentare la frequenza respiratoria e la salivazione, aumentando di conseguenza notevolmente il bisogno di consumo di acqua.
Lo stress da caldo ha, poi, anche un impatto sul riposo: le bovine perdono circa 3 ore di riposo in quanto è più facile respirare e dissipare calore stando in piedi. Tra le altre conseguenze, c’è una diminuzione del tasso di concepimento.
Per quanto riguarda le misure che possono aiutare a prevenire lo stress da caldo, in primo luogo ci sono le strategie nutrizionali: è necessaria infatti una riformulazione della razione con distribuzione nelle prime ore del mattino e in tarda serata.
Quindi, l’accessibilità all’acqua e un monitoraggio costante della qualità e della pulizia della stessa, visto che, quando le vacche sono sottoposte a stress da caldo, il consumo di acqua arriva fino a 200 litri al giorno. Questi due modi possono essere utili per aiutare l’animale in questa fase.
Non meno importante il monitoraggio della qualità dell’aria nei luoghi di stabulazione, attraverso una ventilazione naturale o meccanica, con sistemi di raffrescamento e deumidificazione, come le doccette.