Qualche mese fa vi avevamo raccontato la storia di Igor. Igor aveva circa 10 anni e si trovava in canile a Marino, un Comune nel sud del Lazio, dal primo marzo del 2019. Non si conosceva molto del suo passato, ma secondo i volontari che si occupavano di lui si trattava con tutta probabilità di un abbandono.
Era comparso, infatti, da un giorno all'altro nelle strade della città. «All’inizio era solo, poi nei giorni a seguire era stato visto in compagnia di una cagna – ci raccontava la volontaria Giovanna Riccardelli − Ma come spesso accade, purtroppo, nel mondo del volontariato animalista “Le strade che portano all’inferno sono lastricate di buoni propositi” e così delle persone avevano cercato di prenderlo, braccandolo letteralmente tanto che poi era stato accalappiato addirittura in un Comune diverso da quello dove era stato inizialmente segnalato. E così è iniziata l'epopea del partigiano Igor, il combattente per antonomasia, che prima ha di sicuro dovuto vendere cara la pelle per sopravvivere in strada (come ci raccontavano i segni e le cicatrici che marchiavano il suo viso e il suo corpo) e che poi ha cercato di difendere, strenuamente, ma allo stesso tempo inutilmente, il sacrosanto diritto a cui tutti gli individui anelano: la libertà».
Avevamo così lanciato su Kodami un appello affinché, dopo tanti anni in canile, riuscisse a trovare finalmente la sua famiglia. Ma così non è stato. La mattina del 22 dicembre scorso purtroppo Igor se ne è andato. I volontari entrando nel box lo hanno trovato addormentato, Igor non c'era più ed era morto senza riuscire a vedere la libertà.
Nonostante i cani anziani siano cani eccezionali, che inseriti nel giusto contesto sono da subito ottimi compagni, la maggior parte delle persone quando arriva nei rifugi non li guarda nemmeno. I cani anziani sono spesso invisibili agli occhi di chi va a visitare rifugi e canili e spesso le persone che cercano cani da adottare preferiscono dirigersi verso i cuccioli sulla base di preconcetti e convinzioni che spesso non hanno un reale fondamento.
Anche in questo caso, Igor è stato invisibile agli occhi di chi entrava in canile e così è morto in un box senza poter vivere quella libertà che gli era stata negata.