I pipistrelli (Chiroptera), anche detti appunto chirotteri, sono un ordine di mammiferi che si suddivide a sua volta in due sottordini: i megachirotteri, a cui appartengono per esempio le grandi volpi volanti, e i microchirotteri, a cui appartengono invece le specie di piccole e medie dimensioni. I pipistrelli inoltre sono gli unici mammiferi in grado di volare ed il loro nome deriva dalle due parole greche chéir e pterón che significano rispettivamente mano e ala, a rimarcare la particolare presenza sia dell'una che dell'altra.
Come sono fatti i pipistrelli
I mammiferi dell'ordine dei chirotteri sono innanzitutto dotati di ali che permettono di volare in maniera paragonabile agli uccelli. Nonostante ciò, la conformazione delle stesse è decisamente diversa rispetto ai volatili non mammiferi, in quanto la struttura ossea che le sorregge è del tutto simile a quella dei nostri arti superiori: nel braccio infatti vi è l'omero e anche il radio. Proprio da quest'ultimo si dividono le ossa che compongono le cinque dita (ossa metacarpali e falangi). Nelle zampe posteriori inoltre, i pipistrelli sono dotati di un pollice con un artiglio che permette quindi a questi animali di arrampicarsi agevolmente sulle pareti.
Questi mammiferi inoltre sono dotati di una membrana, detta patagio, attraverso la quale viene facilitato il volo, e funge anche da termoregolatore. Grazie al patagio infatti, i pipistrelli, che non hanno ghiandole sudoripare, riescono a liberarsi del calore in eccesso.
Le dimensioni di questi animali sono molto varie e vanno dai pochissimi grammi del pipistrello calabrone (Craseonycteris thonglongyai) ovvero il più piccolo mammifero al mondo, tipico della Thailandia e della Birmania, alla grande volpe volante dal capo dorato (Acerodon jubatus), nonché uno dei pipistrelli più minacciati in quel continente, che può superare il metro e mezzo di apertura alare e il chilo di peso.
I denti dei pipistrelli variano in base alla specie e, ovviamente, alla sua alimentazione. Sono solo 3 infatti, delle oltre 1000 specie riconosciute sul pianeta, quelle che si nutrono effettivamente di sangue e proprio queste sono dotate di denti particolarmente affilati. Per quanto riguarda le altre specie, il numero di denti varia dai 20 ai 38, e quasi tutte le specie presentano canini particolarmente appuntiti.
Come vivono i pipistrelli
I pipistrelli sono animali sociali che vivono per la maggior parte dell’anno in grandi gruppi. In base al periodo però le dimensioni dei gruppi e i luoghi in cui si rifugiano cambiano. In estate le femmine formano nursery per partorire e allevare i piccoli, mentre in genere maschi vivono solitari o in piccoli gruppi. In autunno maschi e femmine si riuniscono per gli accoppiamenti. In inverno invece i pipistrelli formano colonie miste per passare l’inverno in ibernazione. All'interno dei gruppi che si formano durante l'inverno si possono trovare anche individui di specie diverse.
Quando le temperature scendono per l'inverno, i pipistrelli si trasferiscono in rifugi idonei per superare le temperature più rigide attraverso l'ibernazione, ovvero un periodo dell'anno in cui la temperatura corporea scende anche di molto, ma l'animale rimane in grado di svegliarsi se questo calo è eccessivo. Alcune specie riescono a proteggersi dal freddo attraverso il patagio. Questo periodo, in base alla specie e all'habitat, dura circa 80 giorni.
La durata media della vita dei pipistrelli si aggira intorno ai 15 – 16 anni, ma sono stati osservati individui in grado di raggiungere e superare anche i 40 anni.
Riproduzione
Il periodo delle nascite è regolato in modo da diminuire il più possibile il rischio di morte per ipotermia dei piccoli. Per quanto riguarda le popolazioni del Nord Italia ad esempio, le nascite sono generalmente nel periodo tardo primaverile, in modo che le femmine dispongano di sufficiente cibo per soddisfare la richiesta energetica data dalla gestazione e in seguito dall'allattamento. In altre zone d'Italia le nascite avvengono alcuni mesi o alcune settimane prima, a patto che vi sia appunto, la stessa disponibilità alimentare.
Secondo quanto riportato sul sito dell'Associazione Teriologica Italiana, la gestazione ha una durata che dipende sia dalla specie che da diversi fattori ambientali, ma generalmente va dai 40 ai 50 giorni. Negli ultimi giorni prima dei parti, le femmine si riuniscono in gruppi formati dai 10 fino addirittura ai 1000 individui all'interno di rifugi caldi e tranquilli (detti appunto nursery). Una volta nati, i piccoli (generalmente 1 o al massimo due per parto) si attaccano ai capezzoli della madre mentre lei stessa recide il cordone ombelicale. In base alla specie, i piccoli apriranno gli occhi tra i 3 e i 10 giorni di vita ed impareranno a volare dopo 3 -5 settimane. La pelliccia invece appare nella prima settimana, appena prima dei denti, i quali crescono entro i primi 10 giorni.
