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scheda razza
22 Ottobre 2022
12:00

Il Bracco Ungherese, un cacciatore vivace e socievole

  • Origine: Ungheria
  • Standard: Gruppo 7 - Cani da ferma. Sezione 1 - Cani da ferma continentali tipo bracco
  • Taglia: media
  • Altezza: 54-60 cm. per le femmine, 58-64 cm. per i maschi
  • Peso: 22-30
  • Pelo: corto, ruvido e duro, di colore frumento-dorato
  • Vita media: 12-15 anni
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Validato da Elena Garoni
Membro del comitato scientifico di Kodami
Immagine

Il Bracco Ungherese, anche detto Vizsla, è un cane da caccia di origine ungherese, più nello specifico un cane da ferma selezionato per una caccia polivalente, ovvero non destinata a una specifica specie di selvaggina.

socialità

  • Rapporto con la famiglia umana3
  • Rapporto con altri umani3
  • Rapporto con altri cani3
  • Rapporto con altri animali in casa1

attività

  • Attività fisica3
  • Giocosità3
  • Ricerca3
  • Riporto3
  • Guardia0

adattabilità

  • Vita in città2
  • Adatto come primo cane3
  • Adattabilità ai viaggi3
  • Tolleranza alle temperature calde3
  • Tolleranza alle temperature fredde1

cure e salute

  • Cura del pelo0
  • Predisposizione alle malattie2
  • Attenzione all'alimentazione0

motivazioni

  • Epimeletica2
  • Affiliativa3
  • Comunicativa3
  • Et epimeletica3
  • Somestesica1
  • Sociale3
  • Protettiva3
  • Territoriale0
  • Possessiva0
  • Competitiva0
  • Perlustrativa3
  • Predatoria3
  • Sillegica3
  • Esplorativa3
  • Di ricerca3
  • Cinestesica3
  • Collaborativa3
Che cosa sono le motivazioni?Scopri tutti i desideri e i bisogni dei cani

Con il nome Vizsla vengono definite entrambe le varianti della razza, quella a pelo corto e quella a pelo duro, sebbene la seconda appartenga a un altro standard di razza riconosciuto sia da Enci che dall'FCI.

Il suo aspetto è riconoscibile per la struttura leggera e muscolosa che rispecchia lo stile armonico con cui trotta, corre e passeggia.

Si tratta di un cane di taglia media dalla personalità vivace e socievole che, come molte razze selezionate per la caccia, si pone spesso in maniera positiva nei confronti dei cani e degli umani.

Vivere con lui significa amare le lunghe scampagnate nella natura, non temere il fango, né le pozzanghere e nemmeno i sentieri impegnativi, perché il suo naso potrebbe portare davvero ovunque. Non temete, però, perché il Bracco Ungherese ci tiene ai suoi umani e quindi si girerà, di tanto in tanto, per controllare se ci siete ancora o se vi ha persi lungo il cammino.

Origine

Ungheria

Standard

N° 57/ 13.09.2000

Gruppo 7 Cani da ferma

Sezione 1 Cani da ferma continentali tipo bracco

Aspetto

Cane di taglia media dal pelo corto, ruvido e duro, di colore frumento-dorato. Lo standard sottolinea che un tratto distintivo è l’eleganza delle forme.

I maschi raggiungono i 58/64 centimetri, mentre le femmine i 54/ 60 centimetri. Gli adulti di entrambi i sessi pesano tra i 22 e i 30 chili.

Motivazioni 

Cinestesica, predatoria, collaborativa, sillegica, affiliativa, comunicativa, di ricerca, perlustrativa, esplorativa, sociale, protettiva, etepimeletica

Amante di

Uscire alla mattina presto e tornare la sera tardi dopo una lunga giornata tra campi, colline, boschi e cespugli. Sentire il vento e annusarne gli odori e poi appiccicarsi al proprio umano sul divano e, insieme a lui, trascorrere le serate tranquille.

Alimentazione, cura e mantenimento

Il Bracco Ungherese è un cane che tendenzialmente gode di buona salute. Ciò nonostante potrebbe soffrire di displasia dell’anca o del gomito, polimiosite e anemia emolitica autoimmune.

