Nonostante abbiano un aspetto abbastanza intimidatorio e stiano cominciando a invadere buona parte degli Stati Uniti Sud Orientali, i ragni joro (Trichonephila clavata), una specie aliena di origine asiatica, non sono però tra le specie più pericolose o aggressive. Anzi, secondo un nuovo studio dell'Università della Georgia guidato da Andrew K. Davis, questa specie è una delle più timide e riservate, stando ai risultati dello studio pubblicato sulla rivista Arthropoda.
Una delle preoccupazioni principali che ebbero i biologi quando cominciarono ad avvistare i primi esemplari negli Stati Uniti, racconta Davis, fu che questi animali potessero entrare in competizione con le specie locali ed essere aggressivi con gli esseri umani. Decisero così di studiare il loro comportamento, in previsione di eventuali progetti di contenimento della popolazione. «Tuttavia, ora è chiaro che questi ragni si sono perfettamente integrati nell'ecosistema, senza arrecare molti danni alle altre specie», ha sottolineato Davis a commento del suo studio.
Per capire quale fosse la personalità e l'aggressività di questi ragni, i ricercatori hanno sottoposto 450 esemplari a diversi stimoli esterni, confrontando le loro risposte con quelle di altre dieci specie diverse che abitano la regione orientale degli Stati Uniti. I risultati dimostrano che i ragni joro sono quelli meno propensi ad attaccare, anche da un punto di vista preventivo.
Mentre infatti la maggior parte delle altre specie attaccava o si bloccava, anche quando era sottoposti a uno stimolo innocuo e non pericoloso, i ragni joro durante rimanevano immobili anche per più di un'ora, cercando di apparire inoffensivi e di sfuggire dall'attenzione da parte di altri ragni o di un eventuale predatore di passaggio. Questo, associato al fatto che preferivano spesso rifugiarsi in anfratti molto stretti, dove è impossibile per animali di grandi dimensioni disturbarli, li rende sicuramente fra gli aracnidi meno pericolosi da incontrare.
«Fondamentalmente si chiudono in loro stessi e aspettano che l'eventuale disturbatore se ne vada», hanno dichiarato i ricercatori, spiegando che sono pochissime le specie di ragno che rinunciano così tanto a combattere per rimanere in pratica pietrificati e inermi davanti a un aggressore. Considerando che questa specie non morde per difendersi, se non quando viene toccata, e non sfugge di fronte al pericolo, come la maggior parte degli aracnidi, come fanno a difendersi e a proliferare?
A rispondere a questa domanda è stato sempre il team di Davis, che ha dimostrato come l'immobilità sia la loro principale arma di difesa. Vivendo in luoghi boscosi e privi di luce, i ragni si sono adattati a sfruttare l'oscurità per nascondersi e imitando al tempo stesso colori di avvertimento tipici delle specie velenose. A prima vista, infatti, la loro livrea vivacemente colorata fa pensare subito a una specie pericolosa, che suscita un maggiore timore anche agli eventuali aggressori.
Il loro giallo e le loro bande nere sono tipici delle specie velenose, come le vespe, che nella mente di molti animali – umani compresi – provoca paura e avversione. Fenomeno che è definito in biologia come mimetismo aposematico. «La maggior parte delle persone pensa inoltre che ‘invasivo' e ‘aggressivo' siano sinonimi – ha detto Amitesh Anerao, coautore dello studio e altro ricercatore universitario – Tanto che all'inizio la gente andava fuori di testa quando incontrava i ragni joro, mentre ora, anche grazie agli studi recenti, le persone hanno cominciato a convivere serenamente con questa specie in America».
I ricercatori ritengono, infine, che la timidezza di questi aracnidi possa averli anche aiutati a sopportare meglio i rumori assordanti, le vibrazioni e gli stimoli visivi continui a cui vanno incontro costantemente negli ambienti urbani. Persino la loro prolungata immobilità, che gli impedisce di muoversi per oltre un'ora, potrebbe averli aiutati a conservare energia e a risparmiare risorse, facilitandone l'espansione nel territorio americano.
I prossimi obiettivi della ricerca interesseranno la biologia riproduttiva di questa specie, assicurano i biologi. La loro rapida diffusione deve essere infatti per forza dovuta a un incredibile potenziale riproduttivo, non presente nelle altre specie di ragni locali. Davis spera solo che in futuro la loro popolazione non diventi così tanto numerosa da costringere i biologi a prendere provvedimenti nei loro confronti, poiché sarebbe anche particolarmente gravoso per loro ridurre la popolazione di una specie che quasi non si difende e che attualmente sembra sfuggire ad ogni incontro con un ragno nativo.