Tammy è una cagnolina con disabilità che ha viaggiato dal Medio Oriente agli Stati Uniti per ricongiungersi con il sergente Jack che mentre era in missione l'ha salvata e adottata. Oggi finalmente i due dopo essersi incontrati nelle zone del conflitto si sono riuniti grazie a Paws of War, associazione che si occupa di salvare cani e gatti per le truppe in servizio all'estero.
La piccola Tammy è stata vista per la prima volta mentre cercava di attraversare una strada trafficata, un tentativo vano e disperato a causa della disabilità che le impedisce di muovere le zampe posteriori. Tammy sarebbe morta di fame oppure investita, rifiutata persino dai suoi fratelli, se non fosse stata notata dal sergente e dai soldati statunitensi che hanno sentito il bisogno di aiutarla.
Mentre si trovava con il sergente Jack e gli altri soldati la cucciola ha scoperto la gioia del contatto con l'essere umano, e anche gli uomini grazie alla vicinanza con lei hanno trovato sollievo dalle difficoltà della missione.
Svolgere attività in stretto contatto con i cani stimola nel nostro organismo risposte psicofisiologiche che portano un enorme benessere. L’interazione con i cani aumenta le concentrazioni di ossitocina – l'ormone che produciamo quando siamo innamorati – e diminuisce i livelli di cortisolo, legato invece allo stress. Vivere con animali è un toccasana per la nostra psiche, ed è ancora più importante quando ci si trova in contesti particolarmente stressanti, come una missione in un territorio ostile.
Non sono rari i casi come quelli di Tammy, tanto che è nata negli Stati Uniti un'associazione che si occupa proprio di ricongiungere i soldati con i cani che hanno salvato mentre erano all'estero.
«Attualmente abbiamo oltre 30 salvataggi in corso e ogni settimana restituiamo ai soldati i loro cani e gatti», hanno spiegato i volontari di Paws of war. Dal 2014 l'associazione ha salvato oltre 600 animali riunendoli con i loro soldati.
Il percorso per ritrovarsi però non è lineare: i cani devono essere recuperati dai luoghi remoti in cui si trovano, e poi trovare un passaggio verso gli Stati Uniti. Nella quasi totalità dei gli animali viaggiano con compagnie aeree commerciali per poi affrontare una quarantena di 28 giorni una volta raggiunto il suolo americano.
Qui i cani vengono poi portati ad amici e familiari del soldato, oppure in un rifugio, in attesa di ricongiungersi. Questo accade perché i militari vengono trasferiti continuamente e anche una volta tornati in patria non è scontato riuscire a incontrarsi subito.
Quando però accade, è evidente che non sono solo i soldati a salvare i cani, ma i cani stessi si rivelano degli eroi: sono loro, attraverso l'amore e l'affetto, a permettere ai militari di sopravvivere in un mondo ostile.