Origini e storia

Le origini del Bracco Ungherese risalgono al XVII secolo, sebbene i primi reperti storici che riportano immagini di cani molto simili a questi Bracchi, risalgono addirittura al XII secolo. Inizialmente affiancavano le famiglie che vivevano nei territori situati nell’odierna Ungheria, occupandosi di gestire il bestiame, anche di accompagnare gli umani durante le uscite di caccia. Secondo alcuni esperti, questa razza nascerebbe dall’incrocio con i Levrieri arabi, anche noti come Sloughi e dai segugi originari della Turchia. Per questo motivo si pensa che gli antenati della razza siano arrivati in Europa da Oriente.

Allo stesso tempo, però, i Bracchi Ungheresi somigliano molto ad altre razze di origine balcanica, come ad esempio i Segugi della Jugoslavia.

Durante il dominio dell’impero Ottomano in Ungheria, gli antenati dei Vizsla andarono via via scomparendo e, per la prima volta rischiarono l’estinzione, in quanto risultavano ormai inutili per la caccia che, a quel tempo, si svolgeva con i falchi e con i cavalli, ed era ormai divenuta un diritto solo per la nobiltà.

Alcuni soggetti che sopravvissero vennero portati in Germania, dove furono incrociati con i Pointer, con i Kurzhaar e con molte razze di segugi tedeschi. In seguito vennero incrociati anche con i Setter Inglesi ed è proprio da questo momento che la razza comincia a presentare il gene recessivo del pelo lungo, da cui dipende il fatto che alcuni soggetti nascono con il mantello diverso rispetto a quello selezionato nei secoli dai cacciatori ungheresi.

In patria, infatti, il Bracco Ungherese ha sempre avuto un colore giallo sabbia, anche detto “sommergelb”, ovvero “giallo estate” (in tedesco) per potersi mimetizzare meglio durante la caccia agli uccelli selvatici nelle grandi pianure del Danubio.

Con il passare degli anni divenne noto come razza destinata unicamente ai nobili e ricevere un “Royal Golden Vizsla” divenne un onore concesso solo ai regnanti. Tra questi vi furono la Principessa Iolanda di Savoia, figlia del re d’Italia, ma anche altri re e regine europei.

A partire dal 1853, con l’arrivo degli austriaci nel paese, i vennero incrociati anche con altre razze, assumendo definitivamente la personalità vivace e affidabile che conserva ancora oggi, quella di un cane da caccia estremamente talentuoso nell’individuare le tracce, puntare la preda e riportarla poi ai propri umani.

I numerosi incroci però, rischiarono di portare nuovamente all’estinzione la razza e, per questo motivo, gli allevatori ungheresi cominciarono a fare tutto il possibile per tutelarla. I maggiori promotori di questo movimento furono gli allevatori Kálmán Polgár,  Károly Bába e Béla Kerpely. I loro sforzi, però, rischiarono di vanificarsi in seguito alla Prima Guerra Mondiale, quando venne firmato il Trattato di Trianon, che portò l’Ungheria a perdere circa due terzi del suo territorio, tra cui i Carpazi, dove venivano spesso allevati i Vizsla.

La razza rischiò quindi nuovamente di scomparire, ma venne salvata ancora una volta dai patriottici, scontenti delle sorti della propria Nazione ed estremamente interessati a mantere in vita le razze Ungheresi.

La loro complessa storia non è ancora finita perché, a partire dal 1945, l’Ungheria subisce l’invasione russa e molti aristocratici uccisero i propri cani e i propri cavalli piuttosto che lasciarli alle mani nemiche.

Di questo periodo si narrano molte storie, una delle quali vuole che il detentore del libro genalogico, Oberst Jeno Dus, fuggì in Austria e seppellì tutti i documenti riguardanti la razza, causandone, però, l’irrimediabile perdita. Nello stesso periodo la Baronessa ungherese Elizabet von Mihalyi fuggì a piedi con la propria femmina di Vizsla, chiamata Panni e registrata con il pedigree ungherese.

A Vienna entrò in contatto con una coppia che custodiva un maschio di proprietà del Conte von Eszterhazi, chiamato Betyar. Furono proprio Betyar e Panni a dare vita alla maggior parte dei Bracchi Ungheresi che incontriamo oggi.

La razza è stata poi riconosciuta ufficialmente dalla FCI nel 1936 e oggi questi cani da caccia dall’aspetto così elegante, vengono adottati soprattutto da appassionati. Talvolta, però, ne viene ancora sottovaluta la vitalità e, soprattutto, il bisogno di avventure e movimento.

