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5 Agosto 2024
13:20

I pesciolini che ti mordono al mare sono pericolosi?

Al mare, piccoli pesci come salpe, saraghi e boghe spesso mordono piedi e caviglie mentre siamo in acqua. Non sono però pericolosi, anzi, offrono un "trattamento di bellezza" gratuito eliminando le cellule morte.

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Sarà capitato a tanti, mentre siamo in vacanza in riva al mare d'estate, di entrare in acqua e sentirsi mordicchiare piedi e caviglie balzando per lo spavento. Chi sono i responsabili? Si tratta quasi sempre di piccoli pesciolini appartenenti a diverse specie, per lo più della famiglia degli sparidi come salpe, saraghi e boghe, che si nutrono delle cellule morte della nostra pelle. Non è un comportamento anomalo né pericoloso, anzi: è molto comune anche tra le stesse specie marine. Possiamo stare tranquilli, quindi: nessun vorace pesciolino ci sbranerà i piedi.

Chi sono i pesciolini che ci mordono al mare?

Questo comportamento è in realtà molto comune a tantissime specie diverse di pesci, in particolare prima di raggiungere la maturità, quando sono molto giovani e quindi di piccole dimensioni. Nei nostri mari, questa è abitudine tipica soprattutto delle specie appartenenti alla famiglia degli sparidi, molto comuni lungo tutte le coste del Mediterraneo. Ma vediamo un po' più da vicino quali sono questi pesci che possiamo facilmente incontrare a riva.

Occhiata

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Le occhiate (Oblada melanura) sono pesci gregari ed è facile vedere banchi anche molto grandi tra le acque costiere. Questo pesce ha una forma ovale e occhi grandi, la livrea è grigio-azzurra con riflessi argentati, più scura sul dorso e più chiara sui fianchi, per confondersi meglio nell'ambiente sfruttando i giochi di luce. In prossimità della coda ha una grossa macchia nera bordata di bianco, la cui funzione è quella di creare un falso occhio che possa ingannare eventuali predatori, da qui il suo nome comune.

Salpa

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Anche le salpe (Sarpa salpa) nuotano in gruppi numerosi tra gli scogli per nutrirsi soprattutto di alghe. La colorazione è argentea con il dorso più scuro e i fianchi sono attraversati orizzontalmente da sottili strisce dorate. Questo pesce è un ermafrodita proterandrico, il ché significa che tutti gli individui nascono maschi per poi mutare in femmine col passare degli anni. Questa specie veniva consumata dai romani per via di una sua particolarità: la salpa, infatti, può provocare in chi si ciba della sua testa effetti allucinogeni dovuti all'accumulo di sostanze assimilate attraverso la dieta.

Sarago

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Esistono diverse specie di saraghi nei nostri mari: i più comuni sono il sarago maggiore (Diplodus sargus), dal corpo schiacciato con le caratteristiche striature verticali negli individui più giovani, il sarago fasciato (D. vulgaris), caratterizzato da due grosse bande nere verticali sul corpo e il sarago pizzuto (D. puntazzo), dal muso appuntito e le striature ben evidenti. Questi pesci sono piuttosto facili da osservare nelle acque basse, ma arrivano anche fino a 100 metri di profondità per trovare riparo nelle rocce.

Mormora

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È facile vedere piccoli gruppi di giovani mormore (Lithognathus mormyrus) setacciare la sabbia in cerca di prede. Questa specie è infatti gregaria per i primi anni di vita e diventa solitaria con la maturità. Ha il corpo alto e schiacciato lateralmente, di colore argenteo, striato verticalmente sui fianchi e con un caratteristico muso appuntito. Anche la mormora è un ermafrodita proterandrico come l'occhiata, ma in questa specie può capitare che un certo numero di individui nasca di sesso femminile e rimanga così per tutta la vita: questi individui vengono chiamati femmine primarie.

