«Chi ben comincia è a metà dell’opera». Partire con il piede giusto induce a proseguire con motivazione e successo verso il proprio obiettivo: in questo caso crescere un cucciolo.
I primi giorni sono infatti fondamentali e possono determinare il corso futuro della relazione con il nostro cane. Per i mammiferi non è subito in gioco l’imprinting, la semplice strutturazione di un’immagine di riferimento da iniziare a seguire, quanto piuttosto l’attivazione relazionale di una fase di vita delicata e complessa che chiamiamo periodo di attaccamento.
Il cane viene definito pet quando si trova a vivere una condizione sociale particolare in cui la fase di attaccamento subisce una transizione affettivo-affiliativa dalla mamma biologica all’umano adottante (pet-mate). Per questo dobbiamo dare il massimo fin da subito e porci come punto di riferimento solido e rassicurante. A partire dai primi giorni, dai primi istanti, dalle prime ventiquattro ore.
In viaggio verso casa
Appena preleveremo il cucciolo dal suo ambiente di svezzamento sarà consigliabile tenerlo in braccio esattamente come faremmo con un neonato, di ritorno dall’ospedale, a pochi giorni dal parto. Durante il viaggio in macchina lasciamo che si accoccoli sulle nostre gambe. Non è importante che a farlo sia per forza il suo pet mate. Potrà essere anche una figura interna o vicina al suo nuovo gruppo familiare.
Importante è non creare subito una separazione, come purtroppo spesso avviene, quando mettiamo il cucciolo all’interno di un trasportino nel portabagagli. Per ottemperare alle normative di sicurezza stradale potremmo tenerlo in braccio assicurandolo, attraverso una pettorina, ad una cintura di sicurezza omologata per cani. Uno dei tanti modelli che si trovano oggi in commercio.
Prima notte
Il cane, come emerge dagli studi etologici, per tutta la vita tende a dormire vicino ai propri punti di riferimento e ai soggetti a lui più affini caratterialmente. È assurdo dunque pretendere che un cucciolo di sessanta giorni, appena arrivato a casa, dorma da solo lontano dal proprio gruppo. Non dobbiamo abituarlo forzatamente al distacco, attraverso una terapia d’urto. Al contrario, dovremmo fargli capire di avere a disposizione tutto il nostro calore affettivo e la nostra vicinanza fisica, per poter sostituire con successo la figura della mamma biologica e dei fratelli/sorelle di cucciolata.
Solo fornendo una solida base affettiva il cane sarà in grado, nel crescere, di trovare la sua autonomia. Smettiamola di pensare che si possa guadagnare la leadership agli occhi del cane, facendolo dormire lontano da noi. Da un punto di vista etologico il leader ama dormire accanto ai suoi follower, perché l’autorevolezza è una caratteristica che si guadagna con il prendersi cura degli altri, garantendo loro vicinanza fisica e non mostrandogli freddezza ed esigendo distanza sociale.
Alimentazione
Consigliati dal vostro veterinario di fiducia, sceglierete il regime alimentare più adatto al vostro cucciolo di cane. Prima di farlo però, è importante, almeno per i primi quindici giorni, dare continuità alla dieta somministrata durante lo svezzamento e solo dopo iniziare a scalare, con le dovute proporzioni, verso un nuovo piano alimentare. Fino almeno ai cinque/sei mesi è consigliabile somministrare al cucciolo tre dosi di pasto al giorno. Non importa che mangiate prima voi. Anzi, fate mangiare prima lui, in modo che le sue inevitabili attenzioni verso il nostro cibo, non saranno alimentate dalla fame ma solo dalla tipica ingordigia canina.
Durante i primi due/tre mesi di adozione, si dovrà considerare gli snack da masticare parte integrante dell’alimentazione quotidiana del cane. Orientiamo la nostra scelta verso prodotti essiccati e non trattati. Ci serviranno per gestire e contenere il mordicchiare in relazione al manifestarsi di alcuni suoi stati emozionali, quali la noia e la sovreccitazione. Non abbiate paura di integrare le porzioni di alimentazione con i masticativi. Tre o quattro al giorno non comprometteranno di sicuro la salute del vostro cucciolo.
Incontro con le persone
Per noi umani i cuccioli sono uno spettacolo irresistibile. Tutti abbiamo la tentazione di accarezzarli e prenderli in braccio. Anche un cuore di pietra si ammorbidisce di fronte a loro. Senza questa attrazione per i cuccioli ed in particolare per i caratteri neotenici delle loro forme, non avremmo avuto, come specie homo sapiens, la motivazione a domesticare e ad indirizzare gli animali a collaborare con noi. Su questa base evolutiva sarà più facile capire il motivo per cui, quando si porta un cucciolo a casa, tutti vogliano riempirlo di attenzioni e coccole. I primi giorni soprattutto, dovremo garantire calma e relax, all’interno del nuovo ambiente familiare.
L’invadenza eccessiva delle persone estranee, durante i primi giorni di adozione, costituisce un’oggettiva sovraesposizione sociale del cucciolo, dalla quale potrebbe derivare in futuro l’insorgere di un problema comportamentale verso le persone. Il soggetto molto piccolo che fa ingresso in casa sta vivendo una fase evolutiva caratterizzata da forte sensibilità agli stimoli e grande vulnerabilità, non solo fisica ma soprattutto psicologica. La necessità di riversare affetto verso il cucciolo e dispiegare su di lui un ricco repertorio di cure va sempre messo in relazione ad esigenze di tutela e protezione dall’invadenza degli altri .
Incontro con altri animali di casa
Quando introduciamo un cucciolo in casa dobbiamo concedere, entro certi limiti, che l’animale ivi residente faccia capire subito le regole al nuovo arrivato. Dobbiamo evitare che il cucciolo venga aggredito dall’adulto, gatto o cane che sia. Il trauma va evitato come la peste. Tuttavia siamo chiamati a dare piena fiducia agli animali e dobbiamo ritenere il cucciolo, seppure piccolo e vulnerabile, in grado di comprendere le regole sociali del nuovo ambiente.
Se crediamo nell’intelligenza dei nostri animali vedremmo che essi istintivamente saranno in grado di rispettarsi e trovare la via dell’amicizia. Dobbiamo essere fiduciosi e tolleranti ma questo non vuol dire lasciar fare e delegare tutto a loro. Dobbiamo tenere bene in mente che siamo noi a dover dettare la configurazione delle regole della sistemica ed arbitrare con attenzione la prima fase della nuova convivenza. Adottando un criterio di buon senso e di giustizia, daremo modo a tutti i membri animali della nostra famiglia di trovare il proprio ruolo e percepire la casa come un luogo di sicurezza.