Come tutti i cani da caccia, inoltre, finiscono anche vittime di maltrattamenti o abbandoni e, per questo motivo, è importante prendere in considerazione l’idea di rivolgersi ad un’associazione rescue che si occupi di dare loro l’opportunità di trovare una nuova famiglia.

Motivazioni (desideri e bisogni)

Bracco ungherese

Il Vizsla è un cane estremamente vivace, che desidera trascorrere quanto più tempo possibile in compagnia dei suoi umani di riferimento, in particolar modo all’aperto, sui sentieri, in collina e libero nei boschi.

Il suo naso potentissimo potrebbe portarlo talvolta ad allontanarsi parecchio, ma rispetto ad altri cani da caccia, la sua motivazione affiliativa e quella sillegica, lo portano a tornare più rapidamente sulla pista del pet mate.

Non si può certo pensare di vivere con lui senza trascorrere molto tempo all’aperto, e, se sarà così, il Bracco Ungherese dimostra la sua enorme sensibilità e, in ambiente domestico diventa un amante del contatto e degli spazi condivisi. Insomma, non ci si sente mai soli!

Come molti cani da caccia, ha un approccio tendenzialmente socievole con i suoi simili, che spesso invita nelle lunghe perlustrazioni con il naso a terra.

Ha una motivazione predatoria piuttosto elevata: un fattore che potrebbe complicare la passeggiata nel momento in cui si incontra un gatto.

Un Vizsla lasciato a lungo da solo è un cane triste, svuotato del suo enorme desiderio di vivere una relazione affiliativa profonda con le sue figure di riferimento ed è proprio questo il motivo per cui non ci si può immaginare di trattarlo come uno strumento per la caccia. Questo Bracco è davvero molto di più e chiunque trascorra una giornata con lui se ne accorgerà immediatamente.

Aspetto fisico

A caratterizzare il Vizsla è soprattutto un’espressione degli occhi che gli fa apparire qualche ruga e gli conferisce un aspetto quasi perplesso. Ha una corporatura leggera, armonica e asciutta e un’andatura trotterellante molto agile ed elegante. La testa è moderatamente larga e leggermente bombata, le orecchie invece hanno la forma di una “V” arrotondata. Il mantello  è corto e fitto, più ruvido nella variante – meno diffusa – a pelo duro.

In entrambi i casi, però, è più fine su testa e orecchie. Il ventre, invece, ha un pelo più rado. I colori possono variare dal giallo al color frumento – sommergelb – e, in alcuni casi, può presentare una macchia bianca sul petto o sulla gola. Le zampe sono solide e hanno una muscolatura ben visibile e la coda è attaccata un po’ bassa, forte alla radice e progressivamente più fina verso la punta.

Gli adulti sono di taglia media e, sia i maschi che le femmine, raggiungono dimensioni medie di circa 54/ 60 centimetri e un peso tra tra i 22 e i 30 chili.

Cura e salute

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Il Bracco Ungherese è un cane piuttosto sano e solido che può superare i 13 anni di età, ciò nonostante potrebbe soffrire di displasia dell’anca e del gomito – comunque meno diffusa che in altre razze – e di alcune patologie oculari. Il Vizsla, inoltre, è particolarmente soggetto alla polimiosite, patologia tipica della razza, all’epilessia e alla torsione dello stomaco. Trattandosi di un cane che trascorre molto tempo all’aria aperta è importante munirsi di un ottimo antiparassitario.

Come ogni cane, necessita di una dieta sana ed equilibrata che sia relazionata alla quantità di movimento che svolge durante il giorno.

Cosa fare con un Bracco Ungherese

Il momento in cui è più felice è quando può correre libero, esprimendo tutto il suo desiderio e il suo bisogno di perlustrare ambienti sempre nuovi e ricchi di odori.

In questi momenti, si possono organizzare ricerche olfattive anche complesse, chiedendogli di attendere mentre andate a nascondere un oggetto o un premietto nei cespugli, sul ramo di un albero o in una buca. Le prime volte bisogna ricordare di prestare attenzione nell’aiutarlo, ma poi vi accorgerete che questo gioco è per lui un passatempo meraviglioso. Insieme a lui si possono frequentare anche ambienti dove si trovano altri cani, perché solitamente rappresentano, per lui, un’occasione in più per socializzare e condividere avventure.

