Gli ecosistemi australiani sono tra i più ricchi di specie, ma negli ultimi tempi la loro biodiversità sta subendo un forte declino a causa degli impatti causati dalle specie invasive, dalla perdita di habitat e dai cambiamenti climatici. Un nuovo studio, infatti, evidenzia che è ormai necessario quanto prima effettuare un radicale cambiamento del rapporto che l'essere umano ha instaurato con l'ambiente, prima che sia davvero troppo tardi. Solo in questo modo si può pensare di invertire il senso di marcia e salvare quante più specie possibili dall'estinzione. I risultati della review sono stati pubblicati recentemente sulla prestigiosa rivista Science.
Da diversi decenni ormai l'uomo sfrutta ogni tipologia di risorsa che la natura offre senza preoccuparsi delle conseguenze delle proprie azioni. Questo è il motivo per il quale attualmente il Pianeta è in sofferenza e tutti i suoi abitanti devono fare i conti con innumerevoli rischi che ne minacciano la sopravvivenza. La ricercatrice del CDU Research Institute for Environment and Livelihoods (RIEL), professoressa onoraria dell'Australian National University e autrice principale, Sarah Legge, hanno affermato che c'è un disperato bisogno di maggiori investimenti, riforme politiche e piani di gestione e conservazione efficaci se si vuole anche solo sperare di migliorare il tenore di vita degli animali.
«L'accumularsi di pericoli per la biodiversità australiana riflette lo scarso valore attribuito alla conservazione dell'ambiente. Si tratta di una prospettiva profondamente radicata in una legislazione, una politica e una gestione totalmente inadeguate», spiega Legge.
Secondo lo studio, i rischi di estinzione per i mammiferi australiani superano di gran lunga la media globale. «Le previsioni del collasso dell'ecosistema e dei crescenti tassi di estinzione delle specie endemiche australiane potrebbero diventare realtà se le minacce alla biodiversità non sono adeguatamente controllate. Un recupero efficace, però, richiede che la società riformuli il suo rapporto con l'ambiente», sostiene anche Libby Rumpff, ricercatrice presso l'Università di Melbourne.
È evidente, quindi, che la maggior parte degli insuccessi legati alla scarsa conservazione dell'ambiente è da attribuire ad un malsano e inadeguato rapporto tra uomo e ambiente. Tuttavia, la speranza è l'ultima a morire, infatti vi sono esempi di ottime pratiche di gestione che hanno ottenuto i loro frutti e dalle quali è bene prendere esempio per contrastare le minacce alla biodiversità e ridurre il rischio di un'escalation dei tassi di estinzione in tutti i gruppi di animali.
«Questi metodi possono avere successo, ma sono necessari finanziamenti adeguati e legislazioni adatte alla formulazione di piani di gestione efficaci», affermano i ricercatori. Dalla review è emerso che i cambiamenti climatici stanno causando un effetto combinato sia sulle minacce già esistenti che sui nuovi stress ambientali, comportando il declino delle popolazioni e modifiche all'interno degli ecosistemi.
«Dato che l'incidenza di incendi aumenterà nel corso del tempo, è improbabile che alcuni habitat e specie riescano a riprendersi. Ciò potrebbe portare a grandi cambiamenti nella composizione della vegetazione e alla biodiversità nella sua totalità, specialmente tra gruppi di animali e piante di antichi rami evolutivi che si sono evoluti in condizioni di disturbo molto minore».
Siamo di fronte ad una situazione più che drammatica. Di questo passo sarà impossibile ripristinare una condizione salutare per il Pianeta e per tutte le creature che lo abitano. «Dobbiamo creare un mondo migliore, trasformare il modo in cui viviamo in questo paese», spiegano gli scienziati, ma da soli non possono fare molto. Se davvero si vuole effettuare un cambiamento, serve l'unione della società e delle autorità legislative competenti. Solo in questo modo si può pensare di salvare il salvabile e vivere, così, in un mondo migliore.