Il biacco (Hierophis viridiflavus) è un serpente non velenoso e quindi non pericoloso, appartenente alla famiglia dei Colubridi. Lo si trova frequentemente nelle campagne e nei giardini assolati. Questa specie predilige, infatti, ambienti ricchi di luce e particolarmente secchi. Questo serpente è distribuito in Europa meridionale, dalla Spagna alla Croazia e, per quanto riguarda il nostro paese, è presente in tutta la penisola e anche in Sicilia e Sardegna.
Si tratta di una specie abbastanza riconoscibile, perché ha un corpo molto lungo che può raggiungere anche i 150 centimetri. Ha colori bruno/nero, oppure verde/nero ed è punteggiato da piccole macchie gialle, che possono diventare trasversali o longitudinali. Il ventre, invece, può essere bianco-giallastro o grigiastro. In alcune zone del suo areale si sono diffuse popolazioni melaniche dai colori molto più scuri.
Come accade a molti serpenti del nostro paese, anche il biacco assume nomi dialettali e soprannomi utilizzati solo localmente. Tra questi, il più noto è biscia nera, ma in Calabria viene chiamato scurzuni e in Campania è invece noto con il nome di agnone. Per quanto riguarda i dialetti del Nord, invece, viene chiamato carbonaz in Trentino, carbonasso in Veneto e frustone in Emilia Romagna.
Come è fatto il biacco
Sebbene, secondo quanto descritto sul sito delle Aree Protette del Trentino, molte popolazioni presenti nella zona settentrionale del nostro paese siano melaniche (ovvero dai colori particolarmente scuri), il corpo del biacco è generalmente caratterizzato da un colore marrone/nero, oppure verde e nero punteggiato da piccole macchie di colore giallo, che diventano vere e proprie linee trasversali verso la parte centrale del corpo. A differenza dei serpenti velenosi, ha il capo di forma arrotondata, leggermente angolata, smussata verso la punta e poco distinguibile dal resto del corpo.
Le popolazioni melaniche vengono considerate una specie a parte o sottospecie del biacco comune dal nome Hierophis viridiflavurs carbonarius e sono molto diffuse anche in Svizzera meridionale. Secondo quanto riportato dal Karch, Centro di Coordinamento per la Protezione degli Anfibi e dei Rettili in Svizzera, solo nella zona Sud occidentale del paese e nel Canton Ginevra, sono predominanti i colori tipici della specie.
Il dimorfismo sessuale è evidente soprattutto se gli individui sono adulti. I maschi, infatti, possono arrivare al metro e mezzo di lunghezza, mentre le femmine non superano i 120 centimetri. Gli individui più piccoli e giovani si distinguono per via del colore più tendente al grigio, su cui spicca la testa con le squame nere.
Habitat e distribuzione
Secondo quanto riportato dalla IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) il biacco è diffuso in Europa meridionale, a partire dalla Spagna Nord orientale, fino a raggiungere la Croazia, passando per tutti i paesi alpini, quali la Svizzera, la Germania Meridionale, l'Austria e la Slovenia. Nel nostro paese è diffusa in tutte le regioni, comprese le isole maggiori e molte isole minori.
Si trova dal livello del mare ad un massimo di 2100 metri di altitudine, ma predilige i territori a bassa quota, soprattutto se caldi e soleggiati, con coltivazioni o boschi. Spesso viene rinvenuta sul bordo dei prati da sfalcio e nei pressi delle campi che confinano con i boschi. Il biacco utilizza, inoltre, i muretti a secco come rifugi e si sposta nei boschi solo se ci sono rocce e radure. In alcuni casi è possibile osservarla anche sulle rive dei corsi d'acqua.
Si tratta di uno dei serpenti italiani più diffusi ed avvistati con maggiore frequenza e non si conoscono minacce gravi per la specie sebbene, soprattutto negli ultimi anni, soffra di un'alta mortalità per via degli investimenti stradali, soprattutto durante il periodo della riproduzione.
I suoi predatori sono i rapaci e, in misura minore, alcuni carnivori, ma il maggior rischio per questi serpenti è la distruzione del suo habitat e la costruzione di strade. Se riesce ad evitare questi rischi, il biacco vive mediamente 10/12 anni.
Alimentazione
Il biacco ha abitudini prevalentemente diurne. La sua dieta è opportunista, ma si può dire che abbia una predilezione per i piccoli mammiferi, in particolare roditori, e per i rettili che vivono nei pressi dei muretti a secco. La sua alimentazione è estremamente variabile e cambia in base alla disponibilità delle prede. In alcuni casi, sono stati osservati anche episodi di cannibalismo.
Durante la caccia, utilizza la testa come una sorta di periscopio e solleva spesso la parte anteriore del corpo. Insegue la preda sfruttando la sua velocità e l'ottimo olfatto di cui è dotata. Una volta raggiunta, la soffoca stringendola o immobilizzandola al suolo oppure contro un ostacolo, per poi ingerirla, spesso ancora viva.
Riproduzione
Il biacco è oviparo. Durante il periodo degli accoppiamenti, i maschi si affrontano in avvinghiamenti che hanno lo scopo di dimostrare la loro superiorità, spingendo la testa dell'altro verso il suolo. Ciò avviene generalmente tra aprile e maggio e, proprio in questa stagione, vi è il maggior numero di investimenti stradali.
Tra giugno e luglio, le femmine depongono tra le 5 e le 15 uova all'interno di un luogo sufficientemente umido e protetto dall'eccessivo calore del sole, come ad esempio l'argine di un fiume. I giovani biacchi nascono tra agosto e settembre, con una lunghezza media di circa 25 centimetri. Per il primo periodo della loro vita si nutriranno soprattutto di piccole lucertole e poi entreranno in ibernazione per l'inverno.