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1 Giugno 2023
17:19

I segreti della longevità umana potrebbero celarsi nel nostro microbiota intestinale

Secondo un nuovo studio, alcune persone sono più longeve della media perché hanno mantenuto in salute il loro microbiota intestinale con virus e batteri che difendono il loro corpo dalle infezioni.

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Gli esseri umani sono fra le specie di mammiferi più longeve in assoluto. Nonostante esistano differenze fra i generi e le vari popolazioni umane nei diversi paesi, la nostra specie può godere di un'aspettativa di vita media di 82/84 anni d'età, con la possibilità di arrivare talvolta anche oltre i cent'anni.

In linea generale, proprio gli ultra centenari stanno aumentando in diversi paesi del mondo ed è su di loro che si sono concentrati alcuni ricercatori del Novo Nordisk Foundation Center for Protein Research dell'Università di Copenhagen, interessati a comprendere quali siano i fattori non genetici legati alla longevità.

Pubblicando un articolo su Nature Microbiology, gli scienziati danesi hanno mostrato come sia possibile raggiungere abilmente una certa età, facendo particolare attenzione a tutelare il nostro microbiota intestinale. Un vero e proprio alleato nei confronti dell'invecchiamento e dalla mortalità precoce, formato da migliaia di batteri che convivono con l'organismo umano e che sono in grado di aiutarci a degradare le molecole ricavate dal cibo e a difenderci dall'aggressioni di altri microrganismi dannosi.

«Siamo sempre ansiosi di scoprire quali sono i segreti che permettono ad alcune persone di vivere estremamente a lungo – ha affermato Joachim Johansen, primo autore dello studio – E quando abbiamo deciso di intraprendere questa ricerca, sapevamo già che alcuni studi precedenti avevano dimostrato che i batteri intestinali di alcuni anziani producono molecole che li rendono resistenti alle infezioni e ai microrganismi patogeni. Ci è sembrato dunque giusto continuare in questa direzione, sperando di confermare questo dato».

L'equipe danese, studiando 176 centenari giapponesi in ottima salute, ha appreso che la combinazione di batteri intestinali di queste persone risulta essere eccezionalmente diversificata rispetto a quella di altri soggetti che alla stessa età hanno trascurato la loro dieta o che hanno subito delle patologie che colpiscono l'intestino. Essi, infatti, avevano un maggior numero di specie di batteri e di virus presenti nel microbiota, con una distribuzione migliore degli stessi lungo l'intero canale intestinale. Ciò comporta che i loro standard di vita siano migliori rispetto a quelli di altri anziani e inoltre i risultati ottenuti dalle analisi delle loro feci hanno mostrato che alcuni virus innocui presenti nel nostro intestino possono avere un effetto benefico sulla flora intestinale e in generale sulla nostra salute.

Questi virus, infatti, vivendo all'interno del nostro corpo, infettano le cellule batteriche che non fanno parte del nostro microbiota, impedendo così ad eventuali organismi patogeni d'intaccare l'intestino o altre regioni del corpo umano, soprattutto quando siamo arrivati a una certa età. Una volta venuti a conoscenza di com'è composta la flora intestinale dei centenari in salute, ora gli scienziati stanno dunque cercando di realizzare la migliore dieta possibile che permetta a tutti noi di disporre di un microbiota sano in grado di farci sopravvivere – DNA, malattie e imprevisti permettendo – fino all'età avanzata.

Sfortunatamente però sembra che non sia solo una questione di alimenti, ma anche di composizione della popolazione virale. «Abbiamo appreso che se una particolare tipologia di virus fa visita a un batterio simbionte dell'intestino umano, questo può effettivamente rafforzarlo e renderlo immune ad eventuali altre infezioni. I virus che abbiamo trovato nei centenari in salute contenevano infatti dei geni extra, in grado di potenziare i batteri e di contrastare l'avvento di un eventuale infiammazione», ha chiarito Johansen, tendendo a sottolineare però che limitare l'uso di cibi grassi o notoriamente cancerogeni, migliorano nel complesso la diversità batterica intestinale.

Simon Rasmussen, altro autore della ricerca, proprio sull'origine di questi virus potenzianti, aggiunge che se vogliamo capirne di più, dobbiamo effettuare più ricerche, al di là delle politiche per offrire alla popolazione la possibilità di vivere una senilità migliore. «Se scopri che alcuni batteri e virus hanno un effetto positivo sulla flora intestinale umana, il prossimo passo della ricerca sarà quello di scoprire se solo alcuni o tutti noi li possediamo. E nel caso in cui solo alcuni godano di questo vantaggio, il nostro lavoro sarà quello di capire come far ottenere questi batteri e questi virus alle persone che non li hanno, affinché tutti possano godere di questo beneficio».

Questo passo, d'altronde, potrebbe permettere a moltissimi anziani, già in là con gli anni, di vivere meglio gli ultimi anni della loro vita, poiché lo scopo della ricerca non è solo quella di permettere a tutti di superare i 100 anni, ma anche di viverli coscientemente e in buone condizioni. In conclusione, non siamo però gli unici animali che sembrano godere di una vita molto lunga della media. Anche gli elefanti, i cetacei, gli squali della Groelandia, infatti, possiedono diversi trucchi che permettono loro di allungare di molto la loro esistenza. E considerando gli ultimi progressi ottenuti in questo campo, sarebbe interessante, secondo i ricercatori, effettuare anche degli studi che mettano a confronto le diverse caratteristiche delle specie più longeve.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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