Boga

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Le boghe (Boops boops) sono pesci argentati dal corpo più affusolato rispetto agli altri sparidi e per questo i loro banchi vengono spesso confusi con le sardine. Come tantissime altre specie marine, presentano il caratteristico "countershading", ovvero una colorazione più scura sopra e più chiara sotto. Questo gli consente di confondersi con il fondo del mare se guardati dall’alto e con la luce solare che filtra in acqua se osservati invece dal basso. La boga è ermafrodit: come la maggior parte degli altri sparidi, ma proteroginica. Significa che gli individui nascono femmine e invecchiando si trasformano in maschi.

Orata

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L'orata (Sparus aurata) è probabilmente il più famoso tra tutti i pesci sparidi che nuotano nelle nostre acque. Si distingue per la caratteristica presenza di una banda nera e una dorata interposte fra gli occhi; il dorso è quasi nero, mentre i fianchi sono grigio-argentati. È un pesce costiero e per lo più solitario, nuota tra i fondali rocciosi o sabbiosi compresi tra i 5 e i 150 metri dalla riva, ma grazie alla sua grande tolleranza alle variazioni di salinità, può frequentare anche lagune ed estuari salmastri.

Perché questi pesci ci mordono?

Tutti questi pesci della famiglia degli sparidi e altri, quando ci mordono i piedi non ci stanno in realtà attaccando, anzi ci stanno in un certo senso pulendo. Nonostante nessuna di queste specie sia un vero e proprio specialista pulitore, questi animali, in particolare nella fase giovanile, "prendono in prestito" questa modalità alimentazione più tipica di altre specie.

I piccoli pesci, quindi, dopo un'accurata ispezione durante la quale possiamo vederli nuotarci curiosamente attorno, interpretano come "via libera" l'immobilità delle nostre gambe, specialmente mentre restiamo fermi in acqua bassa prima di immergerci, e cominciano così a mordicchiarci, ripulendoci dalle cellule morte che per loro sono una fonte di cibo sicura e facilmente accessibile.

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Si tratta di un comportamento opportunistico tipico dei labridi, un altro grande gruppo di pesci in cui alcune specie sono specializzate nel ripulire altri organismi marini da parassiti e residui di cibo. Persino i predatori come le murene si lasciano pulire dai cosiddetti "labridi pulitori" dalla caratteristica livrea a bande orizzontali bianche e nere.

Quello che osserviamo al mare, quindi, è il normale comportamento di alcuni piccoli pesci che si trasformano in pulitori. Ripulirsi a vicenda tra animali è tra l'altro una delle relazioni simbiontiche più affascinanti e studiate, proprio perché non coinvolge solo individui appartenenti alla stessa specie, ma anche organismi e animali molto diversi tra loro.

Cosa fare se ci mordono?

Assolutamente nulla. Possiamo goderci tranquillamente questo "trattamento di bellezza" gratuito, come se fossimo ad una spa marina: i piccoli pesci scelgono di mangiare quasi sempre le cellule morte, ignorando completamente quelle vive, e, salvo individui particolarmente irruenti, si tratta di un processo completamente indolore. Sicuramente qualcuno sarà stato colto di sorpresa e si sarà spaventato, ma non ci sono grossi rischi.  Anche quando i pesciolini "pizzicano" punture di zanzare o piccoli graffi che si stanno rimarginando, spesso le aree preferite da questi pulitori.

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Diverso è invece il caso, estremamente raro, in cui veniamo morsi da pesci di grandi dimensioni, che talvolta possono anche lasciare una ferita più seria, che va naturalmente immediatamente sciacquata e disinfettata consultando il proprio medico. Si tratta però di casi estremamente rari, soprattutto in acque costiere basse, frequentate soprattutto da giovani pesci di piccole dimensioni. Per quanto riguarda i piccoli pesciolini che ci mordono i piedi a pochi metri dalla riva, quindi, non corriamo assolutamente alcun rischio.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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