Un Pitbull è stato picchiato da un gruppo di giovanissimi che prima lo ha strozzato con un cappio di acciaio al collo e infine lo ha seppellito vivo. Per fortuna l'animale è stato salvato da una donna che dopo aver capito ciò che stava succedendo ha chiamato i soccorsi. È successo a Bagheria, in provincia di Palermo, e a sconvolgere non è solo la violenza dell'episodio, ma che sia stato compiuto da ragazzi molto giovani.
L'associazione Zampe che danno una mano Odv ha presentato denuncia alla Procura di Termini Imerese con la richiesta di condanna dei querelati e la determinazione di costituirsi parte civile nell'incardinando procedimento, due degli autori infatti sono stati già identificati.
Sulla vicenda, sentita da Kodami, è intervenuta l'avvocata animalista Giada Bernardi: «È l'ennesimo animale vittima della bestialità e crudeltà umana. Il Pitbull di Bagheria è divenuto bersaglio di un branco di ragazzi che prima lo hanno picchiato causandogli anche importanti lesioni ad un occhio e poi gli hanno messo un fil di ferro intorno al collo. Avrebbero completato il loro disegno criminale seppellendolo vivo, nella fossa che uno di loro stava iniziando a scavare se una passante non avesse evitato la morte del povero cane».
Bernardi ha sottolineato l'aspetto più inquietante dell'intera vicenda: gli autori del gesto sono poco più che adolescenti: «Gioventù bruciata che è lo specchio di una società cattiva e malata, che preferisce sfogare le sue frustrazioni sui più deboli anziché rimboccarsi le mani per risolverle. Una violenza ormai divenuta all'ordine del giorno da Nord e Sud. Questa escalation è il frutto dell'ignoranza, della mancanza di qualsivoglia rispetto per la vita, della totale assenza di valori sui quali costruire un percorso personale».
Sono tanti i casi di cronaca che vedono adolescenti protagonisti di maltrattamenti e uccisioni di animali: «Un fenomeno che spaventa, che non deve essere assolutamente sottovalutato. La violenza gratuita e immotivata a cui deve immediatamente essere messo un freno, da parte tanto delle istituzioni, anche attraverso l'applicazione di misure severe, e soprattutto deve essere prevenuta in ambito familiare. I giovani sono l'Italia del domani, ma se questi sono i presupposti dubito fortemente che questo Paese, soprattutto per quanto concerne la tutela degli animali, potrà mai essere veramente civile».
«Sono molti anni che mi batto per la tutela di chi non ha voce e continuerò a farlo – sottolinea l'avvocata animalista – Ritengo che portare sui tavoli dei Tribunali ciò che per anni è rimasto nell'ombra, nascosto da omertà e disinteresse, sia l'unico modo per giungere alla doverosa e tanto auspicata piena tutela degli animali. Dalla quale oggi siamo, purtroppo, lontani anni luce, ma alla quale sono sicura si arriverà, proseguendo lungo un percorso irto di denunce, archiviazioni, opposizioni, decreti di citazione a giudizio, sentenze di assoluzione e condanna, tra cui continueremo instancabilmente a districarci».