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20 Giugno 2024
18:14

La Fondazione Cave Canem e l’affidamento dei Rottweiler di Manziana: «Nessuno è irrecuperabile»

La Fondazione Cave Canem è stata contattata per prendere in affido i tre Rottweiler di Manziana che ferirono a morte il 39enne Paolo Pasqualini. Lo conferma a Kodami la presidente della Fondazione, Federica Faiella.

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I tre Rottweiler di Manziana potrebbero essere affidati alla Fondazione Cave Canem. Lo conferma a Kodami la presidente della Fondazione, Federica Faiella: «Possiamo evitare che questi animali restino nel limbo. Nessuno è irrecuperabile».

I tre Rotweiler Arian, Aron e Apollo domenica 11 febbraio 2024 ferirono a morte il 39enne Paolo Pasqualini mentre correva nel bosco Macchia Grande di Manziana, alle porto di Roma. Secondo quanto ricostruito sino ad ora, i cani sarebbero scappati dalla casa dove vivevano verso l'area verde dove hanno incontrato Pasqualini. Un passante ha provato a intervenire cercando di allontanare i cani con un bastone ma è rimasto ferito a sua volta. Quando sono giunti sul posto i soccorritori del 118, il 39enne era ormai privo di vita.

L'autopsia ha confermato che è morto per shock emorragico provocato dalle numerose ferite localizzate soprattutto nella parte superiore del corpo, in particolare al collo all’altezza della vena giugulare. Le ferite riscontrate sulle braccia, invece, confermano l'ipotesi che l'uomo abbia tentato di difendersi.

La Procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo d'indagine a carico dei riferimenti umani dei Rottweiler: gli ex coniugi Patrizio Pintus e Giovanna Minnelli. Quest'ultima si trovava in casa al momento della tragedia, mentre Pintus, secondo le recenti ricostruzioni, a seguito della separazione non abitava più nella villa di Manziana.

Da febbraio i cani si trovano all'interno del Centro Cinofilo del Lago a Bracciano, ed è qui rischiano di restare fino al termine dei loro giorni. «È questo che vogliamo evitare – fa sapere Faiella – Gli animali sono oggetto di procedimento giudiziario, e la Fondazione può fornire supporto alla Procura. Inoltre, possiamo garantire ai cani una qualità di vita elevata, seppur in contesto detentivo».

La Fondazione è stata contattata dall'amministrazione comunale di Manziana e ha dato formalmente la propria disponibilità. Ora manca solo l'ultimo riscontro. Un'occasione per ridare una seconda possibilità ai Rottweiler. «I tre cani hanno agito perché erano in branco – ricorda Faiella – è una specificità della razza, ma presi singolarmente sono assolutamente recuperabili».

La Fondazione si dedica da tempo al recupero dei cani finiti nelle maglie della giustizia attraverso i progetti "Nessuno escluso", nato per accompagnare cani interessati da alterazioni comportamentali di rilievo in percorsi di recupero, e "Io merito giustizia", pensato per offrire tutela giuridica agli animali vittime di mala gestione o sequestrati. In questi percorsi i cani saranno seguiti da un team di esperti guidati da Mirko Zuccari, educatore cinofilo specializzato nel recupero di cani con problemi comportamentali.

«L'esperienza dimostra che nessuno è irrecuperabile. I Rottweiler sono legati a un fatto di cronaca, ma il recupero comportamentale può garantire loro una qualità di vita più elevata. Per fortuna l'amministrazione comunale ha deciso di non dimenticarli in canile».

Gli umani di riferimento non hanno smesso di interessarsi ai cani, hanno infatti continuato a sostenere i costi dello stallo in struttura, ma sanno che non potranno mai tornare in quella che era la loro casa. Un'ipotesi che l'amministrazione comunale di Manziana ha scongiurato anche attraverso un'ordinanza sindacale nei giorni immediatamente successivi alla tragedia. È stato proprio il sindaco a chiedere il supporto di Cave Canem per i tre Rottweiler.

«La Fondazione è uno strumento a disposizione della Procura e degli animali. Sono passati mesi, i riflettori sulla vicenda si stanno spegnendo, ma noi siamo ancora qui per proporre la migliore situazione possibile alla luce delle circostanze», conclude Faiella.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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