Le specie invasive sono una delle principali cause della perdita di biodiversità in tutto il mondo e il commercio di animali esotici da compagnia è responsabile dell'introduzione di circa un terzo di tutte le specie acquatiche aliene.
Molti hanno comprato o ricevuto in regalo un pesce rosso, magari a una fiera di paese. Poi però ci si stanca presto, diventano enormi e finiscono per essere liberati in laghi e fiumi per dargli una vita in libertà. Ma questo è un enorme problema.
Sebbene venga fatto con le migliori delle intenzioni, "salvare la vita" di quel pesce rosso potrebbe portare effetti catastrofici per la biodiversità locale, come conferma un nuovo studio recentemente pubblicato sulla rivista NeoBiota.
Per comprendere meglio i rischi ecologici legati alle specie di pesci maggiormente commercializzate, i ricercatori della Queen's University di Belfast, in Regno Unito, si sono concentrati sulle due specie più diffuse in Irlanda del Nord: l'onnipresente pesciolino rosso (Carassius auratus) e Tanichthys albunubes, conosciuto comunemente come pesce delle Montagne della Nuvola Bianca, una specie arrivata dall'Asia recentemente.
Il famoso pesce rosso è stato domesticato per la prima volta più di mille anni fa e da allora ha stabilito popolazioni non autoctone in tutto il mondo, compreso il Nord America, dove sta causando enormi danni. Il pesciolino delle Montagne della Nuvola Bianca, invece, è una specie con una storia di invasione più limitata.
Lo studio si è concentrato su un nuovo metodo per valutare gli impatti ecologici e i rischi dei potenziali invasori in base alla diffusione domestica, ai tassi di alimentazione e al loro comportamento.
La ricerca ha confermato che i pesci rossi sono estremamente voraci, mangiano molto di più di Tanichthys albunubes o delle specie autoctone. In termini di modelli comportamentali inoltre, i pesci rossi sono risultati anche molto più audaci e spavaldi, tratti che ne hanno favorito di molto l'adattamento e la diffusione.
Secondo gli autori, i pesci rossi rappresentano quindi una triplice minaccia. Non solo sono commercializzati e disponibili ovunque, ma combinano appetiti insaziabili con comportamenti aggressivi e audaci. Un mix esplosivo e potenzialmente letale per la biodiversità.
Se i climi rigidi del Nord Europa rappresentano spesso una barriera invalicabile per le specie alloctone, per i pesci rossi non è così. Sono una specie estremamente tollerante e adattabile a qualsiasi condizione e rappresentano quindi una seria minaccia per la biodiversità autoctona dei fiumi e dei laghi, dove possono divorare di tutto e sottrarre il cibo ad altri animali.
Lo studio conferma quindi che i pesci rossi sono una specie invasiva ad altissimo rischio, perciò è anche per questo – come più volte spiegato sulle pagine di Kodami – che non dovreste comprarli e soprattutto liberarli in natura.
Ma gli autori sperano anche che i metodi sviluppati nel loro lavoro possano essere utilizzati per valutare anche altre specie esotiche commercializzate nel Regno Unito e nel resto del mondo.
È molto probabile che anche altre specie commercializzate finiranno presto per essere liberate, per cui valutare i rischi del rilascio, insieme a una maggiore consapevolezza ed educazione per chi convive con questi animali, potrebbe aiutare a prevenire nuove pericolosissime invasioni.