Un’altra opportunità interessante per la vita insieme a lui è la grande passione che la maggior parte dei Bracchi Ungheresi mostra per l’acqua. Un fiume, un lago o una spiaggia sono luoghi in cui questi cani si divertono senza sosta. Dopo una lunga giornata all’aperto, il Vizsla si acciottola attaccato ai suoi umani sul divano, quindi preparatevi a fargli spazio ovunque siate. Se la relazione che vi unisce è profonda, dormirà sempre sul vostro letto.

Relazione e contesto ideale

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Il Bracco Ungherese ama trascorrere il tempo con i suoi umani e, infatti, potrebbe soffrire un po’ la solitudine e sviluppare un legame quasi morboso con la sua figura di riferimento, quindi è importante abituarlo gradualmente a trascorrere il tempo da solo fin da quando è cucciolo.

Nel caso in cui conduca una vita in linea con i suoi interessi e i suoi desideri, può vivere anche in appartamento e condividere gli spazi con una famiglia che ha bambini. Ciò nonostante, è molto importante che ognuno sia abituato a rispettare le necessità e gli spazi altrui. Può convivere anche con i gatti, ma alcuni soggetti tendono ad avere una motivazione predatoria più spiccata di altri e, quindi, finiscono per rincorrerli e complicare la permanenza negli stessi spazi. Per ridurre i rischi, create ambienti in cui il gatto si possa sentire al sicuro e, soprattutto, se adottate un cane adulto, ricordatevi di verificare preventivamente questo aspetto dei suoi interessi.

Si tratta di un cane molto socievole che, in alcuni casi, viene anche considerato adatto per la Pet therapy, ma questo particolare va analizzato nel dettaglio, perché ogni soggetto ha una personalità a sé stante. Generalmente, però, non dovrete preoccuparvi di avere ospiti. Non è una razza che tende ad abbaiare molto e, se non si sente a suo agio, il Vizsla tende piuttosto ad allontanarsi. Nel dubbio, quando arrivano persone che non conosce, preparategli una cuccia fuori dal passaggio degli ospiti, dove possa riposarsi tranquillamente. Ricordatevi che anche i cani dalla personalità più vivace hanno bisogno di sonnecchiare e avere momenti di calma e pacatezza.

Una giornata con un Bracco Ungherese

A svegliarvi è la sua coda che, energica, frusta il muro della camera da letto. Sapete che il vostro Bracco Ungherese è molto abitudinario, quindi non vi stupite del fatto che si sia già accorto che è domenica. Vi alzate e preparate la colazione per tutta la famiglia. Una volta finito di mangiare, vi vestite tutti per andare a fare un giro in campagna e, mentre il cane vi gira emozionato tra le gambe, tirate fuori la pettorina. Per la gita di oggi avete scelto l’argine del fiume, dove il vostro Vizsla potrà fare anche il bagno.

Alla fine della passeggiata, vi sedete a fare merenda e aspettate la famiglia dei vostri amici che arriva in compagnia dei propri cani. Mentre i bambini giocano sull’erba, il Bracco Ungherese e gli altri cani si rincorrono vicendevolmente  e annusano il prato tutto intorno. Poi tornate indietro verso le macchine e vi spostate verso il paese, dove dovete fare qualche commissione. Il vostro Vizsla vi segue sereno, vi guarda felice quando vi fermate per un caffè veloce e poi torna a trotterellare con voi durante il ritorno verso casa.

Prima di rientrare, vi fermate ancora un attimo al parco e, mentre voi vi nascondete, i bambini restano con lui. Poi fischiate forte e, dal vostro nascondiglio sentite tutti correre verso di voi. Rientrati a casa, preparate la cena per e, nell’attesa, i bambini giocano sul tappeto, mentre il vostro Bracco Ungherese riposa a pochi centimetri da loro, quasi indifferente del rumore, finché non sente il suono della sua ciotola che si riempie. Dopo cena arrivano i vicini per vedere la puntata della vostra serie preferita e il vostro cane li accoglie scodinzolando, mentre loro gli grattano la schiena. Il divano è grande, ma oggi siete in tanti e ci state a malapena. Poco importa al Vizsla che, quasi dovendosi contorcere, trova un angolino ancora vuoto pur di stare a contatto con voi.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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