Durante una tranquilla passeggiata in natura può capitare di vedere, soprattutto in una calda mattinata di primavera, un serpente che si crogiola al sole. Spesso le vibrazioni emesse dai nostri passi possono far scappare l'animale, ma un recente studio ha scoperto come per alcuni serpenti forse può bastare anche semplicemente parlare: secondo i ricercatori infatti alcune specie non solo captano le vibrazioni del terreno, ma possono udire anche i suoni aerei.
Una scoperta che mostra un lato nascosto e difficilmente immaginabile di animali che pensavamo di conoscere molto bene e che evidenzia come ci sia ancora molto da imparare sul loro conto. Da sempre, infatti, osservando un serpente proprio in un suo momento di relax si è portati a pensare che non percepisca perfettamente i suoni che emettiamo e che si accorga della nostra presenza solo perché il suo constante contatto con il suolo gli permette di percepire perfettamente le vibrazioni dei nostri passi. Seppur logica, questa considerazione è vera solo a metà.
Un team di ricercatori dell'Università del Queensland, infatti, ha fatto ascoltare ad alcune specie di serpenti suoni a tre diverse frequenze, osservando le loro sorprendenti reazioni. Dunque, per la prima volta gli scienziati hanno documentato come questi rettili reagiscono alle onde sonore, descrivendo la propria scoperta in un lavoro scientifico pubblicato sulla rivista Plos One. Per capire come questa ricerca abbia modificato la visione che abbiamo di questi rettili, però, dobbiamo prima capire una cosa: come sentono i suoi i serpenti?
L'udito nei serpenti
Ogni animale predilige diversi sistemi sensoriali per rapportarsi con il mondo esterno e con gli individui della propria e di altre specie. Noi esseri umani siamo animali abituati ad usare molto la vista e l'udito (sebbene altri organismi ci possano facilmente superare anche in questi), avendo ad esempio un senso dell'olfatto estremamente scadente. I serpenti invece si orientano basandosi anche su sensi ed organi del tutto diversi, come la percezione termica ottenuta grazie a recettori infrarossi posti sul muso.
Ma come se la cavano invece con l'udito? Sorprendentemente, i serpenti non hanno membrane uditive come i timpani. Ciò però non vuol dire che non possano percepire alcuna vibrazione: la parte inferiore del corpo di un serpente è particolarmente sensibile alle vibrazioni del terreno che si propagano all'orecchio interno grazie a una catena di piccoli ossicini della mascella. Le vibrazioni riescono a propagarsi per lunghissime distanze avvertendo l'animale dell'arrivo di predatori e possibili prede anche a diverse centinaia di metri.
Dunque, secondo uno studio del 2012 pubblicato sul Journal of Experimental Biology i serpenti mancano sia di un orecchio esterno che di alcune strutture dell'orecchio medio presenti invece nei mammiferi, ovvero strutture anatomiche che nell'uomo corrispondono alla catena di ossicini staffa, incudine e martello. Tuttavia, possiedono un osso chiamato "columella" che collega l'orecchio interno alla mascella.
A causa di questa configurazione dell'orecchio, i serpenti sentono solo una gamma ristretta di frequenze e fino ad oggi si pensava potessero sentire solo le vibrazioni che si propagano per un substrato solido.
I serpenti possono sentire i suoni aerei
La ricerca del team di studiosi austriaci è quindi la prima del suo genere, sopratutto poiché ha osservato il comportamento dei rettili senza recare loro eccessivo disturbo e senza anestetizzarli. Nonostante il modello di ricerca guardasse dunque al benessere degli animali, lo studio ha peccato comunque di rappresentatività poiché ha coinvolto solo 19 serpenti.
I ricercatori hanno trasmesso tre tipi diversi di vibrazioni: un tipo riprodotto attraverso il suolo e altri due per mezzo aereo. Così facendo sono riusciti a testare entrambi i modi in cui i serpenti percepiscono questi stimoli, quello "tattile", ovvero percepito tramite il terreno, e quello uditivo.
Sorprendentemente la maggior parte degli animali hanno dimostrato evidenti risposte ai suoni. In particolare un pitone femmina ha dimostrato persino di essere incuriosita dalla fonte sonora e si è avvicinata, mentre gli altri esemplari in generale hanno percepito il suono come negativo e sono scappati.
Secondo gli studiosi le diverse reazioni possono essere spiegate tramite le pressioni evolutive che hanno caratterizzato lo sviluppo, la sopravvivenza e la riproduzione delle specie nel corso dei millenni. Ad esempio, le femmine di pitone sono grandi serpenti notturni con meno predatori rispetto ad altre specie più piccole e probabilmente non hanno bisogno di essere caute e possono seguire i suoni spinte dalla curiosità.
Uno studio apparentemente rivoluzionario, se non fosse per la scarsità di esemplari sui quali gli sperimentatori hanno testato la loro ipotesi. Dunque, in futuro sarà necessario approfondire il tema allargando il campione, ma ciò non toglie che il comportamento dimostrato da questi serpenti abbia dell'incredibile.