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4 Aprile 2024
10:01

I serpenti dimostrano consapevolezza di sé superando un “test dello specchio” alternativo

I serpenti giarrettiera sono in grado di riconoscere il proprio odore individuale, reagendo con maggior interesse quando questo viene modificato. Secondo un nuovo studio, tale reazione dimostra un certo grado di auto-consapevolezza in questi rettili.

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Un nuovo studio recentemente pubblicato su Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences sta riaccendendo il dibattito su un quesito considerato ancora molto controverso: i serpenti possono riconoscere se stessi? Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, sembra infatti che alcuni serpenti possano davvero avere una forma di auto-riconoscimento, perlomeno attraverso uno dei loro sensi più sviluppati: l'olfatto.

Tradizionalmente, viene infatti utilizzato il cosiddetto test dello specchio per valutare la consapevolezza di sé negli altri animali. L'esperimento è relativamente semplice: si marca solitamente con un colore vistoso una parte del corpo non visibile direttamente dall'animale e se questo prova a toccarlo o a rimuovere il segno una volta osservata la propria immagine allo specchio, significa che è in grado di riconoscere se stesso.

Tuttavia, i serpenti, oltre a non avere arti, come e la maggior parte degli altri rettili interagiscono con il mondo e con gli altri animali soprattutto attraverso l’olfatto. Studi precedenti, hanno inoltre già raccolto prove a sostegno che alcuni sono in grado riconoscere di la propria "firma chimica" olfattiva e così i ricercatori hanno pensato di ideare un test dello specchio alternativo e basato principalmente proprio sul riconoscimento olfattivo.

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I serpenti giarrettiera, hanno mostrato un particolare interesse verso il proprio odore alterato con aggiunto di olio

Strofinando dei dischetti di cotone sulla loro pelle, i ricercatori hanno raccolto l'odore individuale di 36 serpenti giarrettiera orientali (Thamnophis sirtalis sirtalis) e 18 pitoni reali (Python regius), presentando poi a ciascun individuo cinque differenti test olfattivi: il proprio odore; il proprio odore con l'aggiunta di un po' d'olio d'oliva; solo l'olio di oliva; l'odore di un altro serpente della stessa specie; e quello di un altro serpente con aggiunta di olio.

Hanno poi osservato le reazioni e il comportamento di ciascun animale, scoprendo che i serpenti giarrettiera erano particolarmente interessati soprattutto al proprio odore alterato dall'aggiunta di olio. Il maggior coinvolgimento verso questo particolare stimolo olfattivo, veniva palesato dai rettili attraverso un numero più elevato di tentativi e di tempo impiegati a "sondare" questo particolare odore con la propria lingua rispetto agli altri.

I serpenti, infatti, utilizzano la loro lingua biforcuta iper-sensibile per "assaggiare" le molecole odorose presenti nell'aria. Avere due punte risulta particolarmente vantaggioso per stabilire, con maggiore precisione, da quale direzione viene la traccia chimica e inoltre raddoppia la superficie di contatto tra la lingua e l'aria, consentendo così una capacità di rilevamento delle molecole nell'aria ancora più precisa ed efficace.

Secondo gli autori, questo particolare interesse dimostra che stavano tentando di investigare meglio il proprio odore alterato, il che suggerisce che questi serpenti possano riconoscere in un certo senso quando c'è qualcosa di diverso nel loro odore abituale (un po' come una macchia sul corpo visto allo specchio). D'altra parte, i pitoni reali hanno invece risposto allo stesso modo a tutti gli odori e questa differenza tra le due specie non deve poi sorprendere più di tanto.

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I pitoni reali, invece, hanno reagito allo stesso modo a tutti gli stimoli olfattivi

I serpenti giarrettiera sono infatti molto più sociali dei pitoni reali e spesso si ammassano in grandi gruppi, soprattutto durante il periodo riproduttivo, quando formano vere e proprie "orge di serpenti" intorno alla stessa femmina. Per un animale così abituato a dover a aver a che fare con tanti altri individui della stessa specie, può essere quindi molto vantaggioso saper riconoscere se stessi e gli altri.

Ma sebbene questi risultati rappresentino una delle prime evidenze di un potenziale auto-riconoscimento nei serpenti, alcuni ricercatori rimangono ancora piuttosto scettici scettici. Se questo comportamento potrà essere davvero interpretato come una forma di autocoscienza oppure più semplicemente come un interesse condizionati da altri fattori, saranno solo il tempo e ulteriori studi a confermarlo o meno.

Del resto, molti altri animali un tempo insospettabili, come le galline o i pesci pulitori, si sono aggiunti di recente alla lista degli animali in grado di superare il test dello specchio insieme a primati, elefanti, delfini, cavalli e tanti altri. Questo studio offre quindi uno sguardo nuovo e affascinante sulla mente dei serpenti, sfidando l'idea preconcetta che siano animali freddi, puramente istintivi e dotati di scarse o nulle abilità cognitive.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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