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17 Ottobre 2022
11:27

I pesci sanno calcolare le distanze per tornare a casa

Uno studio ha rivelato che i pesci possono orientarsi perfettamente valutando le distanza, capacità utile per fuggire dai predatori o ricercare risorse nell'habitat.

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Una nuova ricerca ci permette di abbattere un altro luogo comune sugli animali: i pesci non sono per niente stupidi come l'immaginario collettivo li dipinge. Lo studio ha esaminato il comportamento dei pesci rossi (Carassius auratus) scoprendo che sono in grado di orientarsi con una particolare capacità: calcolare le distanze spaziali.

Immaginiamo una giornata con gli amici dove una persona, per combattere la noia, chiede: «Secondo te quanto è lontano quell'albero?». Così il gruppo si cimenta nel gioco di "azzecca la distanza" e iniziano a volare cifre più o meno ragionevoli. «Secondo me è un chilometro – dice uno – No, meno. Io dico 800 metri», ribatte un altro. Un altro ancora dice: «Va bene, facciamo 900 metri e non se ne parla più». Succede spesso, però, che ci sia una persona del gruppo piuttosto confusa: «Dite sul serio? A me sembrano 10 chilometri!». Ecco, sarà capitato a molti di ritrovarsi in una situazione del genere dove confrontandosi con qualcuno su una distanza ci si trova notevolmente in disaccordo, a riprova del fatto che saperle calcolare non è per niente banale.

Scoprire una capacità simile nei pesci, dunque, getta su di loro una nuova luce e immediatamente i ricercatori inglesi dell'Università di Oxford hanno iniziato a ipotizzare in quali contesti gli animali potrebbero utilizzarla, pubblicando i risultati dello studio su Proceedings of the Royal Society B Biological Sciences.

I pesci sanno tornare a casa

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Senza dubbio riuscire a capire che distanza c'è fra me e un possibile predatore potrebbe significare nella maggior parte dei casi la differenza fra la vita e la morte. Inoltre, riuscire a riconoscere gli scogli, i coralli e in generale il paesaggio marino che ci circonda serve anche per potersi procacciare il cibo e trovare un partner per accoppiarsi. Per farlo, calcolare le distanze fra due creste del fondale marino può tornare sicuramente utile.

Dunque millenni di pressioni evolutive hanno fatto si che questi animali affinassero sempre più il loro senso dell'orientamento, fino ad arrivare ai pesci odierni, instancabili navigatori dei mari. Già da tempo gli scienziati hanno adocchiato le grandi abilità dei pesci rossi e addirittura alcuni ricercatori dell'Università Ben Gurion del Negev, in Israele, le hanno testate osservando il comportamento dei pesci rossi al di fuori di un habitat a loro familiare.

I pesci di questo studio si sono rivelati geografi esperti, valutando la morfologia dell'ambiente circostante e rintracciando quasi sempre la strada per tornare indietro. Saper tornare a casa non è cosa semplice e richiede un'abilità di calcolo matematico fino ad oggi sottovalutata nei pesci.

I pesci possono calcolare le distanze spaziali

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A testare questa capacità di calcolo ci hanno pensato i ricercatori inglesi che hanno osservato nove pesci rossi percorrere una distanza fissa. Gli animali nuotavano per una strettoia che misurava esattamente 70 centimetri e, al raggiungimento di questa distanza, gli scienziati hanno visto che erano in grado di tornare indietro autonomamente senza troppi problemi.

Fino a qui tutto nella norma: i pesci si sono orientati osservando l'ambiente circostante e hanno capito quale fosse la strada giusta. Questa osservazione, però, ha fatto sorgere un dubbio agli scienziati: se cambiassero i punti di riferimento intorno loro, riuscirebbero comunque a tornare indietro? Così hanno nuovamente osservato i pesci percorrere i 70 centimetri di corridoio, questa volta però, modificando tutti i punti di riferimento dell'animale al suo passaggio. Giunti alla fine del corridoio i pesci che volevano tornare a casa trovavano un ambiente completamente diverso.

Il comportamento degli animali ha sorpreso ancora una volta l'uomo e i pesci sono riusciti a tornare indietro percorrendo più o meno la distanza giusta con pochi centimetri di scarto. Indipendentemente dal paesaggio intorno, dunque, i pesci riescono "contare" lo spazio che devono percorrere. Non si parla di calcoli pitagorici, sia chiaro, ma ciò che basta per trovare la strada di casa anche in condizioni di scarsa visibilità.

Dunque ai pesci non servono grandi colonne sottomarine, colorati coralli o altri particolari elementi del paesaggio per orientarsi, riescono ad affidarsi alla loro "mente matematica". Secondo i ricercatori continuare ad osservare i loro comportamenti potrà dirci di più sull'origine delle parti del cervello deputate ai calcoli matematici e chissà che un giorno scopriremo che le loro capacità di calcolo sono più raffinate di quelle di tanti esseri umani a cui la matematica non è mai stata troppo simpatica.

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