I ragni sono fra gli invertebrati terrestri più riconoscibili, per via delle loro otto zampe e del loro caratteristico comportamento di produzione delle ragnatele. Ma esistono anche ragni pericolosi per gli esseri umani per via dei loro morsi velenosi, nonostante non tutte le specie producono un veleno capace di colpire anche la nostra specie. Il morso della maggioranza dei ragni infatti è completamente innocuo e sono poche le specie velenose presenti in Italia che rappresentano un pericolo per noi.
Sebbene il 98% delle volte il morso non non causa conseguenze gravi, di solito i ragni sono velenosi poiché producono diverse sostanze tossiche che usano sia come armi di difesa che soprattutto di caccia. Molti esseri viventi sanno quindi quasi a livello istintivo – dagli esseri umani ai cani, dalle lucertole agli uccelli – che i ragni mordono quando sono disturbati e che il loro veleno può portare a pesanti conseguenze. Ciò ha così evolutivamente spinto diverse specie a essere timorose verso questi aracnidi, tanto che oggi sono davvero pochi gli animali che riescono a cibarsi dei ragni.
Le specie di ragni pericolosi in Italia sono prevalentemente 5: Loxosceles rufescens, noto come ragno Violino, Lycosa tarentula, il ragno lupo, Cheiracanthium punctorium noto anche come il ragno del Sacco Giallo, la Segestria florentina e la famosa Latrodectes tredecimguttatus, la Vedova Nera mediterranea nota anche come malmignatta. Questi ragni sviluppano tutti delle molecole in grado di attaccare il sistema nervoso centrale e il sistema neuromotorio che permette ai polmoni di inspirare, causando uno choc, ma sono prevalentemente il ragno violino e la vedova nera a risaltare fra tutti come i più pericolosi nel panorama italiano.
I numeri in generale di decessi spiegabili attraverso un morso di ragno sono in realtà molto bassi in Italia come in Europa ed è anche questo il motivo per cui diversi scienziati, nel corso dell'ultimo decennio, hanno cominciato a sostenere che è necessario iniziare a proteggere questi animali dal pericolo d'estinzione per via della loro grande importanza a livello ecosistemico.
Il morso del ragno
La bocca dei ragni è composta dai cheliceri, delle appendici simili a zanne che sono costituiti da un segmento basale carnoso molto lungo e da denti ricurvi composti di chitina, uno dei materiali più duri che è possibile trovare nel regno degli animali. A secondo inoltre della dieta del ragno, i cheliceri possono avere una forma completamente differente, rispetto ad un altra specie, seppur riporti alla mente quasi sempre l'ago ipodermico delle siringhe moderne. Talvolta ai lati della bocca sono presenti i pedipalpi, appendici sensoriali o prensili che fungono da "arti" ulteriori per moltissimi aracnidi.
I cheliceri a forbice ricordano per esempio delle lame e sono composti da due segmenti che quando lavorano insieme sono in grado di separare a metà il corpo di una preda, senza praticare il minimo sforzo. I cheliceri chelati trisegmentati appartengono invece a quelle specie di ragni che presentano un'organizzazione corporea molto arcaica, simile a quella degli scorpioni, mentre i cheliceri a coltello a serramanico sono quelli più presenti in natura e feriscono la vittima colpendola ripetutamente con il dente presente nella punta.
Un ragno può mordere la pelle di una sua vittima inoltre tramite due principali metodi: praticando un morso pungente, in cui i cheliceri entrano in profondità sotto la pelle, provocando una forte sensazione di bruciore, o un morso mordente, in cui il ragno non demorde dal lasciare la superficie della povera vittima, provocando tra l'altro un dolore molto più costante e diffuso. Entrambi le tipologie di morso riescono ovviamente a liberare il veleno, se la specie possiede le ghiandole velenifere e i canali specifici sulla superficie dei denti per farlo.
Per prevenire invece l'eventuale morso di un ragno, esistono dei particolari trucchi utilizzati soprattutto dagli entomologi. Innanzitutto, quando girate per le campagne o in un territorio di cui conoscete la fauna, esplorate la natura ricordandovi di fare attenzione nel coprirvi le caviglie e l'area dei polsi, che sono fra tutte le zone del corpo umano quelle maggiormente colpite dai ragni durante le escursioni. Se non sapete invece se nella zona che andrete a visitare sono presenti dei ragni particolarmente pericolosi, prima di raggiungere il sito informatevi e chiedete l'ausilio degli esperti. Ciò vi garantirà di partire maggiormente consapevoli dell'eventuale pericolo.
Molto importanti sono anche i repellenti e alcuni comportamenti che permettono di limitare ulteriormente un brutto incontro con qualche aracnide. Per prima cosa, quando vi sedete sopra un masso o nei pressi di una struttura di origine umane, fate particolare attenzione che sotto non si celi un ragno, magari sfruttando un bastoncino da trekking o un ramo per verificare la situazione. Se dovete inoltre dormire in tenda o dentro un sacco a pelo, dopo molto tempo dalla vostra ultima serata in campagna, controllate bene prima di usarli di nuovo: i ragni potrebbero aver trovato rifugio al loro interno e verificare il contenuto vi farà dormire sonni tranquilli.
