La mitologia è piena di creature e mostri fantastici: minotauri, basilischi, dragoni, sirene e unicorni sono solo alcuni esempi della fervida creatività umana, capace di assemblare elementi naturali tramite suggestione, ignoranza e stupore. Molto spesso infatti queste creature prendono involontario spunto da controparti reali; altre volte invece sono le nuove specie scoperte in tempi relativamente recenti a ricordarci animali fantastici ed ereditarne il nome.
Il basilisco, ad esempio, da quali animali prende spunto? Esistono basilischi anche nella realtà?
Il basilisco nella mitologia
Il basilisco è un animale fantastico appartenente alla mitologia europea, che si narra abbia il potere di uccidere o pietrificare con un solo sguardo diretto negli occhi. Il suo nome deriva dal greco basilískos che significa "piccolo re": alcuni autori antichi ritenevano fosse un rettile nobile, una sorta di "re dei serpenti".
Plinio il Vecchio, nel suo Naturalis Historia, una monumentale opera enciclopedica in cui l'autore latino ha cercato di racchiudere tutta la conoscenza naturalistica dell'epoca (infilandoci come in questo caso anche mostri fantastici), lo descrive come un piccolo serpente di 20-30 centimetri (dodici dita, «duodecim digitorum magnitudine») originario della Cirenaica, attualmente una regione della Libia. Era dotato di una macchia bianca sul capo come una specie di diadema, il suo sibilo faceva scappare gli altri serpenti e non si muoveva in spire ma avanzava col centro sollevato. Era velenosissimo in modo portentoso, tanto che se mordeva la lancia di un cavaliere, il suo veleno attraversava la lancia e uccideva sia il cavaliere che il cavallo su cui si trovava.
Con il passare del tempo e grazie al moltiplicarsi di storie, le sue capacità letali continuarono ad aumentare comprendendo l'abilità di sputare fiamme, pietrificare con lo sguardo o con un tocco (anche indiretto) e di uccidere con il solo suono della voce, oltre alle sue sempre crescenti dimensioni e capacità alchemiche.
Nel medioevo questo mostro divenne un must per i bestiari dell'epoca, pesantemente influenzati dall'opera pliniana. Per Isidoro di Siviglia il basilisco è il re dei serpenti. Beda il Venerabile fu il primo ad attestare la leggenda di come il basilisco nascerebbe da un uovo deposto da un gallo anziano ma si devono seguire alcune regole: l'uovo deve essere sferico e covato da un serpente o da un rospo (altri autori hanno aggiunto di sette anni quando Sirio sia ascendente). Alessandro Neckam fu il primo a riferire la teoria secondo la quale non era lo sguardo del basilisco a uccidere direttamente, ma la corruzione dell'aria che esso provocava, teoria sviluppata un secolo dopo da Pietro d'Abano. Nel XII secolo il monaco Teofilo indicò un procedimento dettagliato per creare un basilisco, attraverso la copula di due galli rinchiusi in una cella sotterranea e tramite la successiva cova dell'uovo da parte di due rospi; la polvere del basilisco bruciato e macinato serviva a creare il cosiddetto aurus hyspanicus, ottenuto a partire dal rame.
Nonostante la loro apparenza invincibile, i basilischi hanno due nemici che possono ucciderli: le donnole, che però muoiono sempre anche se riescono ad ucciderlo azzannandolo alla gola, e i galli, il cui canto gli è letale. Insomma, nell'Europa medievale la leggenda della creatura cominciò ad inglobare caratteristiche proprie dei galli, collocandolo nella stessa famiglia della coccatrice.
Anche Leonardo da Vinci incluse un basilisco nel suo Bestiario, in cui si nota la pesante influenza classica. Curiosa è il modo con cui la donnola lo uccide: «questa bestia trovando la tana del basilisco la uccide con l'odore della sua urina, e questo odore, infatti, uccide spesso la donnola stessa».
Il basilisco è anche la creatura a guardia della città svizzera di Basilea.
In tempi recenti questo mostro è poi diventato famoso per il suo utilizzo in saghe cinematografiche e nella sottocultura fantasy. In Harry Potter e la Camera dei Segreti il basilisco è un rettile "serpentoso" posto a guardia della Camera dei Segreti da Salazar Serpeverde, uno dei fondatori della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Nel celebre gioco di ruolo "Dungeons & Dragons" è invece un lucertolone spinoso dotato di otto zampe
Il basilisco nella realtà
La descrizione di Plinio pare si adatti abbastanza fedelmente (tranne alcune piccole esagerazioni) ad una vera specie diffusa in Libia: la vipera delle piramidi (Echis pyramidum).
Questa vipera diffusa in tutto il Nord Africa può avere una croce bianca ben visibile sulla testa (ma c’è variabilità tra le diverse popolazioni), è lunga 30-60 cm e se viene minacciata si muove in modo particolare, strusciando le scaglie tra di loro producendo uno stridio, un po' come fanno i grilli. Inoltre quando si sposta, come tutte le vipere delle sabbie tende a procedere con un’andatura laterale sollevando la parte centrale del corpo, per minimizzare la superficie di contatto con la sabbia calda. Il veleno è emolitico e il morso fatale per gli esseri umani. Quando fa molto caldo, ama soggiornare tra i cespugli e Plinio sottolinea che «necat frutices, non contactos modo, verum et adflatos» (Secca gli arbusti non solo toccandoli, ma anche col fiato).
Ma nell'era moderna il nome del basilisco è stato infine affibbiato ad un genere ben preciso, Basiliscus, comprendente quattro specie di iguane della famiglia Corytophanidae diffuse in America centrale e meridionale: il basilisco comune (Basiliscus basiliscus), il basilisco testa rossa o occidentale (Basiliscus galeritus), il basilisco piumato (Basiliscus plumifrons) e il basilisco bruno o striato (Basiliscus vittatus).
Non preoccupatevi: sebbene non possano pietrificare con lo sguardo e non abbiano nulla a che vedere con i galli, le loro caratteristiche sono ugualmente affascinanti. Queste lucertole infatti vengono talvolta chiamate Jesus Christ lizards (lucertole di Gesù Cristo) per la loro abilità di correre sull'acqua: i basilischi possono infatti correre sull'acqua degli stagni per 4,5 metri rimanendo in superficie prima di affondare e continuare nuotando. Per far ciò le lucertole hanno espansioni di pelle tra le dita posteriori per aumentare la superficie d'appoggio, assumono andatura bipede e raggiungono una velocità di un metro e mezzo al secondo. Un comportamento simile è noto negli idrosauri (genere Hydrosaurus) e da alcune specie di lucertole dattiloidee (famiglia Dactyloidae)
I basilischi possono scavare nella sabbia per nascondersi dai predatori: un anello di muscoli attorno a entrambe le narici impedisce alla sabbia di entrare nel naso.
Il basilisco piumato è una lucertola dagli occhi giallo-accesi, che può raggiungere i 90 centimetri (se consideriamo anche la lunghissima coda) ed è di un colore verde brillante lungo tutto il corpo con striature bianche e nere lungo il collo e la schiena. Il loro aspetto fisico differisce tra maschi e femmine (dimorfismo sessuale): i maschi hanno tre distinte creste su testa, dorso e coda con grandi pennacchi visibili in cima al capo, mentre le femmine hanno solo una cresta sulla testa molto più piccola di quella dei loro partner. Ma cosa mangia? Il basilisco piumato è un animale onnivoro, che si nutre di insetti, piccoli mammiferi come roditori, altre lucertole di taglie minori ma all'occorrenza anche frutti e fiori edibili.