Un gruppo di ricercatori hanno appena annunciato la scoperta della presenza di ben due rare specie di granchi violinisti lungo le coste di Hong Kong. Si tratta di Tubuca dussumieri e Tubuca coarctata: per la prima si tratta di un gradito ritorno, dopo anni di totale assenza e avvistamenti mai confermati, mentre per la seconda si tratta di una vera e propria prima assoluta.
Lo studio, recentemente pubblicato sulla rivista Zootaxa, non solo conferma quindi la presenza di queste specie insulari a Hong Kong, ma esplora anche il potenziale impatto dei cambiamenti climatici sulla loro distribuzione. Questa scoperta, rappresenta infatti un record unico non solo ex colonia britannica. Infatti, T. coarctata è stata documentata per la prima volta non solo a Hong Kong, ma in tutta l'Asia continentale.
I granchi violinisti, appartenenti alla famiglia Ocypodidae, sono noti per la loro caratteristica distintiva: un'enorme chela che spicca in modo evidente rispetto all'altra, decisamente più piccola. Il nome "violinista" deriva dal movimento che questi granchi compiono con la loro grande chela, molto simile a quello di un musicista quando suona il suo violino.
La chela sproporzionata non serve però a fare musica. Per i maschi maschi, serve principalmente come strumento di corteggiamento durante la stagione riproduttiva: agitandola in modo ritmico e appariscente, attira l'attenzione delle femmine e ribadisce la sua presenza dominante nel territorio. Inoltre, la grande chela è utilizzata anche per difendere il territorio dagli altri maschi rivali, diventando così un'arma efficace nei combattimenti ritualizzati.
I ricercatori suggeriscono che queste due specie, tipicamente presenti nelle isole del Pacifico come le Filippine, Taiwan e le isole Ryukyu in Giappone, potrebbero aver raggiunto le coste cinesi a causa dell'aumento delle temperature marine. Nelle aree insulari, la potente corrente oceanica nota come Kuroshio trasporta acque tropicali più calde verso nord-est, creando condizioni termiche favorevoli alla sopravvivenza delle larve di queste specie.
Con l'aumento delle temperature globali, le acque costiere cinesi sono diventate progressivamente più calde, permettendo a queste specie di estendere il loro raggio d'azione e colonizzare nuove aree. «Con il riscaldamento delle acque costiere cinesi, le larve di queste specie possono sopravvivere e essere trasportate da Taiwan e dalle Filippine verso la Cina continentale», ha infatti spiegato Pedro Jimenez, autore principale dello studio.
Trovare questi crostacei per la prima volta a Hong Kong rappresenta un passo in avanti significativo nella nostra comprensione della biodiversità marina e del suo adattamento ai cambiamenti climatici. Tuttavia, questa scoperta porta anche un monito: è essenziale adottare misure di conservazione per proteggere questi ecosistemi delicati.
Le zone umide di Hong Kong, infatti, hanno subito una rapida degradazione costiera a causa delle opere di bonifica e dello sconsiderato sviluppo infrastrutturale e industriale. Le attività umane in queste aree costiere minacciano pesantemente la biodiversità, che come nel resto del mondo tenta solamente di adattarsi a fatica per sopravvivere su un pianeta in costante mutamento e sempre più caldo.