Lo scorso 14 luglio il Consiglio dei Ministri del Governo federale belga ha approvato una proposta legislativa per introdurre il divieto di importazione di trofei di caccia ottenuti da animali selvatici protetti e in via di estinzione. La proposta è stata presentata da Zakia Khattabi, Ministro del Clima, dell'Ambiente, dello Sviluppo sostenibile e del Green Deal e segue il voto unanime del parlamento che nel marzo del 2022 aveva già appoggiato una risoluzione che chiedeva di porre un freno al rilascio di permessi di importazione per i trofei ottenuti da una lunga lista di specie minacciate e in pericolo.
Come vi abbiamo infatti raccontato e mostrato attraverso la nostra videoinchiesta sotto copertura nella più grande fiera della caccia d'Europa che si tiene ogni anno a Dortmund, l'Unione Europea gioca un ruolo chiave in questo triste fenomeno ed è il secondo più grande importatore di trofei di caccia di specie selvatica. Un business letteralmente sulla pelle degli animai e che minaccia la sopravvivenza di molte specie selvatiche in tutto il mondo e che poco o nulla apporta alla conservazione o all'economia dei Paesi coinvolti.
Tra queste ci sono ippopotami, giraffe, rinoceronti, elefanti africani, leoni, orsi polari e tantissime altre specie che ancora oggi vengono uccise per divertimento dai cacciatori di trofei. La tutela applicata dalla risoluzione belga si estende anche a tutte le specie elencate nell’Allegato A e ad alcune dell'Allegato B inserite del Regolamento (UE) 338/97 sulla protezione delle specie di flora e fauna selvatiche.
Human Society International, organizzazione a livello globale che lotta per la protezione di tutti gli animali, è impegnata da anni a monitorare e ad analizzare nel dettaglio il fenomeno globale della caccia al trofeo, e ha perciò accolto con soddisfazione la proposta belga. Ruud Tombrock, Direttore Esecutivo di HSI/Europe, ha dichiarato: «Accogliamo con favore che la risoluzione unanime del Parlamento sia stata tradotta in azione legislativa e attendiamo di poter apprenderne nel dettaglio i contenuti una volta pubblicata. Il Belgio sta facendo da apripista ad altri Paesi europei che, forti delle richieste dei loro cittadini, si stanno attivando per consegnare l’importazione di trofei di caccia alla storia. Il prossimo passo necessario è l’introduzione di un divieto a livello europeo, che rifletta ancora una volta la volontà dei cittadini di tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea».
Negli ultimi 16 mesi HSI/Europe ha lavorato con membri del Parlamento belga per garantire che la risoluzione unanime fosse tradotta in legge e approvata. Deputati di diversi partiti politici si sono confrontati con il Ministro dell’Ambiente Khattabi e una recente risposta a un’interrogazione parlamentare del deputato Jan Briers ha rivelato che il Ministero ha smesso di rilasciare permessi per l’importazione di trofei animali solo da metà marzo 2023, un ritardo che ha indignato diversi politici.
Il deputato Kris Verduyckt, promotore della proposta legislativa per vietare le importazioni di trofei di caccia nel 2020 e proponente della risoluzione, ha dichiarato: «Sono contento che questo duro lavoro stia dando i suoi frutti. Il Ministro Khattabi sta traducendo la mia proposta in un disegno di legge e l’intero Consiglio dei Ministri la approva. È ora di iniziare a proteggere davvero le specie in via di estinzione. I cacciatori di trofei preferiscono uccidere gli animali più grandi e forti, la cui perdita contribuisce alla frammentazione e al declino delle popolazioni animali».
Con l’approvazione di questa importante proposta legislativa, il Belgio ha fatto eco al sentimento e all'appello della maggior parte dei cittadini europei – contrari alla caccia al trofeo come dimostrano i sondaggi effettuati sempre da HSI – unendosi alla scia degli altri Stati Membri come i Paesi Bassi, la Francia e la Finlandia, che hanno attuato diverse tipologie di divieti e restrizioni sull’importazione di trofei di caccia. La mobilitazione contro la caccia al trofeo sta quindi crescendo in tutto il continente europeo, con nazioni come il Regno Unito, la Germania, l’Italia e la Polonia attualmente coinvolte in discussioni e iniziative per introdurre divieti e restrizioni.
Martina Pluda, direttrice per l’Italia di Humane Society International/Europe, ha così commentato: «È giunto il momento anche per il Governo italiano di ascoltare la voce dei cittadini e seguire l’esempio di altri Stati Membri dell’UE, come il Belgio, che hanno preso le distanze dall’uccisione, oggettificazione e importazione di animali a rischio e in via di estinzione. Una proposta di legge per vietare l’importazione, esportazione e riesportazione dei trofei di caccia di animali appartenenti a specie protette è già stata presentata alla Camera dei Deputati, sia nella scorsa che nell’attuale legislatura. È necessario che gli iter parlamentari di discussione e approvazione vengano velocizzati in modo che l’Italia prenda al più presto le distanze da questa pratica crudele ed anacronistica, seguendo oltretutto la strada tracciata dal Parlamento Europeo che in una risoluzione adottata a maggioranza nel 2022 ha chiesto di vietare le importazioni di trofei nell’UE. È ora per l’Italia di schierarsi dalla parte della fauna selvatica e agire con responsabilità per tutelarla!»
In Italia, infatti, nel 2022 è stata presentata alla Camera dei Deputati una proposta di legge volta a vietare l’importazione, l’esportazione e la riesportazione, da e verso l'Italia, di trofei di caccia ottenuti da animali protetti dalla CITES, la convenzione sul commercio internazionale di specie selvatiche a rischio di estinzione. Dopo la caduta del Governo e l'arrivo delle nuove elezioni, nel 2023 la stessa proposta di legge è stata nuovamente presentata in Parlamento.