Infine, quando dovete accendere un fuoco e siete nei pressi di una baita o di un'area ristoro, quando prelevate la legna valgono le stesse regole: non afferrate i rami in maniera incosciente. State infatti attenti che dentro i ceppi non si celino dei ragni – o anche delle zecche – che possano mordervi. E qualora incontraste un ragno, non stuzzicatelo! Come detto, il morso è il suo unico sistema di difesa e qualora doveste avvicinarvi troppo, per quanto piccolo un ragno potrebbe decidere di saltarvi addosso.
Come funziona il veleno dei ragni?
Il veleno dei ragni può essere neurotossico o necrotossico. Quest'ultimo è il più facilmente riconoscibile, poiché comincia a fare effetto a partire da qualche minuto dopo l'inoculazione, cominciando ad attaccare i tessuti vicini ai bordi dei segni lasciati dai cheliceri.
Il veleno necrotossico comincia infatti ad entrare nel circolo sanguigno della ferita e a promuovere l'apoptosi, ovvero un'esplosione incontrollata delle cellule del sangue e dei tessuti che cominciano a liberare violentemente il citoplasma nell'ambiente circostante e a formare pus, favorendo il processo noto come necrosi.
Il veleno neurotossico invece distrugge irreparabilmente le strutture e i tessuti del sistema nervoso, attaccando non soltanto il cervello, favorendo così l'insorgere di malattie come la meningite e l'encefalite, ma anche la struttura stessa dei nervi che collegano il sistema nervoso centrale alle periferie, bloccando tal volta anche il battito cardiaco come la respirazione e la peristalsi dell'intestino e dell'esofago.
I ragni che producono un veleno neurotossico inoltre sono anche molto più pericolosi rispetto alla media, poiché tal volta le loro molecole si attivano sono dopo diverse ore, complicando notevolmente il riconoscimento della ferita e il recupero di una persona dopo che è stata morsa.
Le specie velenose presenti in Italia dispongono di un mix raramente letale di veleni, ma in media risultano essere sia neuro che necrotossici. La malmignatta per esempio ha un veleno neurotossico, fra i più pericolosi all'interno del panorama europeo. Ciò però non ci deve indurre a pensare che l'incontro con una malmignatta sia sinonimo di morte. Esse infatti sono molto meno letali delle vedove nere americane e non tutti i morsi dei ragni presentano in verità il veleno. Questo perché produrlo costa, sia dal punto di vista energetico che di tempo.E i ragni potrebbero essere costretti a limitarne l'uso.
In linea generale però, a seconda della composizione del veleno, i sintomi di un avvelenamento da ragno sono quasi sempre gli stessi. Se siamo stati morsi da una specie innocua e poco pericolosa, avremo solo un piccolo fastidio locale, mentre nei morsi dei ragni più velenosi come sintomi avremo dolore e gonfiore a livello del morso, necrosi cutanea, febbre, vomito, edema polmonare, dispnea con gravi difficoltà respiratorie. Possono essere combinate a questi sintomi anche delle conseguenze indirette, che sono legate agli effetti incrociati delle molecole velenifere sull'intero corpo umano, dopo molte ore dall'inoculazione. Alcuni esempi di questi effetti sono l' ipertensione, l'insufficienza renale, un'erezione dolorosa che è figlia di una grave paralisi muscolare, diarrea espulsiva, delirio e salivazione incontrollata.
Quali sono i ragni pericolosi per l'uomo?
Le specie che secondo la scienza sono considerate le più pericolose per la salute umana appartengono quasi tutti ai gruppi Latrodectus, Atrax e Phoneutria, con pochissime eccezioni. Questi generi di ragni sono infatti fra quelli che si sono adattati a "mordere" una numerosa lista di prede, condizione che li ha portati a sviluppare un mix micidiale di veleni a cui nessuno, neppure gli animali di gran lunga più grandi delle loro consuete vittime, può sfuggirgli. I morsi di questi ragni rilasciano un veleno in grado di causare sofferenze immaginabili, oltre a danni permanenti e a compromettere la vita stessa, ma per fortuna in Eurasia questi ragni sono rappresentati solo da alcuni componenti che producono tali sostanze a scala ridotta e che dispongono di un antidoto.
Qui di seguito elencheremo tuttavia alcune delle specie più letali del mondo. Le specie che hanno fatto parte degli incubi di molteplici esploratori.
Ragno delle Banane
Il Phoneutria nigriventer è sicuramente noto per essere il ragno killer per eccellenza. Di seguito infatti all'introduzione del commercio degli schiavi e della coltivazione delle banane nelle due sponde meridionali dell'Atlantico, questo ragno ha diffuso il terrore per generazioni di coltivatori, rintanandosi all'interno dei caschi di banane e saltando addosso ai malcapitati, quando giungeva la stagione del raccolto.
