Questa mattina un bambino di 15 mesi è stato ucciso da due cani descritti come Pitbull. Secondo le prime ricostruzioni, il piccolo si trovava nella sua casa di Campolongo a Eboli, in provincia di Salerno, quando senza preavviso è stato aggredito da uno dei due cani presenti sul posto. Il cane lo avrebbe preso dalle braccia della madre e ferito a morte.
Entrambi gli animali come da prassi sono stati portati via dai servizi veterinari dell'Asl di Salerno, mentre la madre del piccolo è stata trasportata in ospedale a causa delle ferite riportare. I cani non erano della famiglia della piccola vittima, ma dei vicini con i quali condividevano il giardino, ed è proprio nello spazio antistante all'abitazione che si è consumata la tragedia. Non erano quindi cani estranei in un ambiente estraneo, ma individui ben conosciuti inseriti nel contesto abituale.
Prima di un'attenta valutazione comportamentale è impossibile stabilire la dinamica di quello che è successo. Tuttavia una domanda ricorre frequentemente in queste ore sia sui social che offline: i Pitbull sono pericolosi per i bambini? È possibile che ci siano delle caratteristiche specifiche di questa razza e dei Terrier di tipo Bull che li rendano aggressivi nei confronti dei più piccoli?
La risposta non è semplice e per questo Kodami si è rivolta all'istruttore cinofilo Luca Spennacchio, membro del comitato scientifico del magazine ed esperto conoscitore delle razze canine: «Non è possibile addentrarsi nel caso specifico per ora, quello che è certo, e che vale nella stragrande maggioranza dei casi, è che il problema non è tanto la razza in sé ma la mancata custodia dei cani. Se al posto dei Pitbull ci fossero stati dei Cani Lupo Cecoslovacchi o Pastori Tedeschi, e via dicendo, come in altri fatti di cronaca simili, la situazione sarebbe stata la medesima, a fare la differenza spesso è il potenziale offensivo del cane e lo stato d'incuria e di mala gestione».
Il problema intorno ai Pitbull, secondo l'esperto risiede nel gran numero di persone che ad oggi continuano ad acquistarli senza però essere in grado di gestirne le caratteristiche peculiari: «Oggi sono molto diffusi, anche i canili ne sono pieni, e di conseguenza sono anche quelli più spesso coinvolti in incidenti, anche solo a causa della irresponsabile larga diffusione».
È impossibile stabilire con certezza quanti Pitbull ci siano al momento in Italia, questo perché non si tratta di una razza riconosciuta dall'Enci, l'associazione italiana per la cinofilia italiana che si occupa della catalogazione delle razze canine. Ma la fotografia scattata dai volontari di tutta la penisola è la medesima: box pieni di Terrier di tipo Bull e simil Pitbull abbandonati da persone che non avevano le competenze per gestirli.
«Le persone dovrebbero informarsi molto bene prima di decidere di prendere certe tipologie di cani, soprattutto quelle che la zootecnia ha selezionato per essere particolarmente reattive, poco resilienti allo stress e alla frustrazione, con un livello molto alto di predatorietà e competitività, come per esempio i Terrier di tipo Bull, ma non solo loro», ricorda Spennacchio.
I Pitbull sono cani selezionati per il bull baiting, combattimenti tra animali che vedevano contrapposti tori e cani. Hanno una volontà di ferro e una motivazione predatoria altissima. Nella maggior parte dei cani rappresenta il piacere di inseguire oggetti in movimento, come ad esempio una pallina. Per i Terrier di tipo Bull questo bisogno va a intrecciarsi con altri, come la motivazione competitiva e possessiva che fanno sì che una volta partito all'inseguimento non si fermi fino a quando non ha centrato il suo obiettivo. Questo non vale per tutti gli individui, ma fa parte delle caratteristiche di razza che potenzialmente ognuno conserva dentro di sé.
Gestire un cane di questo tipo è una sfida che può essere vinta se affrontata con consapevolezza. Il Pitbull infatti è anche un cane che si lega moltissimo ai suoi umani di riferimento e che proprio per questo suo attaccamento viene considerato un cane adatto alle famiglie con bambini.
«In generale, la superficialità e la mancanza di responsabilità sono e saranno sempre la causa di gravissimi incidenti che si sarebbero potuti evitare. Il margine d'errore con cani mal gestiti, che hanno determinate caratteristiche è prossimo allo zero», conclude l'esperto. Ai Terrier di tipo Bull, e ai Pitbull in particolare, Spennacchio ha dedicato un video approfondimento per conoscerli oltre i pregiudizi.