Le madri, finché i piccoli non saranno in grado di volare, andranno da sole a caccia lasciandoli nel rifugio e, una volta ritornate, madre e figlio si riconosceranno attraverso specifici richiami e grazie al loro ottimo olfatto.
Con l'arrivo dell'autunno ritorna il periodo degli accoppiamenti, durante il quale molte specie si aggregano in grandissime comunità chiamate swarming, dove tra le altre cose, le femmine scelgono i maschi per la riproduzione attraverso un’intensa attività di volo che inizia dopo il tramonto, e li porta ad inseguirsi gli uni con gli altri dentro e fuori dal rifugio. Gli accoppiamenti veri e propri avvengono però al riparo, nel rifugio stesso.
Alimentazione e ecolocalizzazione
Un pipistrello del peso di circa 10 grammi può ingerire fino a 3,5 – 5 grammi di insetti al giorno. Questo significa che, se si nutrisse unicamente di zanzare, potrebbe predarne fino a 2000 ogni notte. La sua alimentazione però varia di molto in base alla specie. La maggior parte dei pipistrellisi nutre effettivamente di insetti, ma alcune specie prediligono i frutti ed i vegetali. Altre ancora, come i cosiddetti pipistrelli pescatori, mangiano addirittura piccoli pesci. Esistono inoltre alcune specie diffuse in Sud America che succhiano il sangue degli altri animali e, proprio da queste specie deriva l'associazione tra pipistrelli e vampiri. La loro versatilità alimentare è uno dei fattori che ha permesso ai chirotteri di diventare uno degli ordini di animali più diffusi sul pianeta.
Per procurarsi il cibo i pipistrelli hanno sviluppato un sistema detto ecolocalizzatore, il quale permette loro di evitare gli ostacoli al buio e individuare inoltre la forma e la posizione delle prede. Questo utile strumento gli permette di occupare una nicchia ecologica molto specifica dove trovare numerose prede e non avere competizione per la cattura, ovvero l'oscurità.
Secondo quanto riportato in uno studio pubblicato da ISPRA, il funzionamento dell'ecolocalizzatore si basa sull'emissione ad intervalli regolari di onde ultrasonore a frequenze molto alte (superiori a 20 KHz) le quali non sono assolutamente udibili all'orecchio umano. Le onde vengono prodotte dalla laringe e possono uscire dal naso o dalla bocca rimbalzando sulle prede e sugli ostacoli sotto forma di eco, grazie al quale questi mammiferi sono in grado di dare una forma al mondo che li circonda. I pipistrelli emettono comunque anche suoni percepibili dall'uomo, come schiocchi e squittii, utili soprattutto nella comunicazione intraspecifica.
Habitat e distribuzione
I pipistrelli sono diffusi in tutto il pianeta fatta eccezione dei poli. Dalle foreste tropicali a quelle temperate, ma anche nella savana, in montagna e non disdegnano nemmeno le città densamente abitate. I rifugi sono altrettanto variegati e possono trovarsi in cavità naturali dove trovare calore, ma anche sotto ai ponti, negli alberi, negli edifici urbani o rurali, nelle caverne, nelle grotte e in alcuni casi anche nel sottosuolo. Sebbene esistano specie che si sono particolarmente adattate al freddo, la loro presenza diminuisce gradualmente con l'innalzarsi delle altitudini. I pipistrelli infatti, non vivono sulle cime delle alte montagne.
Conservazione e rapporto con l'uomo
In Italia non esistono specie di pipistrelli che si nutrono di sangue di altre specie, ed è quindi molto difficile entrare in contatto realmente con un chirottero intenzionato ad interagire con noi, anche perché generalmente si tratta di animali particolarmente schivi nei confronti dell'uomo. In caso di incontro con un individuo ferito, certo, bisognerà porre molta attenzione perché come ogni animale selvatico potrebbe decidere di aggredire per difendersi, il consiglio è quindi sempre quello di muoversi con cautela e, se si dovesse incontrare un individuo morto (in cantina o in altre zone della casa dove potrebbe cercare rifugio), bisognerà sempre manipolarlo con l'ausilio di guanti perché, nonostante si tratti di un caso davvero improbabile, potrebbe trasmettere malattie come ad esempio la rabbia. Non bisogna però allarmarsi, perché la maggior parte delle informazioni sulla pericolosità di queste specie (soprattutto quelle presenti nel nostro paese) non è fondata: la probabilità di incontrare un pipistrello infetto è estremamente bassa. In Italia sono segnalate circa 35 specie di chirotteri e solo per quanto riguarda alcune tra queste, a livello europeo, è stata osservata la presenza, tra l'altro rara, del virus della rabbia.
I pipistrelli in generale, di fatto, svolgono un importantissimo servizio per gli ecosistemi, sopprimendo insetti potenzialmente nocivi non solo per la salute umana (come alcune specie di zanzare), ma anche per le coltivazioni e i boschi. L’Italia si è impegnata sul piano internazionale nella tutela di questi animali, minacciati dalla scomparsa o dall'alterazione dei loro habitat, dal cambiamento climatico, dall'urbanizzazione e della diffusione di pesticidi, aderendo alla convenzione UNEP denominata EUROBATS con legge n. 104 del 2005.