I sirenii sono un piccolo ordine di mammiferi acquatici erbivori che comprende attualmente solo due famiglie e appena quattro specie viventi, il dugongo e tre lamantini. Sono chiamati anche vacche di mare e come i cetacei sono dotati di un corpo idrodinamico, di una coda piatta formata da uno o due lobi e di arti anteriori trasformati in pinne.
Sono animali lenti e placidi, che brucano alghe e vegetazione sui fondali calmi di paludi, estuari, fiumi e aree marine costiere poco profonde tra i tropici e l'equatore. Tutte e quattro le specie sono considerate a rischio estinzione a causa della perdita di habitat, dello sviluppo costiero e delle attività umane.
Caratteristiche dei mammiferi sirenii
Il nome dell'ordine sirenia deriva proprio dalle sirene della mitologia greca. Secondo una leggenda, infatti, in passato i marinai scambiavano questi animali per le sirene meta donna e metà pesce che ammaliarono Ulisse e i suoi compagni di viaggio. In realtà, questi mammiferi acquatici sono ben diversi dalle sirene della mitologia, ma non per questo meno interessanti.
Possiedono grandi corpi fusiformi per ridurre la resistenza dell'acqua e possono raggiungere anche i 4 m lunghezza per circa 1.5000 kg di peso. Si tratta quindi di animali di grandi dimensioni, estremamente pesanti e dotati di uno spesso stato di grasso. Si muovono molto lentamente, anche se in alcune situazioni possono compiere brevi scatti fino a 24 km/h.
Le zampe anteriori sono trasformate in pinne mentre la loro grande coda a forma di timone termina con un unico grande lobo rotondo nei lamantini e con due estremità simili a quelle dei cetacei nel dugongo. Hanno anche una testa grande e rotonda, con una mascella inferiore sporgente e grandi labbra molto forti per strappare la vegetazione.
Hanno tra le ossa più dense dell'intero regno animale e questa caratteristica li aiuta come fosse una zavorra, bilanciando così la galleggiabilità del loro grasso e permettendo loro di rimanere sospesi al di sotto della superficie dell'acqua. I lamantini non possiedono vero e proprio grasso, ma più che altro una pelle molto spessa, di conseguenza sono piuttosto sensibili ai cambiamenti di temperatura dell'acqua e perciò migrano verso acque più calde ogni volta scende sotto i 20 °C.
Per regolare il galleggiamento, un lamantino può anche immagazzinare gas nell'intestino: se lo trattiene rimane in superficie, se rilascia il gas con una flatulenza, va verso il fondo.
Sono animali quasi esclusivamente erbivori e la loro dieta è composta soprattutto da alghe e piante acquatiche, che brucano placidamente sul fondo. Sono anche animali piuttosto sociali e tendono a radunarsi anche in grossi gruppi composti da centinaia di esemplari. I maschi si accoppiano solitamente con più femmine e si esibiscono, un po' come fanno i cervi, in arene comuni chiamate lek.
Tutti i sirenii sono considerati dall'IUCN in pericolo di estinzione e vengono classificati nella categoria Vulnerabile della Lista Rossa a causa soprattutto della distribuzione e della frammentazione degli habitat e dello sviluppo costiero.
Distribuzione e habitat
I sirenii abitano fondali calmi di paludi, estuari, fiumi e aree marine costiere con acque molto calde, per cui possiedono una distribuzione tipicamente equatoriale. Il dugongo vive nell'Oceano Pacifico indo-occidentale tra Africa occidentale, Sud-est asiatico e Australia, passando per alcune zone di Medioriente e India. Sono animali costieri strettamente legati alle ampie praterie di posidonia, pianta acquatica preferita da questa specie.
Le tre specie di lamantino si dividono invece tra le acque costiere del golfo del Messico, del Venezuele e Brasile per quanto riguarda il lamantino dei Caraibi, con la Florida che rappresenta il limite settentrionale della specie. Il lamantino delle Amazzoni è invece la specie più piccola di tutte ed è diffusa solo nelle acque dolci interne del bacino amazzonico. In ultimo, abbiamo il lamantino africano, che vive invece sia nei fiumi tropicali e che tra le acque costiere poco profonde dell'Africa occidentale.
Le specie
L'ordine dei sirenii è composto attualmente soltanto da due famiglie: Dugongidae, con solamente il dugongo attualmente vivente, e Trichechidae, dove invece troviamo le tre specie attualmente conosciute di lamantini o manati.
Il dugongo
Il dugongo (Dugong dugon) è l'ultimo rappresentante vivente della sua famiglia ed è diffuso lungo le coste dell'Oceano Pacifico indo-occidentale. Bruca piante acquatiche come la posidonia e per questo il suo muso è fortemente rivolto verso il basso. Può arrivare a mangiare fino a 30 Kg di piante acquatiche al giorno. Si differenzia dai lamantini per la pelle più liscia, il muso "a spatola" e soprattutto per la coda bilaterale appuntita, simile a quella dei delfini. In è stato cacciato per secoli per la sua carne e il suo olio, persecuzioni che hanno portato all'estinzione nella seconda metà del 1700 il suo ultimo parente vivente, la ritina di Steller (Hydrodamalis gigas), che poteva raggiungere addirittura i 9 metri di lunghezza.
Il lamantino dei Caraibi
Il lamantino dei Caraibi (Trichechus manatus), conosciuto anche come lamantino americano, è sicuramente la specie più nota tra i sirenii. Viene diviso solitamente in due sottospecie, una nordamericana presente negli Stati Uniti, e l'altra strettamente caraibica. Entrambe sono seriamente minacciate di estinzione a causa dello sviluppo costiero e anche per l'impatto con le imbarcazioni. Possiedono delle vibrisse estremamente sensibili usate si per cercare il cibo che per muoversi tra le acqua torbide.
Il lamantino della Amazzoni
Il lamantino delle Amazzoni (Trichechus inunguis) è invece la specie più piccola tra tutte (supera a stento i 2,5 m) ed è anche quella che maggiormente si è adattata alla vita in acqua dolce. Vive esclusivamente nel bacino amazzonico tra Brasile, Perù, Bolivia, Colombia, Ecuador e Venezuela, dove rischia l'estinzione soprattutto a causa della caccia illegale.
Il lamantino africano
Il lamantino africano (Trichechus senegalensis) è l'ultima delle specie di lamantini conosciute. Vive in gran parte della regione occidentale dell'Africa, dal Senegal all'Angola, sia lungo le coste che nelle acque interne dei fiumi, che risale soprattutto nella stagione delle piogge. Per caratteristiche e aspetto non si discosta molto dagli altri lamantini, tuttavia è probabilmente la specie conosciuta e studiata meno tra tutte.