Ancora oggi non si conoscono antidoti al suo veleno ma secondo molti scienziati, anche qualora dovesse venire introdotto sul mercato, rimarrebbe comunque il ragno più pericoloso del mondo. Bastano infatti circa 0,006 mg del suo veleno per compromettere pesantemente il sistema nervoso di una persona e per quanto la sua specie non uccida più come un tempo – secondo i moderni report dell'OMS il suo veleno uccide solo nel 3% dei morsi – le povere vittime devono passare in media 6 settimane in ospedale prima di iniziare la riabilitazione.
Le sue tossine infatti ritardano la captazione delle molecole di sodio nei diversi canali neuronali che sono presenti all'interno dell'intero sistema nervoso autonomo. Ciò comporta che le pesone subiscono una pesantissima scarica di neurotrasmettitori come l'acetilcolina e la catecolamina, che induce i muscoli a contrarsi a tempo indeterminato.
Un tempo l'aggressione veniva definita "la morte felice" a causa dei frequenti casi di priapismo dovuti al rilascio della catecolamina. Non c'era – e tutt'ora non c'è – nulla di piacevole però in questa paralisi. Molte delle persone che sopravvivono alle settimane infernali seguenti al morso come conseguenza rimangono colpite da diverse malattie cardiovascolari e sviluppano i sintomi dello stress post traumatico.
Oggi la specie, che presenta un colore brunastro e raggiunge anche i 15 cm, vive nelle foreste e zone umide ed è piuttosto diffusa in varie zone del Brasile.
La vedova nera americana
Latrodectus mactans è genericamente nota come la specie più letale del mondo ma in verità condivide questo record con altri ragni del suo stesso genere e con alcune specie del genere Atrax, di cui parleremo di seguito. Non è un ragno di notevoli dimensioni e la sua caratteristica fondamentale è quella di essere completamente nera, tranne per una macchia rossa che talvolta ricorda un teschio, divenuto sinonimo di morte per moltissimi appassionati.
Il suo veleno neurotossico agisce rapidamente, provocando come per altri Latrodectus un parziale intorpidimento alla parte colpita, che precede una forte rigidità muscolare, senso di vomito, diarrea e nausea. Nel lungo periodo, il veleno può letteralmente distruggere i nervi delle vittime ed è per questa ragione se è stata tra le prime specie a vedere sviluppato un antidoto, poiché agli inizi del secolo scorso erano tantissimi negli Stati Uniti a cadere vittima di questa specie.
Anche in questo caso bastano poche gocce del suo veleno per procurare inevitabilmente gravi conseguenze che costringono il soggetto a recarsi in ospedale. A differenza però di quanto visto nei film, non è vero che il morso di una vedova nera uccide all'istante. Danneggia velocemente i tessuti nervosi e i suoi sintomi si diffondono nell'arco di poche ore, ma immaginare questo ragno come una sorte di proiettile silenzioso, capace di uccidere il rivale o l'agente segreto straniero, come in diversi romanzi di spionaggio degli anni Sessanta e Settanta, è stata un'esagerazione di Hollywood.
Solo il 5-6% dei morsi risulta fatale e le sue cugine europee – come la già citata malmignatta – sono molto meno comuni e velenose della vedova nera originale.
Ragno dei cunicoli
Il ragno dei cunicoli, per la scienza Atrax robustus, vive in Australia ed è al top delle specie di ragno più pericolose del mondo, poiché il suo morso può causare la morte in un tempo compreso tra i 15 minuti ed i 3 giorni dalla inoculazione del veleno.
Raggiunge circa 5-8 centimetri e si contraddistingue dalle altre specie poiché ha una superficie lucida, colorata di nero, che permette di distinguerla dagli altri ragni. Fino all'introduzione dell'antidoto, datato 1981, buona parte dei suoi morsi si concludeva con il decesso delle vittime. Fortunatamente però l'antidoto ha praticamente azzerato i decessi in Australia e quello che si prova dopo un suo morso è… detto in parole semplici, un tremendo dolore.
Il suo morso è stato infatti considerato da molti scienziati come fra i più intensi del regno animale e secondo delle nuove stime, molte delle vittime coinvolte in incidenti con questa specie in passato non sarebbero morti in realtà per gli effetti neurotossici del veleno (paralisi, diarrea, nausea), ma per l'intensità dello stesso dolore arrecato dal morso.
Il ragno eremita marrone
Loxosceles reclusa è una specie di ragno americano noto per lasciare sulle carni delle sue vittime delle profondi cicatrici, conseguenza dell'inoculazione del suo veleno necrotossico.
Mediamente lungo dai 6 fino ai 20 mm, vive negli Stati Uniti orientali e per quanto il suo veleno non sia propriamente letale, in passato ha provocato diversi decessi poiché i suoi morsi, che tendevano a maturare in delle ulcere, favorivano molteplici processi di necrosi che conducevano alla setticemia.
Questa specie ha la particolarità di vedere a 360º poiché possiede a differenza della maggioranza dei ragni tre paia di occhi invece di quattro. I sintomi invece più comuni del suo veleno, oltre alle ulcere, sono febbre, brividi, stordimento, nausea e vomito.